COVID. L’ENNESIMA PROVA. All’Unità di crisi di De luca sono impreparati e inaffidabili: leggete che confusione con i numeri delle Terapie Intensive

10 Novembre 2020 - 18:44

I posti letto sono totali più che “disponibili” come viene scritto nel report giornaliero pubblicato sui social, quindi, tutti quelli funzionanti in regione, occupati e liberi. Il rischio è che la disponibilità sia più bassa di quanto emerge.E non è un caso che il ministero della Salute ha inviato i suoi tecnici in Campania per verificare la validità dei dati resi pubblici dalla Regione

CASERTA (l.v.r.) – Soffermiamoci un attimo su ciò che l’Unità di crisi della Campania ha pubblicato ieri, in pratica un chiarimento relativi ai posti letto covid (e non) disponibili in Campania. La struttura che si occupa di controllare l’andamento epidemiologico, guidata da un ex Dg ai Lavori Pubblici, Italo

Giulivo, e che vede anche presente il sindaco di Caserta, Carlo Marino, in qualità di numero 1 dell’Anci Campania, ha riferito che il dato di 590 posti letto di terapia intensiva si riferisce all’intera dotazione di posti letto, pubblico e privato accreditato, realizzati e funzionanti che attualmente sono presenti in Campania. Quindi, non sono solo i PL dedicati ai malati covid, ma riguardano tutta la regione. La Campania già da qualche giorno ha superato quella percentuale che, per il Governo, equivale al numero massimo di pazienti in terapia intensiva che un sistema sanitario regionale può sopportare: 30% (32,8%, 193 su 590 in Campania). Per quanto riguarda la degenza classica, sul report della Regione Campania non viene riportato il numero completo dei posti letto, ma solo quello relativo ai pazienti covid, cioè 3.160, oggi occupati da 2.160 pazienti. Il comunicato si chiude con una frase che fa poco sperare per il futuro: “Il dato dei posti letto dedicati ai pazienti COVID-19 non può essere fisso ed è variabile in relazione alla esigenza quotidiana che si manifesta“. Quindi, probabilmente, non sapremo mai la dotazione della regione Campania in maniera chiara e trasparente.

Un chiarimento che in realtà non chiarisce molto. Questo perché non c’è nessun riferimento su quanti siano i malati in terapia intensiva che non sono affetti da coronavirus ricoverati in strutture pubbliche e private della Campania, oltre ai 190 posti letto di terapia intensiva occupati dai malati covid che hanno contratto il covid-19. Perché saperlo? Questo dato è importante? Sì, molto. La possibilità che, ad esempio, i 590 posti letto in terapia intensiva siano occupati da un 20% di degenti che non hanno contratto il covid ma che si trovano in rianimazione per altri e particolari stati di salute di alta gravità, quali ad esempio il supporto delle funzioni vitali, o dopo un’operazione rischiosa, non è impossibile. Quindi, i posti letto “disponibili” non sarebbero 590 ma molti meno. Resterebbero in Campania meno di 300 posti letto di Terapia Intensiva realizzati e funzionanti in regione. In questo modo, la cifra degli attuali degenti di terapia intensiva positivi, 190, sarebbe addirittura superiore ai due terzi dei posti letto attualmente disponibili, cioè non occupati da pazienti. Un dato che con molta probabilità provocherebbe l’immediata retrocessione in area gialla, se non rossa, della Campania. Non si spiega, poi, la differenza nella decisione di specificare nel report giornaliero i posti letto covid di degenza, 3.160, e quelli complessivi, invece, per le terapie intensive.

Una dimostrazione di come, all’Unità di crisi, si stia pubblicando i dati in maniera poco chiara. Ogni scelta viene fatta senza una spiegazione esplicitata a chi quei numeri li legge, cioè milioni di campani. Resta l’impressione che la pubblicazione delle cifre relative al sistema sanitario regionale connesso al covid venga utilizzata come il cappotto di Napoleone, utili in ogni occasione, soprattutto per essere sfruttate nel modo che più è necessario al racconto della Campania voluto da chi ha le redini di Palazzo Santa Lucia. Ed è questa discrasia numerica ad aver provocato le polemiche che poi sono esplose sulla decisione della zona Gialla per la Campania, ormai pare confermata anche per i prossimi giorni. La teoria di chi afferma che in Campania i dati non sono precisi o “dopati” non è campata per aria, proprio a causa di come la regione sta gestendo e divulgando i numeri sui social e, plausibilmente, al Governo. E non è un caso che il ministero della Salute ha inviato i suoi tecnici in Campania per verificare la validità dei dati resi pubblici dalla Regione.