CAMORRA e MILIONI. Junior, l’erede designato: “Nicola Schiavone senior (il re delle ferrovie) non ci ha fatto mancare nulla, ma quello che ci ha dato è pochissimo rispetto a ciò che mio padre gli ha fatto guadagnare”

26 Maggio 2022 - 14:22

Concludiamo oggi la ricostruzione, il resoconto cronistico, associato a diverse nostre considerazioni, dell’interrogatorio o di parti dell’interrogatorio che il 30 luglio 2018, Nicola Schiavone junior dedica al suo padrino di battesimo, non lesinando particolari anche sull’attività del fratello Vincenzo detto ‘o trick, a cui fece vincere, a Casal di Principe, una gara d’appalto tra i 500mila e i 750mila euro

 

CASAL DI PRINCIPE(g.g.) L’importantissimo, se non addirittura fondamentale interrogatorio, a cui Nicola Schiavone junior, quello del 79, il figlio di Francesco Schiavone Sandokan sii è sottoposto il 30 luglio del 2018, cioè a soli 12 giorni di distanza dall’ufficializzazione del suo pentimento, contiene una seconda parte che lo completa rispetto a quella prima parte di cui ci siamo diffusamente occupati ieri (CLIKKA E LEGGI

).

Nicola Schiavone junior si concentra in una descrizione precisa, riguardante la qualità dei rapporti tra Nicola Schiavone senior, cioè l’attualmente 69enne suo padrino di battesimo, cugino di suo padre Francesco Schiavone Sandokan, e l’intera famiglia Schiavone.

Attenzione, parliamo di qualità. E su questo piano, junior parla solo positivamente del congiunto. Afferma che questi non si è mai tirato indietro quando, alla famiglia occorreva un sostegno. Afferma ancora che quando si è traferito definitivamente tra Napoli e Roma, tra il 2003 e il 2004, è tornato sempre a Casal di Principe quando lui e la madre Giuseppina

Nappa ne ravvisavano la necessità.

Non ha fatto mancare i regali e attestazioni materiali di disponibilità, fugando i timori che, evientemente nei colloqui carcerari Francesco Schiavone Sandokan aveva manifestato alla moglie e ai figli sulla tenuta della disponibilità materiale di Nicola Schiavone senior.

Umanamente dunque si coglie, nelle parole di junior, un dato di rispetto e anche di riconoscenza. Ma c’è di più: nel modello logico delle mafie, e dunque anche del clan dei casalesi, queste valutazioni non sono mai emotive. C’è un meccanismo, costruito al tempo in cui il cao, cioè in questo caso Francesco Schiavone Sandokan ha determinato, dove spiega suo figlio Nicola Schiavone junior, la fortuna e la ricchezza di tre imprenditori in particolare: del già citato Nicola Schiavone senior ma anche di Giacomo e Maurizio Capoluongo.

Quel meccanismo, l’investimento criminale che il capo dei capi ha fatto su queste persone, non può e non potrebbe mai essere non riscontrato dalla piena disponibilità materiale ad assistere una famiglia che Nicola Schiavone senior sente anche sua, dal momento in cui quello che era anche il suo capo, è finito in carcere con la prospettiva di uscirne solo in posizione orizzontale.

E questo riguarda l’aspetto della qualità del rapporto, che, ripetiamo, si connette all’emotività, a un sentimento in maniera molto relativa se non addirittura irrilevante, riguardando invece la verifica, in questo caso pienamente positiva, dei doveri storici assunti da un uomo che si è arricchito grazie a quello che gli ha permesso di fare Francesco Schiavone sandokan.

Poi c’è un aspetto quantitativo. E qui il pensiero, espresso da Nicola Schiavone junior nell’interrogatorio del 30 luglio 2018, è più articolato. Più articolato non significa più ampio, più complesso. Al contrario, il figlio del fondatore del clan dei casalesi si spiega molto brevemente: “Quanto ci è stato riconosciuto da Nicola Schiavone – dichiara junior nell’interrogatorio che noi pubblichiamo in versione integrale in calce a questo articolo – non è nè adeguato, nè proprzionato a quello che egli è diventato grazie a noi.”

