TEANO. Diatriba giudiziaria per l’impianto rifiuti gestito da Campania Energia. Di Benedetto: “Emblema di quanto accadeva in Comune”

25 Maggio 2022 - 11:00

TEANO – (Pietro De Biasio) Nuovo capitolo del “ping pong” giudiziario tra la società Campania Energia Srl che gestisce un impianto di “messa in riserva e recupero di rifiuti non pericolosi” alla SS Casilina km 177,70 (località Palmieri ndr) e il Comune di Teano. Il Tribunale Amministrativo Regionale Campania (sentenza n.2748/2022) ha annullato l’autorizzazione regionale all’esercizio dell’impianto che legittimava l’attività di trattamento dei rifiuti svolta dalla Campania Energia Srl. Ma la ditta ha fatto ricorso al Consiglio di Stato per tentare di ribaltare la recente sentenza e in merito, il Segretario generale del Comune ha deciso di costituirsi in giudizio per difendere ancora una volta il territorio nel rispetto della vocazione agricola dell’area in questione.

Abbiamo raccolto il parere dell’ex sindaco Nicola Di Benedetto che si è sempre battuto per far luce sulla complicata e ingarbugliata vicenda e ha ripetutamente invitato l’Amministrazione D’Andrea a riservare la massima attenzione denunciando anche il silenzio che ha avvolto questa storia. “Una vicenda che spero si concluda definitivamente a favore della nostra Comunità. Mi sembra opportuno chiarire che qui non si tratta di rifiutare a priori la presenza di questi impianti perché affetti da sindrome Nimby, ma si tratta di far valere il principio di legalità: nessuno può pensare di porsi al di sopra delle leggi e delle regole del vivere civile. Proprio per tale motivo, questa è una vicenda che, vi piaccia o no, esemplifica ciò che accadeva spesso nel nostro Comune. Riassumo in poche parole: una ditta esercitava alla luce del sole l’attività di recupero dei rifiuti con tanto di provvedimenti impresentabili in spregio delle norme, senza che chi di dovere muovesse un dito, senza che nessuno facesse rispettare quelle regole che sono state poi improvvisamente scoperte solo agli inizi del 2014 dall’Amministrazione comunale dell’epoca. Chi ha avuto modo di vedere le cose da dentro e ha avuto la dignità di leggere gli atti, sa bene il reale corso di molte vicende e i ruoli interpretati da ciascuno. Le impronte digitali su certe schifezze non sono di tutti, ma di alcuni”.