AVERSA. Ivan Statuto, della nota dinastia, insieme a Gianpaolo Pisciotta, da un lato è in causa col comune, dall’altro ottiene super concessioni per il riuso dell’immobile ex tribunale di via Corcioni

29 Luglio 2018 - 18:43

AVERSA(l.d.a.) Grosso contenzioso di quasi 300 mila euro tra il Comune e una società Immobiliare. Alla base della lite giudiziaria vi è da un lato il mancato uso dell’immobile sede del Palazzo sede del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, sezione di Aversa e dall’altro un permesso a costruire negato. Da 3 anni vi è in corso una battaglia giudiziaria tra la Re Trading SRL, il cui amministratore unico è Ivan Statuto, giovane appartenente alla nota famiglia originaria di Casaluce, nipote di Rodolfo Statuto, condannato per concorso esterno in associazione camorristica (reato al confine con la camorra) al processo Spartacus, sentenza di primo grado emessa dalla Corte di Assise di Santa Maria Capua Vetere.

Come mostrano le determine comunali di Aversa, l’Ente sta spendendo soldi per i giudizi pendenti innanzi il Tribunale di Napoli Nord, spese legali, per resistere al contenzioso promosso dalla società Re Trading. Pochi giorni fa l’ultima nella quale la società di Statuto, notificava una richiesta di circa  228 mila euro, (la determina in questione la pubblichiamo in calce) per i danni subiti dall’omessa utilizzazione dell’immobile, ex sede del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, sezione distaccata di Aversa, in via Corcioni.

E’ ovvio che trattandosi di uno Statuto, la notizia è destinata ad avere un maggiore impatto rispetto a un caso in cui è coinvolta una famiglia meno conosciuta. D’altronde, di Rodolfo Statuto hanno scritto tantissimi giornali. Centinaia di articoli e inchieste sono state scritte. Su di lui, cioè sullo zio di Ivan Statutto si sono sercitate penne importantissime del giornalismo d’inchiesta italiano. A partire da quella molto autorevole di Marco Lillo al tempo giornalista de “L’Espresso”, oggi passato, insieme a Padellaro che de “L’Espresso” è stato direttore, nei ranghi de “Il Fatto Quotidiano”. 

Per non parlare del grande “casotto” successo ai tempi dei cosiddetti “furbetti del quartierino” quando in Italia non si parlò d’altro che di Stefano Ricucci, al tempo marito di Anna Falchi, di Danilo Coppola e di Giuseppe Statuto, altro componente della famiglia dei cavaioli di Casaluce. Tutti e tre uniti appassionatamente nell’idea di compiere grandi scalate industriali senza aver quattrini in mano. 

Ivan Statuto, cioè la persona che con la sua socità è in contenzioso con il comune, ha attraversato a sua volta, momenti molto delicati dal punto di vista giudiziario. Molto nota quella del sequestro preventivo di un corpo di fabbrica di circa 100 mq con contestuale iscrizione nel registro degli indagati per aver, secondo l’accusa, costruito all’interno di una zona oggetto di vincoli paesaggistici.

Tra i beni della famiglia ache l’immobile di via Corcioni che ha ospitato prima la pretura, poi la sezione distaccata di Aversa del tribunale di Santa Maria, con le insegne della società Re Trading. Una distriba giudiziaria molto lunga quella fra la Re Trading e il comune di Aversa. La società ritiene di vantare crediti superiori ai 300 mila euro per canoni non corrisposti dal comune.

Se il comune sta resistendo in giudizio, spendendo anche molti quattrini per gli avvocati, vuol dire che ritiene di avere dalla propria parte delle ragioni. A complicare e a rendere ancora più intricata questa vicenda, arriva, nel 2015, l’iniziativa di Ivan Statuto e della sua società, la quale chiede un permesso a costruire per realizzare dei parcheggi vicini a case e negozi. 

Della cosa, non si sa più niente. Qualche mese fa, l’ingegnere Serpico dell’ufficio tecnico del comune normanno, rilascia il permesso a costruire, contrassegnato con il numero 14150. Ma non si tratta del parcheggio, ma di una operazione di abbattimento dell’immobile e di ricostruzione di unità abitative. Incuriosisce anche il nome del firmatario di questo progetto, ma anche di quello contenuto nel permesso a costruire del 2015. Si tratta di un nome noto nelle dinamiche non sempre brillantissime dell’edilizia privata di Aversa: l’ingegnere Gianpaolo Pisciotta, assessore della prima giunta De Cristofaro. 

 

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