TUTTO A POSTO Carlo Marino percula anche il prefetto e dice di aver approvato il bilancio consuntivo alle 8 di mattina, mezz’ora prima di aver protocollato l’atto di nomina del commissario ad acta
17 Maggio 2023 - 19:53
Manco a dirlo, la pec della Prefettura, spedita il giorno prima, sarebbe stata avvistata e protocollata, neppure alle 11 o a mezzogiorno. No, alle 8.20. Insomma, uno sprezzante sberleffo all’istituzione di Governo. Un fatto assolutamente normale, usuale in un posto in cui è la concezione stessa del concetto di reputazione a viaggiare su modelli interpretativi degni di una confederazione di estri tra Sodoma, Gomorra e Babilonia. Leggete un po’ “cosa si sono fidati di fare” questi qua.
CASERTA (g.g.) C’è ancora chi si stupisce dei raggiri e delle porcherie gratificati da uno stato, di cui certo Casertace non è responsabile, di irreversibile impunità, attuati dagli uffici del Comune capoluogo e, dunque, dal sindaco Carlo Marino, che ne risponde soggettivamente e oggettivamente.
Ma scusate, vedete di non romperci le scatole. Ma cosa vi potete aspettare ancora da uno che garantisce una posizione organizzativa, con lauto aumento di stipendio, a un funzionario del Comune di nome Pippo D’Auria, concessa pochissimi giorni dopo la sua uscita dagli arresti domiciliari dove si trovava in quanto coinvolto nella stessa inchiesta che vedeva e vede ancora implicato il primo cittadino, quest’ultimo, peraltro, riteniamo, legittimamente informato di quello che D’Auria pensava, diceva, rimuginava durante la sua reclusoione domiciliare, visto e considerato che, manco a dirlo, il suo difensore era, e pensiamo sia ancora, Alberto
I casertani non devono rompere le scatole, perché non sono certo migliori di chi li amministra, altrimenti, considererebbero serio il lavoro di questo giornale, al punto di porsi qualche domanda e non, al contrario, per andare a rivotare un sindaco e un’amministrazione, così come è successo nell’ottobre del 2021, che, evidentemente, piacciono proprio in quanto specchio perfetto della mentalità di chi questa città la abita.
Cos’altro vi potevate aspettare da un sindaco che, non contento di aver riconosciuto la posizione organizzativa di cui prima, arrivata peraltro provvidenzialmente pochi mesi prima della pensione, ha riconosciuto a D’Auria una nomina da consulente esterno, per un anno, che se è gratuita, ai sensi della normativa introdotta a suo tempo dal governo Monti, per quel che riguarda il compenso diretto, non lo è per quanto riguarda il riconoscimento di ruoli e funzioni all’interno di alcuni procedimenti amministrativi, ci riferiamo alle gare d’appalto, a partire da quello di Rup, che Pippo D’Auria, come questo giornale ha dimostrato, sta continuando a raccogliere rimanendo in grande concordia con il sindaco Marino alla vigilia di un processo che vedrà imputati entrambi per la stessa vicenda.
Figuriamoci se questi qua hanno paura di modificare il protocollo di acquisizione di una comunicazione della Prefettura di Caserta. Negli uffici del Palazzo di Governo sanno bene quando è stata spedita al Comune capoluogo la pec contenente il decreto con il quale viene nominato il commissario ad acta per l’approvazione in giunta di un bilancio consuntivo per la quale sono trascorsi tutti i termini possibili e immaginabili, quelli ordinari e quelli in proroga, senza che il Comune di Caserta si sia degnato neppure di procedere alla prima approvazione dello schema, con la conseguenza di attivare la procedura prefettizia, concretizzatasi, comunque, con un ritardo di una dozzina di giorni rispetto alla scadenza tombale dei termini, fissata per lo scorso 30 aprile. Quello che il Comune ha fatto rispetto al decreto della Prefettura, sa tanto di azione ispirata dal timore che un’autorità dello Stato mettesse il naso in uno schema di bilancio che, da anni e anni, contiene, come questo giornale ha sempre puntualmente spiegato, argomentato e dimostrato, quintali di nefandezze. Altro motivo non ci può essere, perché la nomina del commissario ad acta non è l’annuncio dello scioglimento del consiglio comunale e dell’amministrazione, non è la diffida propriamente detta, visto che la normativa oggi è un po’ diversa da quella di un tempo, dopo che il Consiglio di Stato si è pronunciato in favore di una tutela, di un mantenimento in vita delle amministrazioni comunali frutto del voto popolare, considerando, di conseguenza, lo scioglimento per mancata approvazione del bilancio, una vera e propria extrema ratio.
Se ne fottono. Lo fanno da anni e anni. E se ne fottono perché non gli è mai successo nulla. Perché nessuna autorità giudiziaria ha voluto neppure metterci il naso da lontano nelle procedure adottate in quelle stanze, in quegli uffici che da anni e anni noi abbiamo ribattezzato “cucine degli orrori”. La nomina a commissario ad acta per l’approvazione del bilancio, della dirigente di II fascia della Prefettura di Caserta, Desiree D’Ovidio, risulta arrivata in Comune in un orario successivo a quello in cui la giunta avrebbe approvato lo schema di bilancio. E sapete qual è l’orario in cui la giunta si sarebbe riunita? Le 8 del mattino di venerdì 12 maggio. Ora, noi abbiamo la certezza matematica che la pec sia partita dalla Prefettura il giorno prima, cioè giovedì ma, naturalmente, poniamo un’altra domanda retorica per ridere, allo scopo di non piangere. Lo sapete quando è stata protocollata? Venerdì alle 8.20 del mattino. Manco a dirlo, subito dopo la presunta celebrazione della seduta di giunta. Presunta per quanto riguarda la carne e le ossa dei componenti, pienamente valida e regolare secondo il rito casertano, officiato dalle Loro eccellenze Carlo Marino, Franco Biondi e l’assessora al Bilancio, Gerardina Martino. Mai visto, mai sentito. E’ come se questo sindaco e la gente che gli sta intorno in Comune volessero provare un’ebbrezza sempre più sfrontata, una perdizione, una pornografia sempre più estrema, uno sberleffo alle istituzioni lanciato sempre con più gusto. Manco a far vedere che il protocollo fosse delle 11, o di mezzogiorno. No, le 8.20. Prima di quell’orario quella pec non era stata aperta. Se, infatti, come tu dici, Marino, la comunicazione della Prefettura non ti è ancora arrivata, come ti viene in mente di convocare una giunta alle 8 del mattino in relazione ad una conoscenza cognitiva dell’atto della Prefettura, avvenuto alle 8.15 con conseguente protocollo del decreto marcato con l’orario delle 8.20? Non c’è nulla di diabolico, di mefistofelico, di abile, di furbo in tutto questo. C’è solo la faccia di bronzo di chi ritiene che questo modo di comportarsi non sia sanzionabile né da un punto di vista giudiziario e neppure da un punto di vista politico, visto e considerato che se non le scriviamo noi queste cose, campa cavallo, la minoranza dorme tra 7 cuscini.
La verità è che siamo di fronte al solito inguacchio – il millesimo, il duemillesimo, ormai non si contano più – destinato a rimanere impunito. Peraltro, questo prefetto che si fa perculare in tal maniera..!
E allora forza, dottor Castaldo, alzi la testa. E se proprio non sente di avere un’attitudine personale per farlo, trovi motivazione nella necessità, ormai impellente, che la testa, di fronte a queste schifezze, la alzi l’istituzione che lei rappresenta, cioè il ministero dell’Interno, cioè il Governo della nazione.
P.S.: Uno degli impegni che Carlo Marino prese durante la campagna elettorale delle ultime comunali, fu quello di approvare, così disse, da allora in poi, tutti gli strumenti di programmazione e di rendicontazione delle attività del Comune di Caserta, nei tempi previsti dalla legge. Purtroppo, qui a Caserta, è il concetto di reputazione, così come questo è concepito nella gran parte dei posti civili del mondo, ad essere totalmente latitante. Furbizia, scaltrezza, freddezza, cinismo: sono questi i valori (si fa per dire) premiali. E uno come Carlo Marino è un interprete perfetto di quella che veramente possiamo definire, con buona pace di chi se ne riempie la bocca, a sproposito, della più pura casertanità.
QUI SOTTO IL TESTO INTEGRALE DEL DECRETO DELLA PREFETTURA DI CASERTA