“Troppo grasso”. Aspirante carabiniere casertano fatto fuori dal concorso: la storia arriva in tribunale. ECCO LA SENTENZA

5 Ottobre 2025 - 13:00

In questo caso, a fare la differenza è stata la tenacia di un giovane che non ha accettato di essere giudicato inidoneo sulla base di un esame poi smentito

CASERTA – Sembrava una storia come tante di concorsi pubblici e selezioni rigorose, invece si è trasformata in una vera e propria battaglia legale durata quattro anni. Il protagonista è un giovane originario della provincia di Caserta, ex bersagliere e volontario nell’Esercito, che nel 2020 aveva deciso di partecipare al concorso per entrare nell’Arma dei Carabinieri.

Tutto sembrava andare per il verso giusto, aveva superato le prove fisiche e si era presentato in ottima forma, ma qualcosa è andato storto durante l’esame biometrico: secondo la Commissione medica, la sua percentuale di massa grassa era troppo alta, ben il 27,39%, oltre il limite massimo previsto (21%) per l’ammissione. Un dato che lo ha escluso in automatico dal concorso, senza appello.

Il ragazzo non si è dato per vinto e ha iniziato subito a far valere le sue ragioni: si è sottoposto a una serie di nuovi accertamenti, prima presso il Dipartimento di Medicina dello Sport dell’ASL di Caserta e poi anche con strumenti più avanzati in centri specializzati, che hanno dimostrato il contrario. Secondo tutti gli esami successivi, il suo livello di massa grassa era perfettamente nei limiti previsti.

Ma non è finita qui: dopo il primo ricorso al TAR e il diniego iniziale, la questione è arrivata fino al Consiglio di Stato, che ha riconosciuto come l’esclusione fosse frutto di un errore evidente, e ha ordinato di farlo partecipare con riserva alle fasi successive del concorso.

E il ragazzo ha superato tutte le prove, ha frequentato regolarmente il corso formativo ed è stato nominato carabiniere, anche se “con riserva”. Solo ora, a distanza di anni, è arrivata la sentenza definitiva del TAR del Lazio, che gli dà pienamente ragione: l’esclusione era illegittima, l’esame era inattendibile, il ragazzo aveva tutti i requisiti per essere ammesso e ha pieno diritto a essere inserito nella graduatoria finale del concorso, senza più riserve.

Il Ministero della Difesa è stato anche condannato a pagare le spese processuali e quelle della nuova visita medica disposta durante il processo.