CASTEL VOLTURNO. La storia di Patty e della mafia nigeriana alla trasmissione “W l’Italia”

26 Ottobre 2018 - 20:57

CASTEL VOLTURNO – “Mi ha trattato come un animale”. Sono queste le prime parole che pronuncia Patty, ragazza nigeriana, abusiva a Castel Volturno e costretta dal marito a prostituirsi. Il comune in provincia di Caserta è diventato terra di nessuno, o meglio terra di conquista. Si perché è qui che la mafia nigeriana ha deciso di stabilire il proprio quartier generale.

La criminalità organizzata qui vive principalmente grazie a due attività: lo spaccio di droga e lo sfruttamento della prostituzione. Patty, 40enne, racconta la sua terribile esperienza e mostra – alle telecamere di W l’Italia, trasmissione di Rete 4 – i segni della violenza che il suo corpo porta ancora. “Questo me l’ha fatto con una bottiglia – dice indicandosi una cicatrice in prossimità del labbro superiore -, quest’altro graffio con un pezzo di vetro”.

Lei si è ribellata e ha parlato, ma spiega perché molte donne sono costrette al silenzio: “Sono in molte ad aver paura perché loro – i mafiosi – chiamano la tua famiglia e dicono: ‘Se tua figlia non si comporta bene la ammazziamo’”. Patty ha denunciato il marito, ma a Castel Volturno ci sono 15mila invisibili, persone che entrano a fare parte di questa spirale infinita di violenza.

Il sindaco Dimitri Russo, intervistato, racconta l’emergenza che vive costantemente la città di Castel Volturno dove l’abusivismo, la droga e la prostituzione sono divenute le attività criminali roccaforti della mafia nigeriana.