La base di spaccio di via Taormina, la Procura vuole a processo Monaco

4 Settembre 2024 - 09:49

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Tra le possibili cause dello scontro tra il figlio di Sandokan e un gruppo collegato ai Bidognetti

CASAL DI PRINCIPE – La Procura di Napoli nord vuole processo Giorgio Monaco, alias Mougli, arrestato lo scorso giugno con l’accusa di aver gestito una piazza di spazio all’interno di un palazzo di via Taormina a Casal di Principe dove i carabinieri lo hanno ammanettato lo scorso giugno.

Ad affiancare  Monaco, nella gestione della piazza dello spaccio alcuni albanesi. E’ questa la tesi su cui stanno lavorando i carabinieri a seguito delle informazioni raccolte. Base dello spaccio, secondo i militari dell’arma di Casal di Principe, era lo stabile di via Taormina immobile dove i carabinieri lo scorso mese di giugno hanno tratto in arresto Monaco.

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All’interno dello stabile i carabinieri, al momento del blitz, individuarono una pistola ad aria compressa, foglietti manoscritti riportanti nomi importi e grammi, che per la Procura riguarderebbe il rapporto tra gli acquirenti e i fornitori, ed ancora materiale per selezionare e confezionare dosi di stupefacente. La base di via Taormina era anche sorvegliata da un sistema di monitoraggio al fine di individuare eventuali interventi delle forze dell’ordine. Monaco, dallo scorso 13 giugno è ancora cautelativamente detenuto in carcere.

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Stando alle ipotesi investigative Emanuele Libero Schiavone, tornato in libertà lo scorso aprile dopo aver scontato 12 anni di detenzione, aveva preteso proprio dalla base di spaccio di via Taormina una quota del provento dell’attività di spaccio e dinanzi al rifiuto, pochi giorni prima del blitz del dei carabinieri, Schiavone avrebbe fatto visita in via Taormina prelevando della droga e malmenando un giovane in quel momento “in servizio”.

A seguito di questi episodi si sarebbero incrinati gli equilibri criminali in città determinando lo scontro culminato nella stesa prima in piazza Mercato, poi in via Bologna contro il portone di casa dei Sandokan ed infine contro nella strada dove abita Francesco Reccia, figlio del boss Oreste Reccia, recchia ‘e lepre, fidato di Emanuele Schiavone.

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