I VIDEO E LE FOTO. MIRKO VALENTINO primo trionfo da professionista. E’ campione italiano in assenza del sindaco, andato a un convegno politico
15 Settembre 2018 - 16:00
MARCIANISE (g.g.) – Mirko Valentino avrebbe sognato una serata così nella sua Marcianise, nella città della boxe e invece è dovuto emigrare, seppur solo si una cinquantina di chilometri, trovando nel comune di Cusano Mutri, alta collina, in pieno Massiccio del Matese, in provincia di Benevento, l’entusiasmo, la disponibilità e i mezzi per allestire un evento sportivo importante. Il comune di Cusano Mutri e anche qualche amico personale di Valentino, pronto a contribuire come sponsor. Tra questi sicuramente una citazione e una menzione particolare merita Vincenzo Barbato, con il suo bellissimo ristorante Antichi Sapori in via Battisti a Caserta.
La boxe di oggi non è più quella di 30 anni fa, a quel tempo essere campioni nazionali pesava molto di più di quanto pesi oggi, erano tempi in cui la boxe attirava più pubblico televisivo e quindi allestire riunioni era molto più semplice. Oggi tirano molto i pugili olimpici, non a caso Clemente Russo, anche lui di Marcianise, è rimasto, formalmente, dilettante nella sua carriera. Passare professionista oggi è meno conveniente perché le borse si sono notevolmente ridotte. Scorrendo l’elenco dei campioni italiani, vediamo che per i due terzi questa segna caselle con la parola “Vacante” a dimostrazione del discorso fatto fino ad ora. Ma Mirko Valentino un nome ce l’ha, è stato campione mondiale, alle Olimpiadi solo per sfortuna non è riuscito a conquistare una o più medaglie, insomma nella sua categoria è stato il numero uno del mondo. Marcianise glielo doveva a Mirko Valentino, la soddisfazione di indossare la cintura nazionale nella sua città.
Una città che ieri l’ha incoraggiato facendo partire una vera e propria carovana di tifosi verso Cusano Mutri. C’erano appassionati, amici, la gente comune orgogliosa di questo figlio della città che a Marcianise ha dato tanto lustro. C’erano gli appassionati del Sannio che si sono uniti al tifo dei marcianisani. Non c’era il sindaco Antonello Velardi che ha perso l’ennesima occasione per dimostrare un afflato orizzontale per la sua città, per i figli migliori, magari riscattando quel raptus verticale che l’aveva portato l’altra sera a schierare una comica batteria di sedie di plastica riservata solo agli amici suoi e a quelli dell’amministrazione, mentre il popolo stazionava in piedi alle spalle di fronte al palco dove stava esibendosi Roberto Vecchioni (CLICCA QUI PER LEGGERE).
Ma Valentino non è che sia messo a guardare se tra il pubblico ci fossero notabili, sedicenti o meno, della sua città, sentiva il caos, il baccano, il pandemonio, ogni volta che riusciva a piazzare i suoi colpi eleganti, frutto della sua tecnica sopraffina che ieri sera ha avuto facilmente la meglio dell’avversario, Benoit Manno, duro, arcigno, esperto ma non in grado di mettere in difficoltà Valentino che l’ha tenuto a distanza con il suo jeb sinistro.
Il pugile marciansiano non ha voluto spingere più di tanto, probabilmente si è voluto provare sul passo più lungo delle 10 riprese, cosa diversa rispetto alle 3, che hanno segnato buona parte della sua carriera nella boxe con canotta e caschetto. Alla fine i giudici non hanno avuto dubbi e pur non marcando un vantaggio pesantissimo sono stati tuttti concordi nel riconoscere la vittoria di Mirko Valentino.
Su un ring americano avrebbero detto “Unanimous decision“: 49 a 47; 49 a 47 e, infine, l’ultimo cartellino, 49 a 46. La lettura del verdetto e la reazione entusiastica del gruppo la potrete guardare in uno dei video che pubblichiamo a corredo di questo articolo e a corredo di altri due, quello in cui viene suonato l’inno e un altro in cui si percepiscono nel frastuono alcune battute che Valentino rilascia allo speaker ufficiale della manifestazione.
Un primo passo, ora bisognerà capire per il pugile marcianisano farà prima un paio di difese del titolo e se Marcianise, finalmente, ne accoglierà una, poi il traguardo europeo diventerà obbligatorio, in quel contesto le cinture a disposizione dono più di una: Unione Europea e quella più antica e prestigiosa, quella con il simbolo Ebu, dev’essere l’obiettivo di un boxer del livello di Mirko Valentino. Da campione europeo assoluto nessuno potrebbe togliergli la possibilità di giocare una chance mondiali in una delle 4/5 sigle che oggi frammentano la boxe internazionale e che nate e moltiplicatesi per aumentare il numero degli eventi e dunque i soldi che circolavano,hanno finito per inflazionare il prodotto, abbassare sensibilmente il livello tecnico dei matce, con conseguente allontanamento da parte degli sponsor e le televisioni.