LATTE DELLA CAMORRA. L’Appello della Dda contro l’assoluzione dei fratelli Capaldo, nipoti di Michele Zagaria

3 Marzo 2025 - 10:58

I magistrati antimafia hanno presentato ricorso contro la sentenza assolutoria dei nipoti di Michele Zagaria

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CASAPESENNA – La Dda di Napoli fa appello contro la sentenza di assoluzione per Filippo e Nicola Capaldo, nipoti del boss Michele Zagaria coinvolti nell’inchiesta sul business del latte del clan dei Casalesi.

La prima sezione del tribunale di Santa Maria Capua Vetere presieduta da Giovanni Caparco, con a latere Francesco Maione e Patrizia Iorio, ha assolto i nipoti del capoclan dei Casalesi dalle accuse di associazione a delinquere di stampo mafioso, trasferimento fraudolento di valori, perchè il fatto non sussiste.

A parere dei magistrati antimafia il Tribunale ha ritenuto di assolvere gli imputati sulla scorta che “le

intercettazioni riversate in dibattimento non sono utilizzabili essendo state autorizzate in ordine a un reato diverso da quello contestato; nulla consente di affermare che la Cooperativa Santa Maria fosse una impresa facente capo al clan dei Casalesi da quest’ultimo utilizzata quale strumento per lo svolgimento dell’attività di distribuzione del latte nel territorio di alcuni comuni della Regione Campania al pari di quanto fosse stata la Euromilk srl , riferibile ai Casalesi attraverso i componenti della famiglia di Raffaele Capaldo, marito di Beatrice Zagaria, sorella di Michele Zagaria; nulla prova il diretto interessamento dei fratelli Capaldo nella costituzione e nella gestione della Cooperativa Santa Maria nè è provato che i soci e gli amministratori della Santa Maria Scarl (Petito e Zazzaro) sia dei prestanome dei Capaldo; l’inattendibilità delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia” ritenendo, dunque, che la decisione del Tribunale debba essere riformata perchè “frutto di una lettura probatoria errata e incompleta”.

Per i magistrati della Dda “la Santa Maria Scarl è riferibile ai Capaldo ed è stata la prosecuzione della Euromilk Srl e il Tribunale ha errato nella ritenuta inattendibilità dei collaboratori di giustizia Francesco Zagaria Ciccio e’ Brezza e Attilio Pellegrino”.