CASERTA. Come volevasi dimostrare: vi spieghiamo perché Ecocar non ha pagato gli stipendi

28 Gennaio 2020 - 19:07

CASERTA (g.g.) – In queste ore molto si parla della vicenda del mancato pagamento di due mensilità ai dipendenti di Ecocar, azienda che ha battuto universale delle proroghe con un paio di anni luce guadagnati sul contratto iniziale, frutto della gara vinta nel 2012. Non è una grande novità, perché in passato era successo, forse la novità il motivo per cui questo è capitato. Anche quelli che guardano i Durc sono arrivati a capire una cosa che noi abbiamo denunciato un anno fa (CHE POTETE LEGGERE QUI) e che incredibilmente è rimasta appesa nell’oblio senza che alcuna autorità si ponesse quantomeno l’obiettivo quella che, a nostro avviso, era ed è una notizia di reato. L’appalto del 2012 l’ha vinto il Consorzio Ecocar, persona giuridica con nomi, cognomi e generalità, formato dalla società Ecocar, Ipi ed Alba Paciello. Il fatto che due componenti su tre del consorzio siano saltate per effetto di un’interdittiva antimafia, al tempo in cui vigeva un regime più duro rispetto a quello attuale, basato su un commissariamento-tutela da parte del tribunale sull’impresa sotto osservazione, non significa che il Consorzio Ecocar è stato sciolto. E, cazzo, noi l’abbiamo dimostrato che non è stato sciolto, pubblicando la visura camerale e il nome dell’attuale amministratrice, proveniente dall’est Europa. A parte il fatto che, se fosse andato in liquidazione il Consorzio Ecocar, ci pare difficile che un’altra persona giuridica, con un suo nome ed un suo cognome, assonanti ma distinti da quelli del consorzio, potesse prenderne il posto sic

et simpliciter, dicevamo, a parte il fatto, questo fatto non si è verificato. Il Consorzio Ecocar è in vita. Il signor Franco Biondi, con una sola determina, la 149 del 2019, ha messo nero su bianco che il titolare del servizio dei rifiuti in proroga del comune di Caserta si chiama Ecocar e non consorzio Ecocar. Alla lunga, questo giochino è stato notato. Il comune di Caserta, nel 2012, stipulò il contratto con il Consorzio Ecocar, non con Ecocar. Ma da anni la società, quest’ultima, ha in mano il contratto, per motivi che noi ancora ignoriamo. Al principio, quindi, il Durc, quindi, non è stato chiesto al Consorzio Ecocar, ma alla Ecocar “da sola”. Questa volta, la romana, la società “sola”, ha avuto dei problemi (non siamo ancora riusciti a capire la natura esatta) con questo Documento unico di regolarità contributiva, che infatti è scaduto. E non è cosa da poco, poiché è un documento obbligatorio per avere rapporti con le pubbliche amministrazioni, per capirci, i pagamenti dei servizi offerti, con qualsiasi ente, grande o piccino. Ora, è più chiaro il motivo, niente soldi alla Ecocar, niente soldi ai lavoratori che, in teoria, sarebbero invece dipendenti del Consorzio.