CASERTA. Camorra a Via San Carlo. Ecco gli imprenditori che spostavano con gli assegnai quattrini a palate. Ma ora l’accusa trema: arriva Ciccio e’ Brezza il più sfigato dei pentiti

9 Luglio 2024 - 20:56

Stamattina ha deposto in aula uno dei protagonisti dell’indagine, un luogotenente della guardia di finanza di Roma. Tra gli imputati anche il “solito” dirigente del comune capoluogo Francesco Biondi

CASERTA – Il processo sulle infiltrazioni del clan dei casalesi e i lavori del parcheggio di via San Carlo che vede, tra gli altri, imputato l’attuale dirigente del Comune di Caserta Franco Biondi appena liberato dai domiciliari dove si trovava ridotto per gli effetti di un’altra ordinanza ha approfondito oggi i rapporti tra l’imprenditore liternese Michele Sagliocchi e il mondo di altre imprese dell’agro aversano appartenenti alla galassia del boss Michele Zagaria, coinvolte in tutta la dinamica relativa ai citati lavori di via San Carlo in Caserta.

Sui conti correnti di Sagliocchi sarebbero affluiti una 50ina di titoli di credito, leggi assegni, emessi proprio da soggetti appartenenti alla galassia di cui prima

Si tratta di un dato emerso nell’udienza di stamattina dai contenuti dell’interrogatorio del luogotenente della guardia di finanza di Roma che a suo tempo condusse le indagini. Una grande quantità di quattrini affluiti non solo sui conti di Sagliocchi, ma anche su quelli della moglie e del figlio. Nella descrizione del luogotenente si è passati dagli elementi di ordine generale a quelli di dettaglio. Il sottufficiale ha fatto i nomi di

Nicola Di Fraia genero del boss di Villa Literno Cesare Tavoletta. A Di Fraia è stata associata la società Sinisa. Altri nomi di imprenditori citati son quelli di Nicola Corvino con la sua società Fontana Costruzioni; Giovanni Cecoro; del ben noto Giovanni Malinconico, Claudio Schiavone altra vecchia conoscenza di CasertaCe con al sua D’Angelo Costruzioni e Carmine Iovine che ad occhio e corce potrebbe essere quello legato alla sanità.

Nella prossima udienza deporrà il pentito Francesco Zagaria detto Ciccio ‘e Brezza sperando che la sua presenza non polverizzi, distrugga, la struttura accusatoria, così com’è successo già in una mezza dozzina di altri procedimenti messi in piedi sulle sue dichiarazioni, letteralmente demolite dalle sentenze