Ordine degli Architetti. La Presidente Bicco, rimessa in carica dal TAR, fa finta di non sapere che si è trattata di una decisione sulla procedura e non sul merito
2 Agosto 2019 - 11:35
CASERTA (PasMan) – Come sanno i lettori di CasertaCe, con una serie di articoli abbiamo seguito le intricate vicende interne dell’ordine degli archetti di Caserta di questi ultimi e tribolati mesi, le quali in queste ore si arricchiscono di una nuova traversia.
Si ricorderà che lo scorso marzo, l’allora presidente in carica Rossella Bicco, eletta da poco meno di due anni, veniva sfiduciata dalla maggioranza dei consiglieri in occasione della riunione per il rinnovo delle cariche istituzionali, venendo avvicendata dal neo eletto Raffaele Cecoro. Una decisione giunta dopo che – come recitava un comunicato stampa diramato nella circostanza – si erano registrate, da parte degli iscritti, lamentele a causa della disfunzione degli uffici di segreteria e di altre problematiche di gestione dell’Ordine.
La Bicco, da parte sua, non si rassegnava alla destituzione, votata peraltro a larghissima maggioranza, e presentava ricorso al Tar Campania.
L’altro giorno, il giudice amministrativo ha reintegrato la ricorrente nel suo incarico. La Bicco ha commentato la circostanza con queste parole: “ La
In verità i termini ci paiono piuttosto enfatici se, come è dato desumere dal comunicato stampa che abbiamo ricevuto da parte degli undici dei 15 consiglieri che compongono l’ordine professionale e che in calce pubblichiamo, la pronuncia giudiziaria avrebbe sanzionato la irritualità della procedura di destituzione della Bicco, senza tuttavia riferirsi al merito.
Il quale merito, allo stato delle cose, è irrefutabile: la cospicua maggioranza dell’organo statutario collegiale è a sfavore della presidente giudizialmente reintegrata.
Chissà come e quando si andrà a nuove elezioni e se la Bicco sarà in grado di ribaltare tale obiettiva situazione di fatto, nei cui confronti, come potrete leggere nel comunicato a firma dei consiglieri dissidenti, vengono mossi rilievi non da poco, giacché si parla di “…vicende inventate come la bomba alla sede dell’Ordine o per situazioni finanziarie drammatiche che lei stessa aveva creato con il suo lassismo (sic!)”.
E non si può, qui, fare a meno di evidenziare come si resti smarriti dal fatto che entrambe le parti in contesa si appellino ad una esigenza di legalità di cui si dichiarano ambedue vindici e che non aiuta certo nella comprensione della questione.
Speriamo che quanto prima torni un poco di ordine, nell’Ordine degli architetti casertani, che in un passato articolo abbiamo immaginato come sentinella e tutore del nostro territorio. La missiondi un ordine professionale così prestigioso dovrebbe ricollegarsi al pensiero meravigliosamente lucido di personaggi come il filosofo britannico Roger Scruton, “…l’estetica è più importante delle esigenze demografiche [in riferimento al decadimento architettonico delle megalopoli dovuto all’esplosione abitativa, n.d.r.] ed essere circondati da luoghi piacevoli è essenziale…”. Ciò che dovrebbe valere, in sedicesimi, anche nella sia pur disamena Caserta, per le cure di quei professionisti.
COMUNICATO STAMPA DI 11 CONSIGLIERI SU 15 ORDINE ARCHITETTI DI CASERTA
Con la Sentenza pubblicata il 30 luglio 2019 il TAR Campania ha accolto il ricorso dell’arch. Bicco contro l’Ordine degli Architetti PPC di Caserta per la revoca della carica di Presidente avvenuta il 18 marzo scorso. Benché in numerose dichiarazioni stampa l’arch. Bicco plaude alla propria incoronazione da parte del Tribunale, molto più semplicemente le motivazioni della sentenza del TAR attengono esclusivamente al mancato inserimento nell’ordine del giorno allegato alla convocazione dell’argomento della revoca della carica. E lo stesso TAR, che di norma applica il pagamento delle spese processuali alla parte soccombente, ha testualmente affermato che “la prolungata conflittualità nel Consiglio e l’obiettiva difficoltà di pervenire ad una risoluzione delle problematiche che hanno condotto all’illegittima rimozione del Presidente costituiscono giuste ragioni per disporre l’integrale compensazione fra le parti delle spese del presente giudizio”, di fatto constatando la bontà dei tentativi per il legittimo esercizio della democrazia.
Erano diversi mesi che la schiacciante maggioranza di 11 Consiglieri su 15 chiedeva formalmente all’arch. Bicco l’inserimento all’Ordine del Giorno dell’argomento di revoca della carica, e puntualmente – questo sì illegalmente – tale richiesta veniva negata o ignorata. I Consiglieri sono stati pertanto costretti a scommettere sulla corretta interpretazione della norma, e a inserire durante la seduta di Consiglio l’argomento della revoca che ovviamente non era stato inserito dall’arch. Bicco. Anche se previsto nel Regolamento interno, dichiarato legittimo e non annullato, il TAR ha ritenuto che gli argomenti da poter inserire durante la seduta di Consiglio devono essere solo accessori e di secondaria importanza.
I Consiglieri hanno agito nella consapevolezza del limite interpretativo poiché era l’unico modo per stringere i tempi: l’arch. Bicco era in procinto di portare l’Ordine alla rovina, di fatto chiedendo qualche giorno prima del Consiglio, e formalmente al Ministero, il commissariamento per vicende inventate come la bomba alla sede dell’Ordine o per situazioni finanziarie drammatiche che lei stessa aveva creato con il suo lassismo (sic!).
I tempi del TAR non avrebbero infatti permesso il ristabilirsi di condizioni di normalità – tanto è vero che la sentenza è stata depositata quasi tre mesi dopo la data di emissione – e i Consiglieri hanno agito per scongiurare il commissariamento e nuove elezioni, reale obiettivo dell’arch. Bicco che senza più consiglieri al seguito impediva il formarsi di una nuova governance e seguiva la norma “cada Sansone con tutti i Filistei”.
Rispettosi della sentenza del TAR, la maggioranza di 11 Consiglieri su 15, che negli ultimi quattro mesi ha ripristinato condizioni di regolare funzionamento dell’Ordine, ha già da ieri ripreso il cammino per la richiesta di revoca, indirizzandone richiesta formale. Nell’interesse dei tremila iscritti rappresentati, argineranno le azioni demolitorie verso il regolare funzionamento dell’Ordine, ristabiliranno la legalità e lasceranno, a chi di legale conosce solo l’ora, la soddisfazione della propria vittoria di Pirro.
11 CONSIGLIERI SU 15 Raffaele Cecoro, Raffaele Cecere, Domenico Di Carluccio, Mario Diana, Carmine Grassia, Pasquale Iaselli, Antonietta Manco, Anna Emanuela Merola, Valeria Mileva, Giancarlo Pignataro, Maria Cristina Volpe.