BANCHE & PASTICCERIA. Ecco perchè Pasquale Fontana ha potuto aprire a Bologna i conti correnti di Butterfy

26 Aprile 2019 - 17:50

CASAPESENNA – Ha un senso e c’è un motivo per l’apertura dei conti correnti nella filiale di Casalecchio di Reno, in pratica siamo all’immediata periferia di Bologna, della Banca Popolare di Vicenza, dalle imprese che gestivano la miriade di pasticcerie e punti vendita di un gruppo imprenditoriale che a questo punto potremmo definire Zagaria-Santoro-Fontana.

Il senso lo si comprende leggendo con la massima attenzione l’ordinanza recente che ha portato all’emissione di provvedimenti cautelari in carcere a carico degli stessi Giuseppe Santoro e Pasquale Fontana.

A un certo punto, il collaboratore di giustizia Salvatore Venosa dichiara: “So con certezza che lui (Pasquale Fontana, n.d.d.) poi man mano s’è recuperato e l’hanno messo un pò in Emilia. Quando noi…c’era un imprenditore un pochettino in difficoltà, dicevamo vabbè questo lo mettiamo a Parma, faccio un esempio, questo lo mettiamo a Modena, questo lo mettiamo a Firenze, nel senso per qualche lavoro.

Dichiarazione illuminante, quanto inquietante. Si capisce quale sia stato il grado di penetrazione del clan dei casalesi nei sistemi economico-imprenditoriali e forse anche nella pubblica amministrazione di queste aree del paese.

Insomma, Pasquale Fontana era in difficoltà e fu aiutato da Michele Zagaria ma da tutto il clan. Fece dei lavori in Emilia, dove si insediò per un periodo e dunque diventa più che verosimile il fatto che il rapporto che il rapporto con Alessandro Cosma,

impiegato della filiale di Casalecchio di Reno, Emilia che più Emilia non si può, sia stata conseguenza proprio di questa sua parentesi imprenditoriale, vissuta in nome e per conto del clan dei casalesi, al di la degli Appennini.

Poi il resto viene da se. Pasquale Fontana apparecchia tutte le condizioni e le situazioni tecniche e, come vedremo in seguito, gestisce i passaggi bancari con Alessandro Cosma in persona. Con il quale discorre anche al telefono, non sapendo evidentemente di essere intercettato in quanto la Dia di Bologna aveva aperto un’indagine su questi strani movimenti bancari.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA