CAMORRA E POMPE FUNEBRI. I Quaqquaroni all’assalto degli antichi feudi dei Belforte-Mazzacane. La tentata estorsione alle pompe funebri Cerreto ne è una dimostrazione chiara

15 Aprile 2022 - 10:51

Sempre il solito duo formato da Francesco Piccolo e Gaetano Monica, pensando che si trattasse di Angelo Cerreto, abbordarono invece Francesco Troiano, dipendente della nota impresa marcianisana. Qualche giorno prima, all’interno o nei pressi del bar California di Marcianise…

 

MARCIANISE – Al di là dell’episodio specifico e delle modalità un pò goffe con cui Francesco Piccolo e Gaetano Monica scorazzavano per Marcianise per “mettere sotto estorsione” diversi imprenditori e diversi commercianti, il fatto che abbiano tentato anche con un’impresa molto nota a Marcianise e molto nota anche alle cronache giudiziarie, per cui aggiungiamo ancora, molto nota anche a noi di CasertaCe, che alle cronache giudiziarie lavoriamo con grande tensione di analisi da anni e anni, non può rimanere privo di una brevissima riflessione.

Non può perchè CasertaCe, la giudiziaria la fa sul serio, non limitandosi a dare rapide informazioni provenienti dai processi e il più delle volte fornite da avvocati che, legittimamente e comprensibilmente, evidenziano solamente i fatti positivi per le loro sorti professionali.

L’impresa di pompe funebri Cerreto è stata sempre dentro alle trame estorsive del clan Belforte, dei Mazzacane. In più di un’occasione, ma soprattutto in un’ordinanza di qualche anno fa, la Dda si era occupata diffusamente delle modalità di questa relazione, in quel caso i Cerreto avevano un pò negato, un pò no. Ricordiamo che non formulammo un giudizio molto positivo sulle loro reticenze.

Ma una cosa risultava certa da quei verbali: questa impresa aveva rappresentato uno storico target per il clan Belforte.

Vedere che personaggi collegati al clan Piccolo, agli storici rivali dei Belforte, cercano di agganciare proprio Cerreto, la dice lunga sulle mutate condizioni della piazza criminale di Marcianise. Alla luce di questa iniziativa specifica, anche tutti gli altri episodi contenuti in questa ordinanza e che abbiamo già raccontato, ma, lo stesso riguarda anche quelli che andremo a raccontare in futuro, vanno riqualificati, o meglio contestualizzati in una storia nuova, in cui il clan Piccolo-Letizia, pur essendo provato a sua volta, pur essendo stato decimato in passato nella faida arcinota che lo ha visto contrapposto alla famiglia Belforte, pur essendo stato ulteriormente ridimensionato dai molti arresti che hanno colpito soprattutto i principali riferimenti delle famiglie, divenute qualche anno fa alleate, dei Piccolo e dei Letizia, avevano, almeno fino al 2019, al 2020, tempo in cui si sono sviluppati gli avvenimenti illustrati in questa ordinanza, qualche risorsa in più rispetto ai Belforte.

Per cui mentre i Mazzacane erano stati praticamente azzerati, qualcuno dei Piccolo girava ancora e con tutto lo spazio lasciato dagli antichi rivali, che quella guerra che aveva mietuto centinaia di morti, l’avevano vinta proprio per impossessarsi del territorio, questi esponenti del clan Piccolo-Letizia hanno cercato realmente di insediarsi anche in quei feudi per decenni dominati dai vari Belforte, Buttone, Trombetta e compagnia.

D’altronde, il collaboratore di giustizia Primo Letizia, per molto tempo il più alto in grado nella versione riveduta e corretta del clan dei Quaqquarone, certe cose le ha confermate e dunque nelle sue dichiarazioni trovano riscontro anche gli elementi risultanti dall’indagine, compiute dai poliziotti della Squadra Mobile di Caserta, coordinati dai pubblici ministeri della Dda di Napoli, relativamente alle mosse della solita coppia, quella già ciata, formata da Francesco Piccolo, poi deceduto e Gaetano Monica.

Nel loro ruolo molto particolare di muoversi, agganciano una persona che procede in bicicletta. L’avvicinano. Ritengono che si tratti di Angelo Cerreto e gli dicono di parlare con il suo capo, cioè i titolari della nota agenzia di pompe funebri perchè si rapportino al rappresentante, lo chiamano “cumpariello di Achille Quaqquarone“. In realtà, non avevano abbordato Angelo Cerreto, bensì Francesco Troiano, un  dipendente dell’impresa dei Cerreto e abitualmente impegnato, per l’azienda a bordo di una Punto Bianca.

I due Cerreto, cioè Angelo Cerreto, colui il quale era stato individuato erroneamente dalla coppia di aspiranti estorsori e Gaetano Cerreto sono stati sentiti entrambi dagli uomini della polizia giudiziaria. Il secondo ha fatto quello che ancora oggi fanno alcuni imprenditori, i quali, per paura o per un’omertà che non depone bene da un punto di vista di un rapporto tra criminalità e concezione culturale, ha negato tutto. Al contrario, Angelo Cerreto ha ammesso che esisteva un vecchio accordo con i clan (non si capisce se si riferisce ai Belforte o ai Piccolo-Letizia ) per il quale non c’era un versamento di denaro, bensì funerali gratis, una roba veramente tragicominca, per le lpersone ammazzate nella guerra dei camorra e per i parenti stretti dei vari boss.

La Dda chiede ed ottiene l’incolpazione provvisoria anche per Agostino Piccolo che in questo caso, com’era già successo in quello dell’imprenditore delle pulizie Pasquale Sparaco, viene considerato la mente, l’organizzatore cioè colui che redige l’elenco delle attività da avvicinare, colui che in, nome e per conto di Quaqquarone, cerca di recuperare tutte le posizioni perse negli anni a vantaggio dei Belforte, ormai usciti della scena. In questo caso, gli inquirenti hanno a disposizione un’intercettazione.

I trojan utilizzato nel telefono di Francesco Piccolo risulta utile perchè nella chiacchierata di cui abbiamo fatto giù menzione, dentro o vicino al bar California di Marcianise, Agostino Piccolo aveva erogato una direttiva precisa, dicendo al suo interlocutore che per far partire l’operazione con la nota agenzia di pompe funebri, le persone da avvicinare avrebbe dovuto essere i figli di Raffaele Cerreto.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA