CORRUZIONE, CAMORRA E APPALTI IN COMUNE. Rinviati a giudizio l’ex sindaco Lombardi, il vice maresciallo dell’esercito, Piero Cappello e Raffaele Pezzella. TUTTI I NOMI

16 Gennaio 2025 - 13:23

CASERTA – Il giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Napoli, Marcello De Chiara, ha sancito il rinvio a giudizio dei quattordici imputati accusati a vario titolo di intestazione fittizia di beni, turbata libertà degli incanti, aggravati da finalità mafiose, falso, riciclaggio, false informazioni al pubblico ministero, favoreggiamento, aggravati da finalità mafiose.

Nel mese di maggio, quindi, inizierà il processo agli imprenditori Raffaele Pezzella, 49enne di Casal di principe; Tullio Iorio, 50enne di San Cipriano, residente a Villa di Briano (entrambi già a processo per corruzione e concorso esterno al clan dei casalesi); Carmine Petrillo, 42enne di Caserta; Carlo d’Amore 46enne di Casapulla intestatario fittizio della titolarità di tutte le quote della Costruzioni Generali sud e della proprietà della Comed.

A questi va aggiunto Piero Cappello 61enne di Piedimonte Matese ex presidente del consorzio ASI che avrebbe agito, secondo l’accusa, quando era dipendente dell’ufficio tecnico del Comune di Calvi Risorta per turbare la gara tesa ad affidare i lavori di adeguamento e manutenzione straordinaria della viabilità comunale. Imputati anche Giovanni Lombardi e l’imprenditore Francesco Verazzo, 64enne originario di Casal di Principe ma residente a Capua: ai 2 viene contestato il reato turbata libertà nella scelta del contraente, sempre in relazioni ai lavori alle strade che portano alla Casilina e alla provinciale 194.

A processo inoltre Gennaro d’Ascenzio, Francesco di Fiore, Massimo Di Stefano, Giuseppe Napoletano, Teresa d’Alessandro, per aver reso, secondo l’accusa, dichiarazioni false alla polizia giudiziaria sui rapporti di loro conoscenza con Iorio e Pezzella, ed anche il vice sindaco Giuliano

Cipro, maresciallo dell’esercito, accusato di favoreggiamento personale per aver effettuato una bonifica ambientale all’interno dell’ufficio tecnico aiutando Cappello ad eludere l’investigazioni