La fetta di prosciutto gratis negata al Mastrone “camorrista gentiluomo”, la spesa nel Jambo con moglie e suocera e gli incontri d’affari nelle aree retrostanti

9 Luglio 2018 - 13:00

SANTA MARIA CAPUA VETERE  – Noi, di Massimiliano Caterino ci siamo costruiti, col tempo, leggendo centinaia, forse migliaia di pagine dei verbali contenenti le sue dichiarazioni, un’idea articolata, che forse ha a che fare anche con la sia psicologia.

Il mastrone racconta, sempre secondo noi, dei fatti che hanno una infrastruttura di verità, di corretta definizione di alcuni quadri di insieme relativi all’organizzazione e ai rapporti nei gruppi criminali riconducibile al clan dei casalesi.

Dentro a questa struttura ci sono dei racconti che appaiono più verosimili, che veri al punto da non essere infissi nella testa di Massimiliano Caterino in modo da garantire una perfetta rispondenza tra ciò che il pentito ha dichiarato durante le fasi di indagine delle varie ordinanze e nel famoso periodo di 6 mesi in cui i collaboratori di giustizia hanno l’obbligo di raccontare tutto ciò che sanno, partendo dai loro delitti. 

Anche nello stralcio dell’ultimo interrogatorio, sostenuto da Massimiliano Caterino detto il mastrone e autodefinitosi “camorrista gentiluomo”, l’andazzo è lo stesso.

In un momento dice che lui al Jambo ci andava più volte a fare la spesa con la sua famiglia, poi incalzato dall’avvocato difensore afferma che c’è andato una sola volta con moglie e suocera, pagando regolarmente il conto. Poi si impapocchia quando sempre l’avvocato gli ricorda le sue dichiarazioni stizzite date in tempo passato e da cui traspariva un suo forte disappunto per il fatto che il patron del Jambo Alessandro Falco gli avesse fatto pagare il conto nonostante lui stesse spesso in contatto con lui e i suoi uomini per dirimere questioni e fare in modo che i disegni imprenditoriali di Michele Zagaria fossero realizzati.

E’ un vero garbuglio di voci, di contestazioni, di piccoli grandi scazzi durante i quali entrano ed escono dal discorso altri particolari, come gli incontri d’affari da distinguere dalle visite commerciali, con i primi che si tenevano dietro al Jambo nella zona delle palazzine residenziali, dove Massimiliano Caterino incontrava Alessandro Falco e Tessitore. 

Nel giudizio finale però su questo stralcio, bisogna valutare anche che Caterino è tutt’altro che uno stupido. Per cui, quando si trova in difficoltà nel racconto dei particolari, quando si accorge di essere caduto in contraddizione, ridefinisce il quadro che poi è di per se stesso struttura accusatoria, affermando senza mezzi termini che lui non poteva ricevere alcun privilegio nel rapporto con Falco, visto che svolgeva un ruolo di mero esecutore di ordini. Falco aveva come interlocutore reale il solo Michele Zagaria. Tutti gli altri, compreso lui, erano figure di secondo piano. Il resto lo leggete in calce, compresa una molto dibattuta fetta di prosciutto.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’INTERROGATORIO DI MASSIMILIANO CATERINO