Vigilanza privata ed estorsioni: condannato Enrico Verso ‘o mannese, cognato di Bidognetti jr. TUTTI I NOMI DEI 4 ASSOLTI

14 Marzo 2024 - 18:06

Verso è stato a sua volta assolto per tutti i capi d’imputazione contestati tranne uno che lo coinvolgeva insieme a Salvatore Fioravante, non imputato in questo processo.

PARETE. Solo una condanna nel processo di primo grado, conclusosi pochi minuti fa al tribunale di Aversa-Napoli Nord, sulle accuse di intestazioni fittizie ed estorsioni, realizzate, secondo il teorema accusatorio della Procura, dal clan Bidognetti nella sua storica roccaforte di Parete.

Tre anni di reclusione per Enrico Verso, detto ‘o mannese, assistito dall’avvocato Domenico Della Gatta. Va chiarito però che Enrico Verso è stato assolto insieme agli altri imputati per l’intestazione fittizia e per gli altri capi di imputazione che lo riguardavano. I tre anni della condanna riguardano il capo 1.

Enrico Verso, per conto del cognato Raffaele Bidognetti, figlio di primo letto di Cicciotto ‘e mezzanotte, avrebbe, nella ricostruzione realizzata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, intestato società di vigilanza privata a terzi per imporre il servizio a imprenditori ed altri clienti, naturalmente attraverso l’intimidazione camorristica.

Tutti assolti gli altri imputati, in quanto, così hanno sentenziato i giudici, il fatto non sussisterebbe. Ciò in attesa di un probabile ricorso alla Corte d’Appello da parte della Dda. Verso rispondeva anche di un tentativo di estorsione insieme all’ancor più noto Salvatore

Fioravante, detto porcellino, di San Marcellino.

I tre anni appioppati a Enrico Verso rappresentano, comunque, un terzo della condanna a 9 anni invocata dal pm. I giudici hanno, invece, assolto le altre persone coinvolte: Antonio D’Abbronzo, 52 anni di Villaricca, Eugenio Di Laura, 56 anni di Gricignano d’Aversa, Carlo Verdone, 64 anni di Roma (omonimo dell’attore), Vincenzo Siano, 71 anni di Sant’Antimo.