CASERTA. Biondi firma l’affidamento diretto da 50 mila euro per l’assistenza anziani a una coop che ha la sua “casa” negli uffici di Eufrasia Del Vecchio, sorella del boss e indagata nell’inchiesta su CAMORRA E SERVIZI SOCIALI
24 Ottobre 2022 - 14:17
È la stessa società – la ASD Onlus – a cui pochi mesi fa il comune di Sparanise ha dato l’incarico della gestione del micronido nell’Ambito C9 per sostituire la coop di Pasquale Capriglione. Il tutto in presenza della commissione d’accesso della prefettura di Caserta arrivata nel municipio caleno per capirci di più di cosa stesse avvenendo nel mondo dei servizi sociali, anche a seguito dell’iscrizione nel registro degli indagati del sindaco Salvatore Martiello
CASERTA (l.v.r.) – Bisogna necessariamente far partire la stesura questo articolo con una chiara premessa: la cooperativa Onlus ASD e i suoi titolari non risultano indagati o coinvolti direttamente nell’inchiesta della squadra mobile di Caserta, coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Napoli, relativamente alle attività economiche riconducibili al clan dei Casalesi nei servizi sociali.
Detto questo, però, è indiscutibile che la cooperativa, guidata dal legale rappresentante Vincenzo Delle Curti, 36enne di Marcianise, con consiglieri di amministrazioni Pasquale Delle Curti,
Parliamo dell’ormai noto ufficio sito in via Nazionale Appia 13, a Casagiove, a pochi passi dalla sede provinciale dell’Agenzia delle entrate, dalla pizzeria I Masanielli e il ristorante Le Colonne.
E in questa strada di Casagiove, che, da ciò che emerge dalle indagini della Dda, Eufrasia Del Vecchio ha gestito direttamente o indirettamente diverse comunità dislocate sul territorio della provincia di Caserta e, in qualità di commercialista, anche numerose cooperative sociali tra le quali la maggior parte inserite precedentemente nel consorzio Agape, ovvero il soggetto che è stato ritenuto come lo strumento dell’infiltrazione camorristica negli appalti dei servizi sociali nei primi anni del terzo millennio, ma che, cosa ormai nota, in pratica scompare dopo l’interdittiva antimafia del marzo 2009.
Quello che scrivono i sostituti procuratori della direzione distrettuale antimafia di Napoli sulla Del Vecchio è abbastanza importante: la figlia di Paolo Del Vecchio, detto Don Paolo, e sorella di Carlo Del Vecchio, entrambi storicamente affiliati al clan dei casalesi e con ruoli di primissimo piano, attraverso il proprio contributo professionale si sarebbe resa compartecipe della gestione illecita di numerose cooperative, delle quali risulta depositare delle scritture contabili attraverso la sua società EDV Service.
Ora, in considerazione di questo quadro non esattamente tranquillizzante, appare quantomeno inopportuno che il comune di Caserta, in qualità di ente capofila nell’Ambito dei servizi sociali C1, abbia affidato in forma diretta proprio alla cooperativa ASD l’incarico di occuparsi del servizio di assistenza domiciliare in favore delle persone anziane residenti nell’area.
A firmare questa determina ci ha pensato il dirigente dell’area politica e sociale del comune di Caserta, Franco Biondi.
Il super dirigente di Palazzo Castropignano per prima cosa prende atto della revoca dell’aggiudicazione della gara decisa dal Tar, procedura con la quale si era trovato un nuovo soggetto che sostituisse proprio la ASD (già operatrice per l’identico lavoro) e che aveva visto l’esito favorevole all’associazione temporanea d’imprese composto da due cooperative, la Alfa di Avellino e Socrate–ETS con sede a Benevento, e poi contatta e acquisisce la disponibilità della cooperativa ASD con sede in Casagiove, in via Nazionale Appia 13, come detto, già affidataria di queste attività di assistenza fino al 31 marzo scorso, che riceve l’incarico della gestione del servizio assistenza anziani da oggi, 24 ottobre, fino a fine anno, per un importo di 50 mila euro, circa.
In buona sostanza, è la stessa cosa che è avvenuta anche al comune di Sparanise. C’è da dire, però, che lì la situazione era un po’ più complessa.
Provando a riassumere (MA L’INTERO ARTICOLO POTETE TROVARLO CLICCANDO QUI), alla fine di maggio, proprio a seguito dell’inchiesta che vede coinvolta Eufrasia Del Vecchio e, tra gli altri, anche lo stesso sindaco di Sparanise, Salvatore Martiello, era presente negli uffici del comune casertano la commissione di accesso voluta dalla Prefettura di Caserta, nominata per verificare se all’interno dell’ente di Sparanise si siano registrate infiltrazioni camorristiche.
Nell’articolo del direttore Gianluigi Guarino, datato 30 maggio scorso, raccontavamo di come la cooperativa ASD dei marcianisani Delle Curti andava a sostituire un’altra società legata al mondo Pasquale Capriglione e al consorzio Nestore, per la gestione del servizio di micronido.
Come detto, anche a Caserta è avvenuta una sostituzione che ha visto premiata la ASD, in questo caso un cambio scaturito da un ricorso al TAR, con la sentenza dei giudici amministrativi, i quali hanno dato ragione alla ricorrente, ovvero un’impresa esclusa dalla gara, la coop Nasce un sorriso che aveva portato il comune di Caserta, in qualità di ente capofila dell’Ambito C1, dinanzi alla corte regionale.
La decisione del Tar Campania ha quindi fatto scattare l’annullamento degli effetti della gara, ovvero l’aggiudicazione all’Ati vincitrice del servizio di assistenza domiciliare per le persone anziane nell’ambito territoriale dei servizi sociali di Caserta, Castel Morrone, Casagiove e San Nicola la Strada.
È qui il punto, però, resta lo stesso tra Sparanise e Caserta.
Possiamo ritenere quantomeno sconveniente il fatto che venga scelta in maniera diretta, immediata, non all’interno di una trasparente procedura di gara, un’impresa che non ha un biglietto da visita rassicurante, ovvero la ASD, la cui sede legale è rintracciabile nello studio della stra-indagatissima Del Vecchio, al pari di tante altre cooperative della scuderia di Luigi Lagravanese e Pasquale Capriglione, con quest’ultimo che poche settimane fa ha visto “morire” il suo consorzio Nestore a causa di un’interdittiva antimafia, emessa nei suoi confronti dalla Prefettura di Caserta, confermata dal Tar e dal Consiglio di Stato.
Vorremmo dire che questa storia non c’entra niente con il comune di Caserta, che si tratta di due vicende parallele che si uniscono con la determina di affidamento firmata da Biondi. Ma non è affatto così.
Nel registro degli indagati nell’inchiesta della Dda c’è, infatti, anche il nome Maria Giovanna Sparago, l’ex assessora ai servizi sociali del comune di Caserta attualmente consulente per il terzo settore a titolo gratuito del comune di Castel Morrone, facente parte proprio dell’Ambito C1, con nomina firmata dal sindaco Cristoforo Villano.
Secondo le indagini della squadra mobile di Caserta ci sarebbe stata una trattativa illecita nella fase iniziale di un incarico, poi affidato poi alla cooperativa Eco, per il supporto del rendiconto dei progetti tra l’assessore Sparago e Sofia Flauto, titolare della società ed ex moglie di Luigi Lagravanese, accusata di lavorare in accordo proprio con l’ex coniuge, ovvero colui che è stato accusata più pentire di essere un braccio operativo del clan di Casalesi nel settore degli appalti dei servizi sociali.
A rendere tutta la storia molto attual e intranea al comune di Caserta, i carabinieri segnalano che una parte delle condizioni dell’accordo sarebbero state dettate o quantomeno concordate con il sindaco di Caserta Carlo Marino, relativamente all’assunzione di due persone da parte della società di Flauto.
Arrivati a questo punto, ci pare quantomeno incauto, per volere usare un eufemismo, che la gestione di questo servizio venga affidato in maniera diretta proprio a una società con la sua sede nella stessa casa degli uffici di Eufrasia Del Vecchio, pesantemente coinvolta nell’inchiesta sui servizi sociali che vede indagata, tra gli altri, l’ex assessora del comune di Caserta e dalla quale la figura del sindaco non emerge in maniera positiva, diciamo così, aggiungendo, per concludere la trattazione che Ginotto Lagravanese, ripetiamo, ritenuto uomo di fiducia del clan dei Casalesi, diede questo avvertimento all’ex moglie: “Stai attenta a non intrattenere rapporti diretti con Franco Biondi e con Carlo Marino. Hanno problemi giudiziari“.
Per mesi, l’ambito guidato dal comune capoluogo era riuscito a stare fuori da articoli, vicende legate ai servizi sociali e collegabili all’inchiesta portata avanti dalla direzione distrettuale antimafia sui rapporti tra gli imprenditori del terzo settore e il clan dei Casalesi. In questo caso, però, dopo aver letto l’affidamento diretto firmato dal dirigente Biondi è anche giusto che diventi, inevitabilmente, materia quantomeno di discussione.