Rinviati a giudizio 8 MEDICI dell’Ospedale Civile di CASERTA accusati di aver scambiato un aneurisma dell’aorta per un mal di pancia
6 Novembre 2018 - 13:52
SANTA MARIA CAPUA VETERE – Una vicenda particolarissima, in cui si è registrato uno scontro senza precedenti tra la tesi innocentista della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere e la tesi non necessariamente innocentista del Gip del Tribunale, la dottoressa Villano.
La particolarità è rappresentata dalla platealità con cui si è esplicitato questo braccio di ferro: per tre volte, sulla scorta delle relazione dei Ctu nominati dalla citata Procura, questa ha chiesto l’archiviazione per i medici dell’ospedale civile di Caserta, denunciati dalla famiglia di Andrea Arzillo, carabiniere morto nel 2013 a causa di un aneurisma dell’aorta, curato, a quanto pare, come un’appendicite, peraltro neanche tanto grave da necessitare un immediato intervento chirurgico.
Per tre volte il Gip ha ordinato nuove indagini, bollando come incoerenti e discutibili le relazioni dei Ctu, fino a quando, con un atto con pochi precedenti, lo stesso giudice, in contraddizione con quanto la Procura richiedeva, ha rinviato a giudizio i medici.
Riavvolgiamo, però, il nastro, per la descrizione di una vicenda dolorosa per la quale, ancora oggi, i congiunti di Andrea Arzillo, rappresentati dall’avvocato Alfredo Santacroce, lottano in maniera irriducibile:
Il procedimento penale riguarda il decesso di Andrea Arzillo avvenuto in data 04.08.2013 presso l’azienda ospedaliera di Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta ove era ricoverato dal 31.07.2013.
Il predetto si trovava in vacanza in Calabria quando in data 29/07/2013 alle ore 10:35 è ricorso alle cure del Pronto Soccorso dell’ospedale “Guidi Chidichimo” di Trebisacce.
Il giorno successivo 30.07.2013 in costanza di forti dolori il signor Arzillo veniva portato dai suoi familiari al pronto Soccorso del P.O. di Corigliano.
Il 31 luglio 2013 alle ore 21:32 il sig. Arzillo viene portato dai suoi familiari presso la AORN di Caserta dove viene ricoverato con diagnosi di ingresso di colica addominale da “ sospetta appendicopatia”.
In data 04.08.2013 alle ore 20:45 viene constatato il decesso del paziente.
Il sig. Arzillo Andrea morì a causa di un’aneurisma dell’aorta avente dimensioni di 5 cm, sintomatico curato con antidolorifici e morfina quando vi erano tutte le condizioni per un intervento in urgenza.
All’esito del decesso i familiari sporgevano denuncia nei confronti dei sanitari che ebbero in cura il sig. Arzillo.
Fu conferito dalla Procura un primo incarico CTU al dott. Lepore il quale dopo circa un anno depositava il suo elaborato con il quale escludeva la responsabilità di tutti i medici coinvolti e pertanto l’ufficio di procura presentava richiesta di archiviazione.
Fu presentata una prima opposizione all’archiviazione in cui venivano chiesti dal difensore dei familiari approfondimenti investigativi alle luce dell’errore diagnostico in cui era incorso il radiologo dell’ospedale nonché il ctu nella misurazione del diametro del sacco aneuirismatico e della mancata valutazione della forte sintomatologia in atto.
Fu accolta la prima opposizione all’archiviazione con indagini suppletive disposte dal GIP dott.ssa Villano sulla base delle richieste della difesa delle parti offese.
I nuovi consulenti incaricati dalla procura confermavano un errore nel referto relativo all’esame TAC, quanto all’indicazione delle dimensioni dell’aneurisma risultato essere di circa 5 cm e non 3 come indicato dal radiologo dott. Moggio Giovanni: il PM dott. Carlo Fucci notificava a quest’ultimo avviso conclusione indagini ex art. 415 bis cpp e disponeva l’archiviazione per tutti gli altri sanitari.
Inaspettatamente il PM conferendo un ulteriore incarico di consulenza si determina a chiedere l’archiviazione anche per il dott. Moggio.
La difesa dei familiari propone opposizione all’archiviazione per tutti i sanitari coinvolti dell’Azienda ospedaliera S. Anna e S. Sebastiano e per il radiologo dott. Moggio.
Anche questa seconda richiesta di archiviazione veniva rigettata dal Gip dott.ssa Villano in data 29.9.2017 la quale riteneva che “come condivisibilmente affermato dall’opponente, anche la nuova consulenza dei tecnici nominati dal PM presentasse delle contraddizioni ed illogicità sugli aspetti già evidenziati da questa Autorità Giudiziaria nel precedente provvedimento, che non consentivano di ritenerlo pienamente convincente quanto alle conclusioni rassegnate”.
Successivamente a tale pronuncia il PM in data 23.12.2017 avanzava nuova richiesta di archiviazione, ritenendo di non individuare profili di responsabilità a carico degli indagati.
Avverso tale richiesta si procedeva nuovamente ad opposizione all’archiviazione da parte del difensore della famiglia Arzillo
Anche quest’ultima richiesta di archiviazione veniva rigettata dal Gip il quale come da allegato provvedimento ha disposto che il PM entro 10 gg formuli l’imputazione nei confronti degli indagati Mariano Francesco, Scianu Donato, Sgueglia Sergio, Maresca Antonello, Carbone Raffaele, Coppola Giuseppe, Carotenuto Raffaele e Moggio Giovanni.
La famiglia Arzillo ha combattuto con tutte le sue forze in 5 anni affinché venissero giudicati in un processo i sanitari coinvolti nel decesso del proprio congiunto.
Purtroppo la stessa si è dovuta scontrare contro un sistema che troppo spesso tende a proteggere chi ha scelto nobilmente di dedicare la propria vita alla cura ed all’assistenza degli ammalati.
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