CASERTANA. Se D’Agostino fa sul serio e vuole andare via come ha scritto, pronti già 3 imprenditori per rilevare la società

17 Dicembre 2018 - 19:10

CASERTA(g.g.) Il presidente della Casertana Giuseppe D’Agostino ha compiuto un passo che tanti altri presidenti di società di calcio hanno compiuto in passato.

A volte per difficoltà economiche, a volte per una rottura grave con l’ambiente e con la tifoseria, c’è capitato di scrivere che un massimo dirigente di una squadra di calcio abbia rimesso il titolo e il proprio mandato nelle mani del sindaco.

Va compreso lo stato d’animo di D’Agostino. Una pietra, come abbiamo scritto ieri sera (CLICCA QUI PER LEGGERE) ha colpito una sua congiunta durante la contestazione dei tifosi, seguita all’ennesima sconfitta casalinga, stavolta contro la Reggina, da parte di una squadra che era stata costruita, sicuramente in buona fede, ma forse anche un pò ingenuamente da D’Agostino per diventare una macchina da guerra, una sorta di Juventus della serie C.

Espressa al presidente la solidarietà doverosa e prese le dovute distanze dai soliti cretini, dai soliti facinorosi, che usano metodi violenti per esprimere il proprio pensiero, va anche, però, dato conto del punto di vista di tanti tifosi civili e pacifici, i quali hanno visto troppe cose strane da agosto ad oggi. Una tra tutte, l’insistenza con cui D’Agostino ha voluto difendere la panchina dell’allenatore Fontana.

Qui nessuno contesta le qualità del mister, che è stato anche un ottimo giocatore, contribuendo alla risalita del Napoli dalla serie C alla serie A.

Ma si sa che quando non scatta un’alchimia tra squadra e tecnico, quando un allenatore non ha ancora forse sufficientemente esperienza per amalgamare un gruppo formato da tante prime donne e forse carente nella sua struttura proletaria, in una difesa, per esempio, che non ha convinto in tante occasioni, e che forse aveva bisogno di un portiere e di un centrale di valore speculare a quello dei centrocampisti e degli attaccati acquistati, una società cerca, non potendo disconoscere anche per motivi di bilancio, gli investimenti effettuati, di imprimere una svolta, cambiando, come si suol dire, il manico.

Cosa che D’Agostino che aveva speso l’impossibile in estate non ha voluto fare e non ha fatto, visto che la squadra è stata consegnata al secondo di Fontana che, con tutto il rispetto, non ha l’esperienza e il carisma di un tecnico abituato a lavorare con certi giocatori e a comprendere anche quali siano le carenze nell’organico e nell’organizzazione tattica di una squadra in crisi.

Per cui, se D’Agostino deve essere comunque ringraziato per lo sforzo economico che ha compiuto, lui pur esprimendo piena ragione di fronte agli atti di violenza subiti, non può considerare sbagliati e peregrini i contenuti della contestazione.

Dopodomani, D’Agostino incontrerà il sindaco Carlo Marino. A quanto ci risulta ci sono almeno 3 imprenditori importanti, pronti a rilevare la Casertana. Dunque, c’è spazio per un addio non devastante. Se le parole del presidente D’Agostino rimarranno coerenti a quelle che ha messo nero su bianco in queste ore, potrà lasciare ad altri il difficile compito di riprendere i fili di un discorso sportivo, oggi largamente compromesso. Se non sarà così, se ci troveremo di fronte ad una rituale scena di un presidente che fa l’offeso e vuole solo essere un pò incensato, allora la Casertana difficilmente riuscirà ad affiorare da una crisi che potrebbe avere, poi, conseguenze devastanti fino alla perdita della categoria che si sognava di lasciare per salire in quella superiore e che invece potrebbe essere il viatico per una discesa negli inferi del calcio dilettantistico della serie D.