SEQUESTRO DA 16 MILIONI. Dalle fatture false all’imbroglio sui contratti ai dipendenti: così nota impresa froda il fisco e distrugge la concorrenza
20 Marzo 2025 - 11:42

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AVERSA – In un’inchiesta sulla somministrazione illegale di manodopera, condotta dalla Procura della Repubblica di Aversa Napoli Nord e delegata alla Guardia di Finanza di Napoli, il Giudice per le Indagini Preliminari (G.I.P.) ha deciso di sequestrare beni per un totale di 16.717.173,00 euro. Il sequestro riguarda cinque persone fisiche e giuridiche accusate di aver emesso e utilizzato fatture false per operazioni inesistenti.
Le indagini, svolte insieme all’Agenzia delle Entrate, hanno rivelato una frode fiscale complessa, basata su contratti di lavoro fittizi. In pratica, sono stati creati contratti di appalto per manodopera che non rispettavano la legge. Centinaia di dipendenti erano formalmente assunti da società che in realtà non erano operative, ma lavoravano per una società principale che organizzava e dirigeva direttamente il lavoro, anche con l’uso di software.
Sei società, che agivano come “sub-appaltatrici”, e una società “intermediaria” (che era la principale appaltatrice) fornivano lavoratori a prezzi più bassi, grazie all’omissione del pagamento dell’IVA e delle ritenute fiscali (IRPEF). La società principale, invece, detraeva l’IVA e riduceva i costi fissi legati ai contratti di lavoro subordinato.
Le società “sub-appaltatrici” avevano caratteristiche particolari:
- Sono state costituite nello stesso giorno, con lo stesso professionista.
- Hanno assunto tutti i dipendenti contemporaneamente, trasferendoli da altre società.
- Non hanno mai presentato bilanci e dichiarazioni fiscali.
- Non hanno versato le imposte e i contributi dovuti.
- Erano assistite dallo stesso gruppo di esperti per gli adempimenti fiscali e lavorativi.
- I rappresentanti legali di queste società non avevano esperienza professionale e non possedevano beni.
- L’evasione fiscale ha portato vantaggi lungo tutta la filiera:
I costi più bassi per i servizi ricevuti hanno permesso di praticare prezzi più bassi alla società che commissionava il lavoro.
- Le società hanno potuto abbattere il debito verso lo Stato grazie alla detrazione illegale dell’IVA.
Le società “serbatoio” non hanno avuto responsabilità per le irregolarità fiscali e previdenziali. - Durante le indagini, la società principale ha pagato le imposte dovute per gli anni 2018-2021, versando oltre 10 milioni di euro, comprensivi di interessi e sanzioni. Per questo motivo, il sequestro riguarda le somme rimanenti che ancora devono essere pagate da altre persone coinvolte, per un totale di 6.454.368,73 euro.
- A tutte le società coinvolte è stata contestata anche una violazione delle normative che regolano gli illeciti amministrativi legati a reati.
Questa operazione dimostra l’impegno della Procura, insieme alla Guardia di Finanza e all’Agenzia delle Entrate, nel contrastare pratiche illecite che danneggiano i diritti dei lavoratori e distorcono la concorrenza nel mercato.