CASERTA (Gianluigi Guarino ) – Abbiamo deciso di realizzare un focus, un’analisi, dei dati della Protezione Civile nazionale e di quella regionale sul coronavirus.
E dato che per tre giorni abbiamo compiuto lo sforzo di ribadirne le premesse metodologiche, stasera ci asteniamo, invitando, qualora ci fosse qualcuno interessato a conoscerle, ad aprire gli articoli precedenti.
Entriamo dunque subito nel vivo della trattazione. Fortunatamente, dopo i disastri delle prime giornate, le due Protezioni Civili hanno messo a punto un sistema per parificare i loro dati.
Alle 17 di oggi, dunque, i casi di coronavirus registrati in Campania sono 333, dunque 59 in più rispetto a ieri, pari a una cifra percentuale di incremento tra 21,7 e 21,8.
Subito una considerazione. Siamo d’accordo che ci hanno detto che questi qui, diciamo fino a metà della prossima settimana, saranno i giorni del picco in quanto entreranno i casi maturati prima del coprifuoco?
Sì, ci hanno detto così.
Ma anche oggi l’incremento è esattamente pari, anzi leggermente inferiore, al 23% registrato ieri rispetto ai numeri dell’altroieri. Ci dispiace per i catastrofisti: la Campania per il momento è afflitta da una seria epidemia ma non sta stramazzando al suolo.
Altra questione da piaga biblica: presto gli ospedali della nostra Regione non riusciranno più a contenere i ricoverati in terapia intensiva.
I catastrofisti ci scusino ancora, speriamo di non essere insultati anche noi da De Luca, ma i ricoverati in terapia intensiva sono
22
distribuiti nelle 5 province.
Se per il momento la terapia intensiva non allarma, fondata inquietudine provoca la cifra dei ricoverati extra-respirazione artificiale.
Altra delusione per i catastrofisti. Non è Casertace o Napolice che lo scrive, ma la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Al momento i ricoverati per coronavirus sono 73.
Ah, De Luca. Se i ricoverati con sintomi in Campania fossero stai i 4247 più i 605 in terapia intensiva della Lombardia, altro che nuovi ospedali. Col sistema sanitario locale che tu hai contribuito a sfasciare con le nomine politiche di perfetti incapaci a capo delle Asl e delle aziende ospedaliere, non dovresti seguire la strada cinese costruendo nuovi ospedali, ma dovresti costruire almeno 7-8 cimiteri e magari qualche impianto per la cremazione, così tuo figlio è più contento visto che in questo business è stato e forse è ancora.
Il 21% di aumento va ricalcolato in una cifra ancor più importante dei malati complessivi. Questo numero è 296, che sono le persone attualmente positive, quelle da curare.
Il resto è costituito dai guariti, che salgono a 28 e dai deceduti, che da 6 arrivano a 9. Su questa cifra vanno dunque realizzati i rapporti riguardanti la collocazione dei malati.
Dunque, su 296 attualmente positivi, 201, cioè il 67% si trovano a casa, dove stanno consumando i loro giorni di influenza in isolamento domiciliare, con scarse possibilità di finire in terapia intensiva.
73 su 296 sono ricoverati in ospedale: una cifra pari al 24% dei positivi complessivi. Infine, come detto, 22 sono i ricoverati in terapia intensiva, cioè il 7%. In questa cifra vanno inseriti anche quelli colpiti da coronavirus e finiti sotto respiratore artificiale a causa della loro età avanzata o di patologie pregresse.
Infine, i 9 deceduti, che naturalmente mettiamo in rapporto agli ammalati di oggi e di ieri, rappresentano il 2,7%.
Per quanto riguarda i dati delle province, 45 sono i positivi a Caserta, numero da cui vanno scorporati i deceduti e i guariti; 188 a Napoli, usando la stessa accortezza, come per i 49 di Salerno, i 37 di Avellino e i 4 di Benevento.
In quest’ultimo caso, l’unità che si aggiunge ai 4 di ieri riguarda una positività riscontrata nel comune di Solopaca.
Questi i dati di ieri:
PROV NA 171
PROV CE 41
PROV SA 31
PROV AV 19
PROV BN 3
La solita staffa di ogni sera: il 53,6% di tutti i casi nazionali, precisamente 13272 su 24747 è stato registrato in Lombardia, che da sola assorbe più della metà degli ammalati.