Mamma muore a 29 anni di parto con due gemellini. Chiesto il rinvio a giudizio per il primario, due ginecologi e due tecnici della Pineta Grande: avrebbero taroccato la cartella clinica
6 Luglio 2023 - 16:42
Nella notte in cui la ragazza morì sarebbero state modificate date e prescrizioni creando le condizioni di una obbligatoria assoluzione degli imputati che, a suo tempo, furono processati per il reato di omicidio e lesioni colposi. I sei accusati dal pm Gerardina Cozzolino compariranno davanti al gup Rosaria Dello Stritto il prossimo 23 novembre.
GRICIGNANO DI AVERSA (g.g.) Non necessariamente una tragedia, come quella consumatasi il 24 maggio del 2014, quando una giovane mamma 29enne di Gricignano d’Aversa, Francesca Oliva, morì di parto insieme a due dei tre gemelli che portava in grembo, deve necessariamente individuare e punire dei colpevoli. La disgrazia è una parola che esiste, non a caso. Ma è chiaro che la famiglia, i congiunti della 29enne hanno incontrato molta difficioltà nell’accettare l’esito assolutorio che ha chiuso il processo per il presunto errore medico, che evidentemente non era stato compiuto, alla clinica Pineta Grande di Castel Volturno.
L’indagine della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere portò a quell’esito forse perché nei minuti concitati e drammatici qualcuno andò a toccare in maniera impropria o, addirittura, illegale, la documentazione medica. Ed è su questo aspetto che si è sviluppato il secondo filone d’inchiesta su quella morte, che ha condotto il pubblico ministero della Procura presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Gerardina
In poche parole, la Procura è convinta che se il tribunale non ha potuto condannare per omicidio colposo e lesioni colpose gli imputati del primo filone d’indagine, ciò sarebbe stato determinato proprio dall’alterazione e dalla sparizione di documenti clinici riguardanti la condizione di Francesca Oliva.
Di Palmieri e Schiavone abbiamo già detto. Per quanto riguarda gli altri quattro imputati, Gabriele Vallefuoco e Giuseppe Delle Donne, il primo di Giugliano ed il secondo di Mugnano, erano i ginecologi in servizio nella struttura nel periodo in cui era stata ricoverata la paziente, mentre Russo e Conte erano addetti al servizio informatico.
Secondo la struttura accusatoria, il primario Stefano Palmieri deve rispondere anche per il reato di falsa testimonianza, in relazione a quello che dichiarò da testimone nel dibattimento sull’omicidio colposo. I due addetti informatici Russo e Conte avrebbero cancellato le parole “malessere generale” annotate il giorno prima della tragedia da un altro medico, il dottore Bembo, cancellando pure e contemporaneamente la prescrizione dell’Unasyn, effettuata dallo stesso Bembo. Questa prescrizione fu traslata al giorno prima, cioè al 22 maggio, ovviamente, manipolando tutta la documentazione inserita nei pc della Pineta Grande. Sempre i due addetti informatici, insieme al medico Vallefuoco, avrebbero compilato, questo secondo la ricostruzione della Procura, alle 5.47 del 24 maggio, retrodatandole al 22 maggio le note del ricovero, in particolare aggiungevano le parola “gravidanza indotta con Fivet, paziente sottoposta a cerchiaggio, esibisce esami che evidenziano leucocitosi, neutrofilia praticata in ecografia”. Steso discorso per la visita ostetrica, i cui esiti scritti sarebbero stati manipolati alle 7,30 con l’aggiunta di altre parole.
L’opera comunciata da Vallefuoco sarebbe stata continuata, sempre insieme a Russo e Conte, dal medico Giuseppe Delle Donne, con un altro intervento manipolatorio avvenuto alle 10,21 dello stesso giorno, attraverso una retrodatazione farlocca della prescizione dell’Unasyl.
Nell’accusa di falsa testimonianza a Palmieri c’è anche, in pratica, il motivo per cui viene imputato anche per il falso ideologico, dato che davanti al giudice conferma tutta quanta la cronologia taroccata degli eventi. Per quanto riguarda Schiavone, l’accusa a lui mossa, riteniamo, riguardi il concetto “non poteva non sapere”. La famiglia della povera Francesca Oliva è rappresentata in questo giudizio, nel quale ovviamente è costituita parte civile, dall’avvocato Raffaele Costanzo.