Frode Iva sulla compravendita di metalli preziosi: 8 indagati, sequestrati beni per 10 milioni di euro

3 Agosto 2022 - 15:29

Durante le indagini sequestrati anche 12 kg di metalli e oltre 30.000 euro in contanti. La frode sarebbe stata realizzata attraverso le cosiddette societa’ ‘cartiere’, con “vorticosi scambi intercorsi fra tre” aziende con sede in Toscana, Campania e Lombardia.

 

CASERTA La guardia di finanza di Arezzo ha eseguito un sequestro preventivo di beni – tra immobili nelle province di Arezzo, Grosseto, Caserta, Milano, Piacenza e Roma, auto d’epoca e moto e rapporti finanziari – per oltre 10 milioni di euro al termine di un’inchiesta coordinata dalla procura aretina per una presunta frode all’iva nella compravendita di metalli preziosi. Al centro delle indagini, spiega una nota delle fiamme gialle, un’organizzazione con base operativa ad Arezzo ma ramificata anche in altre regioni, “dedita alla commissione di una pluralita’ di delitti, che vanno dalla frode fiscale, realizzata mediante l’evasione dell’Iva derivante dalla compravendita di metalli preziosi, per un giro d’affari di circa 100 milioni di euro, all’autoriciclaggio dei proventi illecitamente accumulati”. Il provvedimento e’ stato disposto nei confronti di persone fisiche e societa’. La frode sarebbe stata realizzata attraverso le cosiddette societa’ ‘cartiere’, con “vorticosi scambi intercorsi fra tre” aziende “con sede in Toscana, Campania e Lombardia” che in 4 anni, dal 2018 al 2021, avrebbero “ceduto ingenti quantitativi di metalli preziosi, in particolare, oro e palladio, ricorrendo a false fatturazioni. Durante le indagini sequestrati anche 12 kg di metalli e oltre 30.000 euro in contanti. Di rilievo poi un sequestro effettuato a maggio, “quando l’autovettura di uno dei membri dell’organizzazione e’ stata ‘pedinata’” lungo l’autostrada da Arezzo a Milano dove e’ stata scattata la perquisizione, con il rinvenimento di 8,5 kg di palladio, valore circa 700.000 euro, trasportati senza documentazione giustificativa dell’origine. “Complessivamente – spiegano le fiamme gialle -, sono state ‘tracciate’ e ricostruite ulteriori 13 ‘consegne’ di metalli preziosi ‘in nero'” che “avvenivano, di solito, presso svincoli autostradali. All’esito delle indagini la magistratura ha emesso un provvedimento cautelare sui beni riconducibili a 8 indagati, tra amministratori di fatto, ‘corrieri’ e semplici ‘prestanome’, ritenuti partecipi, a vario titolo, del “sodalizio criminale”, residenti nelle province di Arezzo, Milano, Roma, Caserta, Napoli e Matera. Contestazioni sono state mosse anche nei confronti di due societa’, segnalate all’autorita’ giudiziaria.