LA NOTA. Butta sul tavolo del cenone un “bel femminicidio”, moda morbosa. Ma purtroppo Concetta Salomone non l’ha uccisa nessuno

1 Gennaio 2019 - 17:24

FALCIANO DEL MASSICO – Sono molti gli elementi da valutare rispetto alla scena della morte di Concetta Salomone, così come questa si è palesata agli occhi di quei due ragazzi che hanno dato l’allarme vedendola riversa a terra in una pozza di sangue.

Alcuni sono reali, altri sono suggestivi. Senza inerpicarci in complicati discorsi riguardanti la psicologia delle masse così come questa viene in parte determinata da noi furbacchioni giornalisti che cinicamente cavalchiamo il trend dei femminicidi (perché diciamocela tutta, questo funziona come un vero e proprio detonatore di interessi, spesso morbosi, in grado di spingere i totalizzatori degli organisti dell’informazione multimediale a livelli altissimi), diciamo solo una cosa: con una donna a terra morta in una pozza di sangue il femminicidio va da sé.

Poi si è scoperto che tra lei e il marito non c’erano mai state discussioni tali da richiedere l’intervento dei vicini di casa, men che meno quello delle forze dell’ordine.

Però, cavolo, a Capodanno un femminicidio ci sta troppo bene, fra una fetta di panettone e uno zampone con lenticchie.

Anche perché, tra i ritualismi dialettici che servono per passare il tempo in queste giornate un po’ belle e un po’ noiose, questa è l’ultima moda del conformismo.

Di un conformismo pop, alla portata di tutti, in cui ognuno può dire ciò che gli pare dando una propria chiave di lettura, dall’alto o dal basso della propria esperienze di vita, dell’ennesimo immondo delitto.

La speranza è che, scavallando il pranzo di oggi, si potrà affrontare la vicenda della povera Concetta Salomone con qualche tratto di serietà positivista.

I fatti, le circostanze. Quell’unica ferita riscontratale che sarebbe pienamente compatibile con l’impatto con il gradino sottostante subito dopo essere scivolata di prima mattina.

Insomma, la speranza è che dopo le necessità dei convivi di fine anno, i periti, gli esperti, i medici legali possano tornare a dire, seppur sommessamente, che aver studiato fornisce loro, forse, un minimo di competenza in più per parlare con cognizione di questa morte, di questa povera donna, di questa famiglia indigente che non poteva diventare il target di nessun ladro, che non aveva il tempo di litigare.

Su quello che scrivono gli altri giornali evitiamo ogni commento limitandoci a dire che l’ipotesi più solida, in attesa dell’autopsia, è proprio quella dell’incidente domestico.