LE FOTO. CASERTA. La Reggia tra venditori abusivi e matrimoni stile “il boss delle cerimonie”

20 Dicembre 2022 - 17:55

Sabato sera, nella sala Romanelli e nelle attigue, preposte allo svolgimento a pagamento di eventi a carattere privato, si è tenuto il matrimonio di una facoltosa famiglia di imprenditori del casertano dell’automotive.

CASERTA (pasman) Dopo la compiaciuta e gonfia riapertura delle sale dell’800 di Palazzo Reale concluso il loro restauro, riportiamo l’attenzione sulla realtà di fatto, per vero più prosaica, del monumento.

Venerdì, come vi abbiamo raccontato (CLICCA E LEGGI), il D.G. della Reggia, riunita una platea supponiamo benevola, ha illustrato natura e dati delle opere di risistemazione che hanno riguardato gli appartamenti storici e del riallestimento della collezione Terrae Motus.

Il letto di Francesco II oggi e come appariva in una foto del 1930

Sicuramente saranno stati interventi non da poco, che hanno richiesto all’ente museale l’impegno di doverli commettere a ditte specializzate private e per questo dai costi ragguardevoli. Non abbiamo minimamente la competenza per giudicare tecnicamente l’intervento. Confidiamo che sia stata una spesa ben fatta e di non scoprire errori od imperfezioni. Affermazione che facciamo, ovviamente, non certo per malevolenza, ma avendo presente gli svarioni presi nell’allestimento della recente mostra Frammenti

di Paradiso, che pure si davano per impossibili alla stregua della credibilità scientifica di cui si accreditava il museo, evidentemente venuta appannandosi, ed all’eccellenza della società esecutrice. Intanto, segnaliamo che già per la posizione del letto di Francesco II si registrano delle polemiche. Poiché letto a baldacchino di tipo Impero, andava posizionato in parallelo alla parete della camera e non in perpendicolare. Così si eccepisce da parte di alcuni, non secondi a nessuno in quanto a conoscenze borboniche. Per non dire della qualità del restauro dei pavimenti, non da tutti apprezzata. Vedremo.

In apertura dicevamo dell’enfasi nella narrazione della Reggia, che, in quest’epoca dell’apparenza e della comunicazione, è retorica ammissibile, purché non la si calchi fino a scadere nella mistificazione. E dunque fino ad un certo punto e non quando, ad esempio, si consente che l’entrata del palazzo, del quale a parole si esalta l’unicità e di cui ci si fa vanto, sia perennemente presidiata dai venditori abusivi. I quali, per giunta, non si danno pena di agire apertamente davanti ai teorici custodi di servizio, agli occhi dei quali devono apparire  trasparenti, giocoforza. O forse ne provano o timore o pietà. In entrambi i casi malriposti. Se intimoriti nonostante siano pagati per sorvegliare, dovrebbero farne denuncia. Se impietositi immaginando gli abusivi alla canna, dovrebbero considerare intanto che il proprio dovere non ammette queste pseudo eccezioni e che poi, il reddito di cittadinanza e le altre misure di sostegno alla povertà, non pongono nella necessità di andare a vendere illecitamente le chincaglierie davanti alla Reggia.

E’ anche vero che, i custodi, potrebbero essere indotti a sperare negli assessori comunali, che periodicamente promettono interventi risolutivi. Ma sicuramente sanno meglio di noi, i custodi, che è solo colore. Tra le ultime misure, si ricorderà, qualcuno degli amministratori aveva parlato dell’impiego dell’esercito, quello invocato per ogni incapacità locale. Voleva forse prendere a fucilate gli ambulanti, vallo a sapere. E chissà se, in questo tempo di internazionalismo, si stiano facendo riservatamente  le carte per ingaggiare proprio i Marines.

Ma veniamo ad altro. Sabato sera, nella sala Romanelli e nelle attigue, preposte allo svolgimento a pagamento di eventi a carattere privato, si è tenuto il matrimonio di una facoltosa famiglia di imprenditori del casertano dell’automotive.

Nulla da eccepire, per carità, trattandosi di fatto previsto e disciplinato con tanto di regolamento della Reggia. Tuttavia diamo voce a coloro che, noi per primi in testa, non si rassegnano all’idea che un monumento pubblico di tale levatura sia piegato ad un uso elitario e ad attività che, per quanto possano essere svolte con attenzione, sono di impatto considerevole. Un conto è tenere un incontro di  carattere culturale, che, più confacente al decoro del luogo, importa lo spostamento, al più, di sedie e di qualche tavolo. Altro è svolgere una festa, il cui intento è il divertimento e l’allegria, che non stanno a sottilizzare per il pavimento, l’arredo, la parete, la decorazione, la dignità degli ambienti. E che implica lo svolgimento di un banchetto, con tavoli, sedie, suppellettili, cibo che va e viene, impianti di luce e via dicendo. Pubblichiamo le foto delle sale di sabato per far capire a che cosa si può arrivare in termini di allestimento.

Ed in queste cose, la vigilanza non è mai abbastanza, considerata  la diffusa ricchezza  dei parvenu di questa provincia, che, per il potere di relazione  conseguito in questa arretrata realtà sociale che non conosce finezze e riserbo ma solo i soldi, sono in grado di   esprimere ogni forma di condizionamento.

Non ci vuole niente per trasformare la Reggia nella Sonrisa casertana, con la coppia di sposi che, mettiamo, con un pacchiano tiro a quattro, arriva in carrozza dal cannocchiale.

Ci sia consentita una chiusa autobiografica: beati i tempi di quando le morigerate sposette non avevano bisogno delle esagerazioni esaltate dei wedding planner.