Alla Provincia non è cambiato nulla per gli appalti. Non si capisce a chi sia passata la gara da 2 MILIONI vinta e poi persa al Tar dal genero di Anacleto Colombiano
9 Giugno 2025 - 13:42

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NON NE FATE FACCIA, nonostante tutto quello che è successo con Magliocca, Palmieri, Madonna e co. Nessuna traccia dei verbali di gara, in patente violazione del decreto sulla Trasparenza, oltre che della ditta esecutrice (art.68 codice Appalti) scelta dal consorzio Fenix, che a Caserta ha lavorato con Raffaele Pezzella, almeno per quanto sappiamo noi
CASERTA (l.v.r./g.g.) – E’ mai possibile che non sia possibile conoscere l’esito di una gara d’appalto da 2 milioni e 183 mila euro? In questa terra, in questa provincia, sì. Andiamo subito alla storia. Il 27 dicembre 2024, l’amministrazione provinciale di Caserta rende molto felice Marcello Della Corte, genero di Anacleto Colombiano, sindaco di San Marcellino e candidato proprio alla presidenza della Provincia, teleguidato da Giovanni Zannini, aggiudicando in via provvisoria la procedura di appalto per la sistemazione, adeguamento e messa in sicurezza della rete viaria comunale di Raviscanina, ente guidato dal sindaco, anch’egli zanniniano, Vincenzo Castrillo.
Dalla fine del 2024 ad oggi, però, sono successe una serie di cose interessanti. Visto che né il geometra della provincia Giuseppe Ranieri, né il responsabile comunale di Raviscanina dell’area Tecnica, Vincenzo Maiello, hanno ritenuto di non dover rispettare la legge sulla trasparenza del 2013 che, in combinato disposto al nuovo codice degli Appalti, prevede la pubblicazione di verbali di gara a seguito dell’esito della procedura.
E qui di esiti non ce n’è stato uno, ma addirittura due perché, dopo l’aggiudicazione alla D.C. Costruzioni di Della Corte, la seconda in graduatoria – per quanto ne sappiamo, visto che, come detto, mancano i verbali di gara, evidente violazione di legge, unico operatore economico in lizza con il cognato di Colombiano – ha fatto ricorso al Tar della Campania, lamentando un errore di calcolo da parte della commissione di gara, a noi ignota per i motivi di cui sopra, che però avrebbe favorito la D.C. Costruzioni.
Secondo quanto contestato dalla seconda in gara, l’errore sarebbe consistito nell’aver assegnato il massimo punteggio all’offerta con il ribasso più basso, anziché a quella con il prezzo più basso, come invece previsto dal bando. In questo modo, sarebbe stata favorita un’offerta economicamente meno vantaggiosa, alterando il corretto esito della procedura. Il Tar ha ritenuto fondata l’osservazione, evidenziando che la commissione di gara ha interpretato in modo errato la formula matematica per la valutazione delle offerte economiche.
E quindi, ora abbiamo un secondo esito e un secondo aggiudicatario, ovvero il consorzio Fenix, con sede a Bologna, molto attivo in provincia di Caserta grazie alle attività di Raffaele Pezzella, soggetto ritenuto dalla procura di Benevento un corruttore, mentre per la di DDA di Napoli avrebbe anche finanziato il clan dei Casalesi, ricevendo agevolazione negli appalti pubblici.
A Caserta il Consorzio Fenix, secondo quanto analizzato da questo giornale negli anni, ha lavorato solo e soltanto con aziende di proprietà o riconducibili, secondo i magistrati della DDA di Napoli, all’imprenditore di Casal di Principe, sotto processo per le imputazioni sopra riportate.
E allora sarebbe interessante capire quale sia la ditta esecutrice, visto che non sarà il consorzio Fenix a lavorare sul cantiere, bensì una sua, diciamo così iscritte. E neanche questa volta l’architetto Maiello del comune di Raviscanina, così come il geometra provinciale Ranieri, hanno ritenuto di specificare la società consorziata che avrà in mano il cantiere e, di riflesso, riceverà i pagamenti. E neanche questa volta, di nuovo, hanno rispettato la legge, visto che il codice degli Appalti 2023, riprendendo quanto previsto all’articolo 48 del vecchio Codice del 2016, prevede che “in sede di offerta sono specificate le categorie di lavori o le parti del servizio o della fornitura che saranno eseguite dai singoli operatori economici riuniti o consorziati, con l’impegno di questi a realizzarle (art. 68)”.
E allora, Maiello, Ranieri, ci spiegate chi diavolo ha in mano questo appalto? E lo chiediamo in primis all’ente che ha fatto da stazione appaltante, ovvero la provincia di Caserta, che tante procedure discutibili, con aggiudicazioni a ditte vicine alla camorra, ha avuto nella sua storia recente, come sa bene lo stesso Ranieri, il quale ha gestito tante gare d’appalto in questi anni. Una procedura che ci conferma un’idea che avevamo: le dimissioni di Giorgio Magliocca, del novembre scorso, non hanno cambiato nulla nella gestione dell’amministrazione provinciale di Caserta. Non che non fossero giuste e corrette, a nostro avviso, ma i problemi non erano certo tutti nella figura dell’ex sindaco di Pignataro Maggiore. Ma anche il comune di Raviscanina non ha rispettato la pubblicazione dei verbali, compiendo a nostro avviso un atto illegittimo.
Secondo noi dietro questa aggiudicazione al Consorzio Fenix, con sede a Bologna, in una Galleria Bassi che ospita migliaia di uffici, chissà se con il metodo Falanga-Mira del domicilio digitale a Milano, guidato da un imprenditore meridionale, assistito da tecnici meridionali, c’è una ditta esecutrice casertana, probabilmente vicina ad un imprenditore amico di Raffaele Pezzella, se non del Pezzella stesso, come già successo nelle gare gestite dalla Provincia di Caserta. L’indizio che, a nostro avviso, ci conferma la natura casertana della ditta esecutrice di Fenix? Un avvocato. Il bravissimo Mario Caliendo, esperto amministrativista che lavora e ha lavorato con tantissime imprese, soprattutto dell’agro Aversano, relativamente a gare d’appalto, interdittive antimafia e vicende finite dinanzi ai giudici del Tar.