Violata la legge sui docenti di religione. Il Miur condannato a risarcire due prof di SESSA AURUNCA
1 Marzo 2019 - 09:13
SESSA AURUNCA – Il Tribunale del lavoro di Roma ha condannato il MIUR ha pagare la somma di 30.000 euro a favore di due insegnanti di scuola primaria ancora precarie. I giudici hanno infatti accolto le tesi degli avvocati che hanno difeso con successo i diritti di due docenti del comune di Sessa Aurunca.
Il Giudice del lavoro ha criticato nei confronti del MIUR la sistematica violazione della legge 186/03 riguardante i docenti di religione. Si è osservato come: ‘il Ministero non ha ottemperato all’impegno, pur normativamente previsto, di indire un concorso ogni tre anni, poiché l’ultimo concorso è stato indetto con decreto della direzione generale del personale della scuola del 2.2.04 ‘per la copertura dei posti che risultino vacanti e disponibili all’inizio di ciascuno degli anni scolastici 2004/2005, 2005/06 e 2006/07 (art. 1, comma 4, l. 186/03’)’.
Il precariato è una problematica attuale del sistema scolastico nostrano. Non è certo un segreto che ogni anno numerosi istituti italiani (dalle primarie alle superiori) inizino l’anno scolastico con varie cattedre vacanti.
Fa riflettere come talvolta non si riescano a reperire insegnanti neanche dalle graduatorie di terza fascia, così come fa riflettere il fatto che attualmente manchi una reale stabilizzazione per quei docenti che, privi del ruolo o di un’abilitazione, sono costretti a trasferirsi lontano da casa propria, contando sulle convocazioni (talvolta occasionali) di una scuola ‘bisognosa’ dei suoi servigi.
Nei prossimi mesi dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) essere indetto il concorso per i docenti di scuola secondaria di primo e secondo grado, aperto in teoria a tutti (abilitati e non, ma è ancora da leggere il bando integrale).
Non tutti i precari sembrano apprezzare questo concorso imminente, timorosi che debbano lasciare il passo a ‘neolaureati senza esperienza’. Paure del resto comprensibili che aggiungono ulteriori interrogativi su una categoria dal futuro sempre più in bilico.