CASALESI & PAPERONI. E che ci faceva un portavalori: la farmacista Luisa Guarino con altri 172mila euro in contanti in tasca. All’ospedale di MARCIANISE li consegna a…

25 Novembre 2021 - 12:31

Stiamo pubblicando gradualmente tutti gli episodi esposti nella recente ordinanza sul riciclaggio del danaro sporco nei quali viene narrata la seconda parte dell’attività svolta dall’organizzazione malavitosa. Il fiume di danaro prelevato dai postamat o dagli sportelli postali veniva suddiviso e consegnato in contanti per cifre iperboliche

 

TRENTOLA DUCENTA/SAN MARCELLINO – Continuiamo il filone degli spostamenti di denaro “riciclato” che avvenivano in luoghi della provincia di Caserta decisi da Giuseppe Guarino, cognato di Giacomo Capoluongo. Il 22 marzo 2018 si accordano per il trasporto di circa 200mila euro che saranno suddivisi in due auto per limitare l’eventuale perdita nel caso in cui una delle due vetture venisse fermata ad un posto di blocco della forze dell’ordine.

Effettivamente poi Capoluongo caricherà, il giorno successivo, 172mila euro a bordo di una vettura, poi incontrerà la moglie Luisa, la quale lo sostituirà alla guida del mezzo. La consegna avverrà nel parcheggio dell’ospedale di Marcianise. E qui la farmacista si tradirà al telefono con Gennaro

Puolo, il destinatario di quella cifra, al quale la Guarino riferirà di dover consegnare “scarpe” dai numeri 37, 40, 35 e 60. Come osserva giustamente il giudice per le indagini preliminari Tommaso Perrella, la somma fa 172, così come il totale del denaro in consegna ed inoltre “non esistono in commercio scarpe dal numero “60”“, a riprova del fatto che si trattava di un chiaro riferimento ai contanti trasportati.

I dettagli li leggete negli stralci che pubblichiamo in calce.

 

QUI SOTTO ALCUNI STRALCI DELL’ORDINANZA