CAMORRA, APPALTI E POLITICA. 24milioni di euro dall’ASL Napoli 1, i Rea facevano i tirchi con Nicola Ferraro che chiamavano Bombolo F. L’impresentabile situazione del cartello Raia-Verolla

3 Giugno 2025 - 19:03

Mentre sugli appalti Asl di Caserta e Benevento non c’erano problemi stavolta Luigi Rea o rattus si era impuntato con i capuani Antonio Moraca e Giuseppe Rubino, fiduciari dell’imprenditore di Casal di Principe. Domanda: ma è mai possibile che la famiglia della consigliera regionale Paola Raia abbia acquisito appalti per centinaia di milioni di euro dalle Asl e dalle aziende ospedaliere che costituiscono, senza sé e senza ma, una diretta emanazione della regione Campania?

NON DIMENTICARTI DI SEGUIRE CASERTACE NELLA COMMUNITY WHASTAPP
CLICCA QUI -> https://chat.whatsapp.com/DAgb4AcxtG8EPlKwcTpX20

CASERTA – (g.g.) Ragionando sull’inchiesta della Dda, riguardante l’attività di camorra svolta, secondo l’accusa, da Nicola Ferraro e da una pletora di persone riconducibili più o meno a lui, non bisogna mai dimenticare che a casa di Giuseppe Rea sono stati trovati dai carabinieri quattrini pari ad 1milione 500mila euro in contanti.

 Esisteva quindi un meccanismo che induceva Giuseppe Rea detto “topolino” e suo fratello Luigi, il cui soprannome “rattuso” è ormai divenuto celeberrimo, nati a Lusciano ma trapiantati a Caserta ad attingere necessariamente e anche in tempi rapidi a somme molto alte da corrispondere a qualcuno a titolo di tangente a titolo di riconoscimento a un loro socio di fatto, per altro molto influente in quanto camorrista così come la Dda afferma, di nome Nicola Ferraro.

Nella parte della richiesta di applicazione di misure cautelari presentata dal pm Maurizio Giordano all’ufficio gip del tribunale di Napoli diventa centrale un mega appalto non si sa se aggiudicato o meno con un vizio di turbativa, che un raggruppamento temporaneo d’imprese che possiamo definire quello dei soliti noti, si aggiudica per una “mostruosa” cifra di 23milioni 628mila 737euro e 90centesimi. I soliti noti sono 3 imprese riconducibili alla famiglia Raia, la Futon, la Tineos e la Hug, la D’orta riconducibile a Marco D’Orta, napoletano, una riconducibile alla famiglia dell’ex sindaco di Lusciano Isidoro Verolla, parliamo della Sigeco e la solita Uniced dei fratelli Rea, partecipata in qualche modo, secondo l’accusa anche da Nicola Ferraro

In verità, in questa circostanza, si capisce che non si può parlare di una partecipazione da socio di fatto di Ferraro, ma di una sorta di accordo quadro che andava a stabilire una percentuale da scorporare sull’utile dei Rea all’imprenditore di Casal Di Principe. Significativa, a riguardo, la pubblicazione di tue tabelle in cui i Rea canzonando anche un po’ Ferraro lo definiscono BOMBOLO F aggiungendo proprio la percentuale da riconoscere tra il 20 e il 25%. Tutto tranquillo per quanto riguarda le gare che i Rea si erano aggiudicati alle ASL di Caserta e di Benevento. Tutto tranquillo nel senso che in questi frangenti a Ferraro veniva riconosciuto senza problemi un rateo importante.

Forse non socio di fatto ma comunque influentissimo comunque in grado di condizionare le sorti imprenditoriali dei Rea cioè di una famiglia che forse Ferraro e certi suoi ascendenti territoriali li aveva conosciuti sin dai tempi di Lusciano. E’ Ferraro, infatti, ad essere chiamato in causa come una sorta di mammasantissima nel momento in cui Giuseppe Rea topolino e Luigi Rea o rattus litigano seriamente

Quando però c’è da spartire la mega torta dell’appalto dell’Asl Napoli 1 subentra qualche dubbio sul fatto che Ferraro fosse un socio a percentuale fissa. A dire il vero non è che si capisca bene cosa voglia dire Luigi Rea quando afferma che non esistesse un patto fuori regione tra loro e Ferraro in quanto l’appalto dell’ASL Napoli 1 è assolutamente endo regionale. Forse Rea voleva dire che il patto tra loro e Ferraro non esisteva fuori dalle province di Caserta e di Benevento. Fatto sta che ne nasce un ping pong di conversazioni tra Luigi Rea e i fiduciari di Ferraro. Prima con Giuseppe Rubino di Capua, il quale è il fiduciario di Antonio Moraca, ugualmente capuano considerato dagli inquirenti il faccendiere di Nicola Ferraro.

Anche su Moraca pende una richiesta d’arresto che imbarazza la sua famiglia a partire da suo fratello Giuseppe Moraca, Peppe per gli amici che, ricordiamo, come abbiamo già scritto in passato è il cognato dell’attuale sindaco Adolfo Villani avendo sposato la sorella della moglie del primo cittadino.

Riunione dietro riunione i Rea vogliono tagliare i soldi da dare a Ferraro e magari vogliono coinvolgere gli altri componenti dell’RTI per costruire una tangente che tenendo conto di un appalto di quasi 24milioni di euro, è significativamente cospicua. Alla fine esce pure fuori un numero. Ma questo numero fa capire che probabilmente le difficoltà di Rea nel riconoscere a Ferraro la percentuale dovuta secondo Moraca e Rubino sono legate anche a problemi nel rapporto tra i Rea e i Raia. E sono proprio Moraca e Rubino e esplicarlo in una riunione all’avvocato Raia: in poche parole Luigi Rea lamenterebbe il fatto che sul lavoro realizzato a Napoli lui e il fratello avrebbero subito un taglio, a loro avviso ingiustificato dell’1,9%