Truffe online in tutta Italia. Moglie e marito condannati a 7 anni

23 Novembre 2018 - 16:50

PARETE – Il Gip Saladino del tribunale di Aversa/Napoli Nord ha emesso sentenza contro coloro che avevano richiesto il patteggiamento, nel processo sulle truffe online. I capi dell’associazione, attiva a Parete, erano Gilda Ucciero Raffaele Pezone, marito e moglie, hanno subito una condanna a 4 anni e 4 mesi di reclusione e a 3 anni di reclusione.

LE ALTRE CONDANNE: Lorenzo Improta e Salvatore Ferrara (2 anni e 4 mesi); Tommaso Visconti (2anni);  Davide Zoppo (1 anno e 8 mesi); Francesco Formisano (1 anno e 6 mesi); Francesco Santini (1 anno e 4 mesi); Monia Ferrara (7 mesi); Agostino Iavarone (6 mesi) e Marcello Moccia (4 mesi).

 

COME FUNZIONAVA IL RAGGIRO

L’associazione per delinquere aveva base operativa a Parete e attiva su tutto il territorio nazionale. Le vittime – in particolare giovani donne in cerca di occupazione lavorativa che inserivano le proprie richieste su internet fornendo anche il proprio recapito – venivano contattate telefonicamente dagli indagati che, qualificandosi come dipendenti del sito internet sul quale veniva pubblicato l’annuncio oppure come avvocati e/o agenti della polizia potale, ingeneravano negli inconsapevoli inserzionisti la falsa rappresentazione di controversie giudiziarie ai loro danni. Gli indagati paventavano loro il rischio di inesistenti sanzioni amministrative e/o penali dovute a presunte irregolarità nell’inserimento dell’annuncio. Agli inserzionisti veniva prospettata la necessità – per evitare sanzioni – di corrispondere somme di denaro (mediamente ammontanti a 2mila euro) su carte postepay appositamente attivate dagli appartenenti al sodalizio criminale. I profitti illeciti ottenuti dall’organizzazione, per quanto finora accertato, ammontavano ad una somma di 134mila euro riferibili a 80 episodi perpetrati in 42 province italiane.