CASERTA. La sentenza della CEDU che ha condannato l’Italia per la Terra dei Fuochi riporta l’attenzione sulla recente relazione pubblica dell’anatomopatologa Carmela Buonomo sull’inquinamento a Caserta
31 Gennaio 2025 - 20:21
La relazione è stata tenuta in occasione del convegno del ComitatoMacrico Verde del 2 dicembre. Il mesotelioma come causa del decesso di Paolo Broccoli
Caserta (pm) – L’informazione di oggi è, a ben ragione, monopolizzata dalla sentenza resa ieri dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo, la quale ha riconosciuto l’Italia responsabile di non aver affrontato il problema della Terra dei Fuochi con la dovuta diligenza giustificata dalla gravità della situazione e di non aver fatto tutto ciò che le era richiesto per tutelare la vita dei ricorrenti (costituiti, in giudizio, da cinque associazioni civiche con sede in Campania e 41 privati residenti nelle province di Caserta e Napoli. L’espressione Terra dei Fuochi si riferisce a un’area di 90 comuni in quelle province con una popolazione di circa 2,9 milioni). In conseguenza sarà tenuta, oltre ai risarcimenti ed entro il termine di due anni dalla definitività del giudizio, alla adozione di una serie di misure mitigatorie e di contrasto dell’inquinamento del territorio.
E’, questa, una notizia importante, anzi importantissima. Ma, con il debito riguardo per la pronuncia di tale Corte internazionale, fatti e circostanze della causa erano già e fin troppo noti a chi avesse voluto vederli. E non per modo di dire. Così come dimostra l’intervento che si è avuto a Caserta, il 2 dicembre scorso, in occasione dell’assemblea pubblica cittadina organizzata, presso il Circolo Nazionale di piazza Dante, dal Comitato Macrico Verde con il titolo “Macrico: l’ora della Verità”. Tra i diversi oratori, ha svolto la sua ferma relazione la dottoressa Carmela Buonomo, anatomopatologa dell’ospedale casertano e rappresentante della prestigiosa Associazione Italiana Medici per l’Ambiente. Ne trascriviamo il testo, intitolato non a caso LA SALVAGUARDIA DEL MACRICO:
“…mi chiamo Carmela Buonomo, Medico ISDE (International Society of Doctors for Environmental) e sono Anatomopatologo: la mia disciplina studia le cellule e i tessuti e fa diagnosi cito-istologica su tutte le malattie; opero nel SSN da 42 anni e quindi sono il patologo chirurgo più anziano ancora in servizio della provincia e mi rappresento come dato epidemiologico giacché dobbiamo affrontare la nota dolente dell’epidemiologia delle malattie del nostro territorio, Caserta e provincia. Farò riferimento ai dati pubblicati dall’Istituto Superiore della Sanità, relativi al modello Caserta e Terra dei fuochi, modello studiato anche dal Centro delle malattie di Atlanta in Georgia (USA). La nostra provincia da 40 anni a questa parte ha fatto rilevare una escalation, un movimento progressivo dei numeri verso l’alto di malattie tumorali, sulla cui eziopatogenesi il mondo medico accademico esprime ancora pareri discordi. Sono stati messi in rilievo nella multifattorialità di alcuni tipi di neoplasie, il peso degli stili di vita, le malattie eredofamiliari come il diabete e i dismetabolismi, la dieta alimentare non più Mediterranea, le malattie genetiche etc., ma i dati, capiamoci, possono essere letti in molti modi e spiegati con modalità oltremodo diverse e da qui il dibattito sempre acceso sul Registro dei Tumori e di altri Organi Regionali di Controllo della Salute Pubblica. La mia esperienza sul campo dal 1998 ad oggi su questo territorio mi ha rivelato seppure su una casistica circostanziata e limitata al drenaggio dei casi oncologici della Azienda Ospedaliera di Caserta, un aumento assoluto delle patologie neoplastiche maligne e un dato ancora più significativo l’abbassamento dellafascia di età di incidenza, rispetto ai valori attesi: abbiamo registrato l’insorgenza di neoplasiemaligne,classificate dell’anziano, in un campione di affetti dai 10 ai 15 anni più giovane. Neoplasie maligne del polmone per entrambi i sessi, della mammella in prevalenza delle donne, della prostata, del colon per entrambi i sessi, della vescica per entrambi i sessi, del pancreas per entrambi i sessi, del fegato ma epidemiologicamente la regione Campania e le aree del Napoletano e del Casertano registrano da secoli una prevalenza dei tumori epatici per l’nfettività virale delle epatiti, da noi da sempre frequenti rispetto agli altri territori Nazionali. Per non parlare delle malattie emolinfatiche oncologiche come leucemie e linfomi. Il SSN e in parte il Sistema sanitario privato convenzionato, sono investiti da oneri di spesa notevolissimi per le cure oncologiche, anche perché le biotecnologie e la farmacopea più moderne, stanno mettendo sul mercato nuovi costosi prodotti che migliorano la qualità di vità e la sopravvivenza, impensabili rispetto a soli 10 anni fa. La prevenzione è sempre determinante perché la diagnosi nelle fasi precoci può rendere la malattia curabile e anche guaribile.
Quanto reggerà ancora il SSN all’incremento esponenziale di spesa, è una bella domanda.
