Soldi e scarpe Gucci alla Garante dei detenuti. “Non corruzione ma atti d’amore”

5 Giugno 2024 - 10:04

CASAL DI PRINCIPE – Non c’era alcun patto corruttivo tra l’ex garante dei detenuti della provincia di Caserta, Emanuela Belcuore, e il recluso del carcere di Santa Maria Capua Vetere Mario Borrata, affinché questi avesse un trattamento di riguardo grazie alle attenzioni della garante e ai suoi buoni uffici presso la direzione dell’istituto.

E anche i regali che la Belcuore ha ricevuto tramite la sorella di Borrata, Sara, proprietaria di un negozio di abbigliamento a Casal di Principe, non rappresentano il prezzo della corruzione, ma semplici doni dovuti alla relazione che la garante intratteneva con Borrata.

Lo ha stabilito il tribunale del Riesame di Napoli, che ha annullato nei confronti di Mario e Sara Borrata la contestazione di corruzione contenuta nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Santa Maria Capua Vetere il 20 maggio scorso.

Mario Borrata, già in cella per un omicidio di camorra, era stato colpito da misura carceraria, la sorella Sara era invece finita agli arresti domiciliari.

Per entrambi però la misura nella sua interezza non è stata annullata, per cui restano le restrizioni alla libertà decise dal gip, essendo rimasto in piedi il reato di ricettazione di un telefonino che Borrata avrebbe usato in cella.

I giudici del Riesame hanno accolto la tesi difensiva dei fratelli Borrata che ha dimostrato, tramite soprattutto comunicazioni telefoniche intercorse tra le parti, che le scarpe Gucci come i vestiti e i soldi regalati alla Belcuore – dimessasi dal ruolo di garante nel luglio 2023 – non fossero legati ai presunti favori che per la Procura di Santa Maria Capua Vetere l’ex garante avrebbe fatto a Borrata, ma si trattasse invece di regali d’amore.