La morte di Mario. I sindacati: “Inquadrato come impiegato edile, non doveva essere su quel ponteggio”
14 Dicembre 2021 - 12:04

CAPODRISE – Mario Cantiello, a giugno 2022 avrebbe compiuto 60 anni. È morto ieri precipitando da un ponteggio in un cantiere a Capodrise. In Campania sono 18 i morti nel settore dell’edilizia, mentre nella provincia di Caserta sono già 20 i lavoratori che hanno perso la vita nei vari settori dall’inizio dell’anno.
“Dai riscontri fatti stamattina con la Cassa Edile – dichiara Irene Velotti, segretaria generale FILLEA CGIL di Caserta – Mario Cantiello ci risulta inquadrato come impiegato edile e non come operaio di cantiere, per cui non doveva essere sul ponteggio, ma attendiamo tutte le indagini degli organi preposti per capire la dinamica dell’infortunio mortale”.
“Le cause delle morti sul lavoro nel settore dell’edilizia sono sempre le stesse da decenni e le cadute dall’alto primeggiano, basta girare per cantieri per rendersi conto che la sicurezza, il più delle volte, non appartiene ai cantieri” Denuncia Velotti, che aggiunge “Con la pandemia, se possibile, la situazione è peggiorata. La mancanza di controlli su un territorio così complicato, fatto di lavoro nero e grigio , nonostante la ripresa economica del settore, rende il lavoro in cantiere altamente rischioso per la salute e sicurezza dei lavoratori”.
“Bisogna fare presto ad approvare il decreto sicurezza con le modifiche apportate nella conversione del decreto 146/2021, per poi mettere in campo tutte le azioni tese a salvare la vita di chi esce di casa la mattina per lavorare – conclude Velotti – Se, come ci dicono i dati, a Caserta c’è stata negli ultimi mesi una ripresa del settore edile in termini economici, non vi è una corrispondenza però con la crescita lavorativa e qualitativa del settore delle costruzioni: il timore è che le risorse stanziate con i vari bonus stiano andando verso il profitto e non verso la sicurezza, la tutela e il reddito dei lavoratori”
“Quello che registriamo in provincia di Caserta è un bilancio drammatico, non degno di un paese civile su cui non possiamo che continuare a denunciare l’immobilismo delle istituzioni preposte al controllo e alla prevenzione”
“Anche per questo, perché non si debba andare al lavoro con la paura di non poter più tornare dalle proprie famiglie, dai propri cari, giovedì saremo a Roma: perché non c’è giustizia sociale in Italia senza il diritto alla sicurezza sul lavoro” conclude Coppola.