L’OPINIONE La solita campana progressita propal anche con il piano di pace: una controcronaca

17 Ottobre 2025 - 15:06

NATURALMENTE RIMANIAMO A DISPOSIZIONE PER OSPITARE OPINIONI DI SEGNO DIVERSO

CASERTA (pm) –La città ha subito l’onta dello scioglimento del comune per infiltrazioni camorristiche. Gli accertamenti ispettivi condotti in proposito hanno rivelato la sussistenza di  un contesto di condizionamento criminoso dei suoi  amministratori, accertando episodi  certamente delimitati numericamente, ma che hanno lasciano intendere l’esistenza di un “sistema Caserta” di malefatte – dolorosa antinomia di quel modello Caserta ostentato a suo tempo per i gonzi – anche se non tutte scoperte.

La città è in evidente affanno funzionale. Tra i tanti casi rivelatori, quello più eclatante per noi, riflettendosi sull’apprendimento dei ragazzi,  riguarda la scuola media Ruggiero di via Trento. Dopo  i non pochi mesi estivi di sospensione didattica utili per il daffarsi, l’istituto ancora stenta a tornare alla normalità delle lezioni a causa di una evidente imprevidenza ed approssimazione degli uffici comunali.

La città si vede chiudere fino al 2027, dall’ente Provincia, la sua piscina più importante, sulla scorta di motivazioni tecniche tutte ampiamente e fondatamente confutate dalle società di nuoto usufruitrici dell’impianto. Si sostiene che sarebbero necessari diversi lavori di ristrutturazione ed adeguamento, che però  parrebbero già essere stati eseguiti di recente. Come dire che si vorrebbero finanziare cospicuamente lavori non necessari o già eseguiti. Dinanzi ad un tale scenario allarmante di una spesa pubblica non giustificata, auguriamoci anzi  che una autorità pubblica che ne abbia in qualsiasi forma il potere, anche di solo controllo generale sull’andamento delle amministrazioni pubbliche, verifichi, per una elementare esigenza di credibilità istituzionale, come stanno i fatti, che per giunta non paiono particolarmente complessi da verificare.  Salvo a non credere che agli esponenti dei club natatori che contestano l’operato della Provincia sia dato di volta il cervello.

E ovviamente e purtroppo potremmo continuare con questa geremiade cittadina.

In questo quadro cittadino avvilente ed umiliante, si può credere che a Caserta tenga banco invece e prepotentemente il tema di Gaza? E qui viene da benedire il fatto che il consiglio comunale di Caserta sia licenziato, perché, altrimenti, si può star certi che la cittadinanza onoraria alla Francesca Albanese, Nostra Signora del Genocidio, pellegrina in Italia tra comune e comune, non gliela toglieva nessuno. Per i pochi che non lo sanno, l’Albanese è relatrice  speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei territori della Cisgiordania e della Striscia di Gaza. Come tale ci si aspetterebbe che svolgesse un ruolo super

partes, e non di militante propal come dimostra ostentatamente di fare. Giungendo persino a negare l’evidenza per  tendenziosità. In una recente intervista ha sostenuto la necessità di un intervento armato internazionale contro Israele, mentre in un’altra successiva la negava. Va dicendo che l’ONU ha riconosciuto il genocidio di Israele nella Striscia di Gaza. Al contrario, l’ONU – peraltro  ampiamente screditata per varie posizioni faziose assunte –  non si è mai  espressa formalmente e con ufficialità sul punto. Allo stato, esiste una mera pronuncia di una sua commissione di inchiesta, la quale evidentemente non ha potuto  rinvenire nessun campo di deportazione e sterminio, nessuna camera a gas, nessun forno crematorio, nessun Piano Soluzione Finale israeliano che possa deporre per l’olocausto.

Sulla questione della carestia da lei proclamata e con lei da migliaia di prevenuti come lei, è arrivata a dichiarare di non conoscere la Jordan Hashemite Charity Organization (JHCO), l’arcinoto ente caritativo giordano che organizza e gestisce i soccorsi umanitari a Gaza, compresi quelli internazionali donati da altri Paesi e partner internazionali (compresa l’Italia con l’iniziativa “Food for Gaza”) e che ha sostenuto e sostiene l’area di crisi con ingenti aiuti.

Dunque, come dicevamo, la città è tutta incredibilmente presa dal movimento propal. Non sono bastati vari cortei con l’immancabile corredo di illegalità e prevaricazioni che trascinano con se (nella foto a lato, un manifestante strappa un manifesto di un’avversaria politica).  Con il capoluogo costretto ad assistere al blocco delle sue strade e dei suoi spazi ed alla limitazione della libertà civile, senza che se ne comprenda una necessità prioritaria e superiore. Perché  lontano da noi contestare la libertà di manifestazione e di pensiero. Ma un poco di responsabilità per non dire di serietà in queste cose non guasterebbe. E tanto possiamo dire non certo per una supposta superiorità morale – che quella  è anzi proprio dei progressisti – ma per un minimo di rispetto della realtà fattuale.