Nel riportare questo passo, abbiamo omesso volutamente l’avverbio “nonostante” che apre il periodo. Secondo l’erede designato che solo per pochi anni ha guidato il clan, fino al suo arresto del 2010, questa proporzionalità, non registrabile in tutta evidenza, diventa forse un elemento non preponderante, non prevalente: nonostante la non proporzionalità, la non adeguatezza, “devo riconoscere – dichiara ancora junior- che Nicola Schiavone ha sempre mantenuto negli anni una presenza continuativa nella nostra famiglia”.

Il figliolo di Francesco Schiavone Sandokan è uno che qualche giornale e qualche libro lo ha letto. Se i verbali di interrogatori, infatti, non sono stati modificati doverosamente più di tanto per rendergli comprensibili, in un italiano corretto, se invece lo sviluppo logico del ragionamento di Nicola Schiavone junior è quello che si coglie dalla lettera di cuiò che è riportato nelle varie ordinanze e in questa in particolare, vuol dire che ci troviamo di fronte ad una persona, che oltre ad essere tale, è stata e forse resta ancora un criminale, in grado di utilizzare gli strumenti della logica. Per cui, il suo giudizio finale su Nicola Schiavone senior, contenente sia l’aspetto qualitativo, tutto positivo, sia quello quantitativo, meno positivo, riesce a racchiuderlo in una frase dalla stringente logicità: “Il concetto che intendo esprimere è che lo stesso non ha fatto per noi nè troppo assai nè troppo poco”.

Amen, almeno per  quanto riguarda il racconto di junior sul suo padrionodi battesimo, con l’unica aggiunta da fare relativamente allo sforzo di tutta la famiglia, Schiavone, compiuto a suo tempo per far sì che Nicola Schiavone senior ottenesse un ottimo risultato elettorale alle amministrative di Casal di Principe, che gli consentisse di essere eletto prima in consiglio comunale e poi di entrare in giunta. Uno sforzo che la famiglia Schiavone avrebbe realizzato anche per altri politici locali. Al riguardo, i nomi citati da junior sono quelli di Mario e Gaetano Corvino.

Ma “l’erede designato” parla anche di Vincenzo Schiavone detto o trick, più attivo del fratello sulla piazza di Casal di Principe. Oviamente, quando parliamo di assetti societari nelle imprese collegate la clan dei casalesi, spendere 6 euro nella piattaforma Telemaco, allo scopo di scaricarsi una visura storica, è perfettamente inutile. I nomi che compaiono in certe imprese sono quasi sempre delle teste di legno che per quello che sono le loro caratterizzazioni anagrafiche, sono totalmente irrilevanti.

Ecco perchè Nicola junior dice di non essersi messo lì a capire quale fosse stata l’impresa che poi effettivamente si era ggiudicata un super appalto che viene definito del valore “tra i 500/750 mila euro”. Nicola junior sa che il suo intervento decisivo presso l’amministrazione comunale di Casal di Principe fu conseguenza di una richiesta, direttamente formulatagli da Vincenzo Schiavone, fratello di Nicola senior.

“Non so indicare – così ha dichiarato Schiavone junior il 30 luglio 2018 – se Vincenzo Schiavone abbia materialmente partecipato all’appalto con la sua ditta, abbia lavorato per conto terzi oppure “si sia venduto” i lavori”. E anche questa affermazione va conservata gelosamente da chi vuol capire come hanno funzionato e forse come funzionano ancora gli appalti a Casal di Principe, negli altri comuni dell’agro aversano e  nell’intera provincia di Caserta.

Perchè lo strumento, il metodo dei prestanomi, se ha rappresentato una necessità per la criminalità organizzata, non è certo stato adottato solo da questa.

Il resto, molto poco in verità perchè ci siamo voluti dedicare bene alla lettura, al resonconto cronistico, ma anche alle considerazioni, relative a questo importante interrogatorio di Nicola Schiavone junior, lo potete leggere nello stralcio originale dell’ordinanza che pubblichiamo sotto all’articolo.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA