L’OMICIDIO DI CAPODANNO. Il proiettile letale sparato da distanza ravvicinata. E da Casal di Principe arrivano il cordoglio e le condoglianze di un parente della vittima

9 Gennaio 2024 - 18:27

Domani, mercoledì, nella città del foro si terrà una riunione del comitato Comitato Provinciale Ordine e Sicurezza Pubblica Resi noti oggi i risultati dell’autopsia. In calce all’articolo lo screenshot delle condoglianze arrivate da Casal di Principe da Diamante Nebbia, omonimo preciso del fratello della vittima

SANTA MARIA CAPUA VETERE – Che a Santa Maria Capua Vetere ci sia una emergenza criminalità è un fatto noto. Ma non è noto, almeno per quanto ci riguarda, solo dal momento in cui si è consumato il delitto di Capodanno cioè l’omicidio di Emanuele Nebbia, ma da molto più tempo, dato che le avvisaglie di questo fatto di sangue erano state molte ed evidenti, come dimostrano le nostre cronache dell’ultimo anno relativi a fatti di violenza consumatisi soprattutto nella zona delle palazzine Iacp e negli immediati dintorni.

Per cui è da ritenere condivisibile la decisione di tenere proprio a Santa Maria una riunione del Comitato Provinciale Ordine e Sicurezza Pubblica presieduto dal prefetto Giuseppe Cataldo e a cui parteciperanno il Questore Andrea Grassi, i comandanti provinciali dei carabinieri e della Guardia di Finanza, probabilmente il Procuratore della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere oltre al sindaco Antonio Mirra, con appuntamento fissato nella giornata di domani, mercoledì 10 gennaio.

Intanto, oggi, sono stati resi noti i risultati dell’esame autoptico sul corpo di Emanuele Nebbia. L’ogiva recuperata nella testa del 26enne è quella di un proiettile calibro 7,65. Un solo colpo, ma letale, esploso a distanza ravvicinata. Questo elemento fa capire chiaramente che Emanuele Nebbia si sia mosso, quella sera, con una certa tranquillità e che dunque non si aspettava che ci fossero delle persone che proprio durante quelle ore avrebbero potuto affrontarlo per ucciderlo. La distanza ravvicinata non è il bruciapelo, ma quasi dunque, il 26enne non ha ritenuto pericolosi i rumori dei passi che gli si stavano avvicinando. Distanza ravvicinata significa che quei passi Emanuele Nebbia li ha sentiti nonostante il fragore dei botti del Capodanno. Non è improbabile, dunque, che il giovane non si sia allarmato neppure quando ha incrociato lo sguardo di queste persone che gli venivano incontro e che gli hanno sparato quando gli sono arrivati vicinissimi. La distanza rappresenta un elemento ulteriore che consentirà alla magistratura inquirente di muoversi lungo il sentiero di un’accusa per omicidio premeditato in una dinamica sviluppatasi come un vero e proprio agguato camorristico con un colpo letale sparato alla testa da una distanza tale da non poter fallire il bersaglio, l’obiettivo già stabilito dal killer al momento in cui si è mosso per affrontare la sua vittima.

Insomma le indagini proseguono ed è probabile che gli inquirenti abbiano già delle idee abbastanza precise e dei sospetti significativi, concreti, su chi abbia potuto consumare l’omicidio. Per quanto riguarda le nostre indagini giornalistiche quello che vi scriveremo ora va comunque compensato d auna valutazione oggettiva riguardante le scelte che i Nebbia hanno fatto fino ad ora per difendersi nelle indagini in cui sono stati coinvolti.

Rileggendo le carte relative alle vicende di Diamante e Luigi Nebbia, abbiamo constatato che quando il primo è stato arrestato la residenza comunicata dal comunicato stampa ai giornali non era quella di Santa Maria Capua Vetere ma era collocata in quel di Casaluce, comune che fa tutt’uno con quello di Aversa. Ma il nostro settore cronaca si è lasciato incuriosire, nell’elenco dei vari Diamante Nebbia presenti con i loro profili in Facebook dalla fotografia di un commerciante di Casal di Principe, precisamente un pescivendolo. Proprio nella home del profilo citato abbiamo incrociato un messaggio di cordoglio per la morte di Emanuele Nebbia. Un dato indiscutibile che prova il fatto che questo pescivendolo di Casal di Principe intrattenga rapporti parentela con questa famiglia.

Questo può significare molto, ma può anche non significare nulla. Ma dalle nostre parti e considerando quello che storicamente si è sviluppato all’interno di quell’autentico grumo territoriale di violenza, costituito dal rione Iacp di Santa Maria, può anche significare qualcosa.