Intanto, dietro a questa ondata di proteste c’è, per tempistiche e modalità di svolgimento, indubitabilmente una regia, una intelligenza nazionale ed internazionale finalizzata ad uno scopo ideologico. Gli striscioni apparsi nel corso delle manifestazioni del 7 ottobre come giorno di resistenza gazawa lo attestano inequivocabilmente. E lo sciopero nazionale di Landini del tre ottobre ‘in difesa di Flotilla, dei valori costituzionali e per Gaza” non è stato a carattere apertamente politico, oltre che essere dichiarato giuridicamente illegittimo dall’autorità di garanzia sugli scioperi nei servizi pubblici?

Come strumentali sono state le due spedizioni navali  per la Striscia di Gaza allestite da una galassia di attivisti radicali. Destinate al fallimento certo per il loro carattere pretestuoso provocatorio ed ostile ad Israele, le si è volute mettere in scena per suggestionare spregiudicatamente, imbambolare gli spiriti più sprovveduti ed acritici, ad iniziare dai giovani.

E proprio la partecipazione dei più giovani, persino dei bambini, a sfilate ed adunate e con gli scontri con la polizia è l’elemento sintomatico della manipolazione della piazza. La inconsapevolezza dei loro slogan (urlare Palestina libera dal fiume al mare implica che si vuole la distruzione dello stato ebraico e non costituisce un refrain orecchiabile di un brano virale dell’ennesimo rapper che scala la ricchezza) e l’ignoranza crassa (documentata per tabulas da sondaggi convergenti) della questione Medio Orientale, conosciuta per sentito dire dai propagandisti palestinesi più esaltati ed esagitati attraverso la contraffazione della storia dell’area, è eloquente di ciò.

IN ITALIA IL BAROCCO ED IL BAROCCHISMO NON SONO MAI FINITI. OGNI OCCASIONE E’ BUONA PER DARE LORO VITA SOTTO IL FALSO NOME DI INVENTIVA. ASPETTIAMOCI CHE UNA DELLE PROSSIME MANIFESTAZIONI VENGA SVOLTA AVANZANDO SULLE MANI ED A TESTA IN GIU’. NELL’IMMAGINE ALCUNE DONNE IN CORTEO A CASERTA DURANTE UNA SFILATA PROPAL. LICEALI ATTEMPATE, CHE RIMPIANGONO FORSE, COSI’ FAZIOSAMENTE CONCIATE, AMBIZIONI TEATRALI?

Come fanno i ragazzi e ancor più gli universitari che dovrebbero esser imbevuti dei valori repubblicani a non vedere la differenza tra la democrazia di Israele e la dittatura di Hamas. Come spiegare la loro cecità morale difronte alle esecuzioni sommarie che i terroristi di Gaza ancora in queste ore stanno compiendo? Quale squilibrio della logica li porta a darsi ragione – secondo il paradigma vittimario tanto falso quanto attuale – dal numero di morti nei due anni di combattimento a cui Israele è stato costretto dal progrom del 7 ottobre. Eppure non ci vuole molto a capire che non si fa la guerra senza fare la guerra. E non è risaputo che Hamas ha dispiegato una guerra cognitiva senza precedenti, diffondendo fake news e video falsificati e contraffatti, volti a suscitare commiserazione e pietà per la causa palestinese ?

Ed oggi, benché a piano di pace avviato ed approvato dagli stessi stati arabi egemoni della regione e a cui Hamas ha dovuto piegarsi, ancora si insiste con le stesse ubbie, con gli stessi pregiudizi funzionali alla sinistra estrema, al movimentismo fine a se stesso.

E dunque a Caserta, questo pomeriggio, manco a dirlo, l’area protestataria di matrice collettivista si riunisce per dibattere nientedimeno che di una pace giusta in Palestina. Con l’usuale sussiego finiranno per dire che la pace giusta è altro da quella che si predispone. Quella che finora hanno impedito attaccando il libero stato di Israele  e sostenendo il feroce regime jihadista di Hamas.

Chiudiamo con un avvertimento. Questo da noi espresso non è un giudizio di valore. E’ controcronaca. Perché il più che abbiamo potuto leggere su manifestazioni e cortei propal in città sono state note di colore sui canti e gli slogan intonati, su bandane e kefiah indossate e sulla bella gioventù studentesca a sfilare. Che potesse trattarsi di una grande abbaglio, neanche una parola.