CASAGIOVE. “Ammazza che coraggio!”. Proroghe e prezzi da capogiro alla nuova impresa che gestisce i rifiuti umidi

15 Ottobre 2018 - 19:09

CASAGIOVE (g.g. & l.v.r.) – La storia nulla ha insegnato all’attuale sindaco di Casagiove Roberto Corsale il quale, ci dicono, fa tutto quello che deve fare uno che vuole farci incazzare. E’ perfettamente inutile, infatti, cercare sponde in amici e conoscenti comuni, perché CasertaCe e il suo direttore, lo diciamo anche a questo qua, hanno spalle larghe e capacità materiale ed economica per essere un “partito” a sé. Per cui, benvenuto sia il sindaco Corsale se vuole articolare con questo giornale un confronto aperto, rispettoso e trasparente, magari cominciando a comportarsi in maniera più educata quando risponde al telefono ai nostri cronisti, promettendo di farsi vivo senza mai adempiere a questo impegno. Lei è il sindaco, noi siamo un serio giornale d’informazione. Noi facciamo le domande che non concordiamo con nessuno, lei, se ritiene, risponde. Tutto qui. Questo è l’unico modo per dialogare con questo giornale.

A proposito di domande, e tornando alla prima affermazione di questo articolo, è mai possibile che dopo tutto quello che è successo relativamente all’appalto con la Termotetti, si costruiscano ancora rapporti a dir poco opachi, come quello nato tra il comune di Casagiove e la società di Angri, Inchem che, dal 22 giugno, stocca la frazione umida dei rifiuti della città, sostituendo in pratica la Gesia della

famiglia Sorbo impossibilitata dopo le visite ricevuta dai Noe? Si parte invitando tre imprese, tra cui la sgangheratissima LEA che faceva riferimento a un soggetto che fino a luglio era rintracciabile a telefono, salvo scomparire nel nulla ormai introvabile nella prospettiva, poi avvenuta, del sequestro, da parte dell’autorità giudiziaria del famoso capannone della zona Asi di Marcianise. Le altre due imprese sono state la Guido Tortora s.r.l. e la citata Inchem.

Nella determina firmata dal dirigente Fortunato Cesaroni, che a Caserta ricordiamo ancora come colui a cui Peppe Greco clonò, virgola per virgola, la tesi di specializzazione universitaria, facendola diventare la Relazione preliminare del Puc, viene raccontato che, il 22 giugno, manco a dirlo, il giorno successivo all’assunzione dell’architetto di Santa Maria Capua Vetere Filippo Virno, nuovo dominus e controllore della gestione dei rfiiuti in città, è stato affidato l’incarico alla Inchem per la cifra per 165€ a tonnellata, che è già un prezzo ragguardevole. Attenzione però, superato lo scoglio della gara, forse non a caso relativa ad un periodo breve, scadenza 22 luglio, si è cominciato nella pratica tecnicamente criminogena, secondo quello che scrive il presidente Anac Raffaele Cantone, delle proroghe. E qui si è consumato il capolavoro che forse nemmeno la peggiore Caserta dei tempi del dirigente Carmine Sorbo è riuscita a realizzare: non solo proroga senza gara, ma con un compenso sostanziosamente aumentato: da 165 euro a 190. Una sorta di record italiano. Divenuti 185€ a tonnellata nella proroga successiva scaduta il 23 settembre.

Ora, solo per farvi capire, vi favoriamo alcuni esempi di prezzi praticati da altri comuni per il trattamento della stessa frazione dei rifiuti, perfettamente corrispondente del suo codice CER 200108.

Nella città capoluogo, nel disciplinare di gara per l’affidamento del servizio di smaltimento dei rifiuti organici, la cifra inserita dal comune di Caserta è di 150€ a tonnellata, importo comunque elevato ma che avrebbe subito l’inevitabile ribasso. Spostandoci nel napoletano, precisamente a Casoria, il prezzo dell’appalto del 2014 per l’affidamento del servizio di smaltimento è di €/t 118,28 per CER 20.01.08. Una cifra simile a quella che, a Casagiove, viene pagata per lo smaltimento dei rifiuti derivanti da sfalci e potature (115€/t), per il conferimento dello stesso genere, nella stessa città dell’hinterland napoleatno, la base d’asta era a €/t 87,78. Nel 2013, infine, il comune di San Cirpiano d’Aversa, il servizio alla GE.S.I.A per 129€ per ogni tonnellata conferita. E’ evidente che, a Casagiove, i conti potrebbero non tornare.

 

QUI LA DETERMINA