ESCLUSIVA MARCIANISE. Presunti abusi edilizi nella casa di Antonello Velardi. I Carabinieri hanno aperto una indagine
11 Maggio 2020 - 17:57
MARCIANISE – Nei giorni scorsi, i Carabinieri della locale Stazione vogliono vederci chiaro.
Intendono capire, cioè, se la parte del palazzo di viale Kennedy in cui risiede, con la propria famiglia, l’ex sindaco di Marcianise Antonello Velardi, sia in ordine con tutte le norme che regolano il sistema delle autorizzazioni relative a interventi di ampliamento o comunque di ristrutturazione anche in funzione degli strumenti di regolamentazione urbanistica vigenti.
Riteniamo che anche Antonello Velardi, da ex sindaco, sarà felice di ricevere questo accertamento per dimostrare la totale regolarità dell’immobile in cui abita oggi, e in cui ha anche abitato per circa 4 anni il sindaco pro tempore, cioè la massima autorità cittadina di Marcianise.
L’attenzione degli inquirenti si concentrerebbe su presunti lavori realizzati nell’ultimo decennio e su eventuali richieste di autorizzazioni in sanatoria.
Siccome non è costume di questo giornale, a differenza di quello che è il costume di Antonello Velardi, seminare illazioni o supposizioni su argomenti di cui abbiamo poca conoscenza, ci fermiamo qui.
Naturalmente, da questo momento in poi, la casa di Antonello Velardi, di cui fino ad oggi non ci è fregato un tubo, diventa, alla luce dell’interesse mostrato dai Carabinieri verso la stessa, un interessante argomento giornalistico.
Non sarebbe stato così nel caso in cui Velardi fosse rimasto, nel 2016, un privato cittadino. Non perché le presunte violazioni edilizie non siano degne di diventare oggetto di articoli, ma perché se ci dovessimo mettere a cercare tutti gli abusi, grandi e piccoli, sviluppatisi a Marcianise ma anche fuori, occorrerebbe un battaglione di giornalisti.
Ma quella non solo la casa in cui ha abitato il signor Antonello Velardi. E’ anche la casa in cui ha abitato, per quasi 4 anni, il sindaco di Marcianise.
Per cui, mentre nel caso di un’analisi relativa ad abusi fatti da privati cittadini, la trattazione giornalistica è più un diritto che un dovere, in questo caso è proprio un dovere, un atto dovuto.