L’inquinamento ambientale è indiscutibilmente in rapporto con lo stato di salute dei viventi e anche le più tenaci teorie negazionistiche sulla causa ed effetto, hanno fatto il loro tempo. Siamo maggioritariamente concordi che l’abuso antropico del pianeta, ha risvolti e conseguenze sulla salute, se si superano dei limiti e focalizzando la tematica di questo nostro incontro, il limite è rappresentato dai livelli del PM10 e del PM2,5 e degli ossidi di Azoto, i cui valori nel limite annuale per la protezione della salute umana e degli altri esseri viventi sono rispettivamente, 40 microg/mcubo, 25 microg/mcubo e 200 microg/mcubo, limiti definiti dalla normativa sugli indicatori dell’aria dell’OMS. Il termine PM10 identifica le particelle solide e liquide di diametro aerodinamico inferiore o uguale ai 10 micron (1 micron =1 millesimo di millimetro). Il termine PM2,5 è relativo alle particelle con diametro inferiore ai 2,5 micron; queste particelle sono cosi piccole che possono essere trasportate dal vento e rimanere sospese nell’aria per lungo tempo; possono penetrare facilmente nei polmoni, quando vengono inalate e sono costituite da una miscela di elementi, quali Carbonio (organico ed inorganico), fibre, metalli (ferro, rame, piombo, nichel, cadmio..), nitrati, solfati, composti organici (idrocarburi, acidi organici..), materiale inerte (frammenti di suolo, spore, pollini e particelle liquide). L’inquinamento atmosferico da particelle ha evidenziato associazioni tra le concentrazioni in massa del PM10 e un incremento sia di mortalità che di ricoveri ospedalieri per malattie cardiovascolari e respiratorie nella popolazione generale. I soggetti ritenuti maggiormente esposti a tali effetti, sono gli anziani, i bambini, i cardiopatici, gli asmatici. Evidenze sono emerse considerando effetti sanitari a breve termine (attacchi asmatici, patologie acute cardiovascolari) e a lungo termine (bronchiti croniche , enfisemi con insufficienza respiratoria e tumori).
Caserta e provincia come d’altronde, tutto il territorio Nazionale ha centraline di monitoraggio della qualità dell’aria controllate da istituzioni regionali come l’ARPAC, una delle più importanti è quella dell’Eramo di San Vitaliano, zona boschiva, ebbene gli sforamenti dei livelli soglia sono frequentissimi. Come può una città come Caserta con la sua provincia registrare livelli cosi alti di inquinamento atmosferico, non ha mica le fabbriche di Shangai! Da sempre climaticamente siamo sottoposti ai venti che spirano dal mare, effetto benefico millenario per il nostro clima dell’entroterra, ma dall’ultimo secolo, non possiamo definirlo più tale, infatti il vento del mare reca con se l’inquinamento dell’intera area metropolitana di Napoli. A questo si aggiunge l’effetto inquinante delle cave. Un aggravio peggiorativo in termini di conseguenze sulla salute, un esempio fra tutti, Parco Cerasole, ubicato in stretta prossimità della operatività estrattiva. Il Comitato di quartiere ha sostenuto una battaglia ormai trentennale per le polveri di silicio ed altro che investivano e investono quotidianamente le case i fabbricati. Paolo Broccoli e sua moglie Rosaria erano rappresentanti attivissimi e appassionati del comitato. Paolo Broccoli, faro dell’intellettualità casertana è morto circa un mese fa e la Sua famiglia, emblema da sempre di Responsabilità Civile, mi ha dato il consenso di parlare pubblicamente della Sua malattia. Paolo, deputato della Repubblica per due legislature e cittadino illustre di Caserta, dove da sempre ha voluto risiedere, è, scusatemi era, persona notissima per l’impegno politico, civile e umano versoi singolo e verso la comunità casertana; simbolo quindi di tutti coloro, che sono morti della sua stessa malattia: il mesotelioma. Tumore maligno della pleura che insorge in seguito ad esposizione ad Amianto (Asbesto) ed altri irritanti che produce una progressiva lenta proliferazione neoplastica “a cotenna “della pleura, membrana che riveste i polmoni, fino ad accartocciarli. Paolo ha convissuto con il suo ospite silente e non diagnosticato, ( si presume) per circa 20 anni, poi l’epilogo fatale in meno di un mese._Il mesotelioma è correlato in maniera specifica all’inquinamento dell’aria. La qualità dell’aria deve essere la priorità per diminuire l’incidenza di tali neoplasie. Gli alberi di alto fusto sono i principali depuratori perché grandi accettori di Carbonio, Metalli Pesanti e di Ossidi, rappresentano l’unica difesa che abbiamo come cittadinanza, come Singoli Responsabili del destino della nostra salute e di quella delle nuove generazioni. Un albero di alto fusto impiega in media ottanta anni a raggiungere la sua piena maturità e quindi la sua funzione: la nostra Foresta Amazzonica è il Macrico, non possiamo permettere che vengano abbattuti alberi di cosi vitale importanza, né che si cementifichi la terra che deve assorbire il caldo che risulta già di impatto devastante per sette mesi l’anno, ormai. La popolazione arborea del Macrico e delle altre zone boschive, è l’ultimo baluardo e come tale deve essere strenuamente difesa”.