Armi nascoste per il clan, il coronavirus non ferma il processo

19 Marzo 2020 - 15:10

CASAL DI PRINCIPE (Tina Palomba) – Il coronavirus non ferma i processi che vedono protagonisti dei detenuti. Questa mattina è stata celebrata una nuova udienza, dinanzi al tribunale di Napoli Nord, ad Aversa, nel procedimento a carico Luca Corrado e Mario Pagano, accusati di detenzione illegali di armi con l’aggravante del metodo mafioso.

Si tratta dell’inchiesta nata dopo l’arresto di Davide Diana di Casal di Principe, già condannato a quattro anni dopo la scelta del rito abbreviato. In aula era presente il pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia Simona Belluccio.

Questa mattina è stato ascoltato un maresciallo dei carabinieri che ha riferito ‘la perquisizione a casa di Diana nacque da una fonte confidenziale‘. Ricordiamo che Corrado (detenuto a Caltanissetta, difeso dagli avvocati Domenico Della Gatta e Lino Mascia) e Pagano (difeso dall’avvocato Paolo Caterino) sono stati raggiunti da queste nuove accuse (detenzione illegali di armi per il clan dei Casalesi) dopo che nel corso di alcune intercettazioni ambientali nel carcere, Diana, il primo arrestato, confidò ai parenti nel corso di alcuni colloqui che le armi scoperte nella sua abitazione erano di Luca Corrado.

Il processo è stato aggiornato a maggio per sentire altri testimoni. Questa mattina in videoconferenza è stato possibile effettuare in massima sicurezza il collegamento con i detenuti,  ma in aula ad Aversa, con non poche difficoltà, viste le aule piccolissime del tribunale di Napoli Nord, erano presenti i giudici e gli avvocati e personale del tribunale con mascherine e guanti con distanze nei limiti della sicurezza.