Duplice omicidio fuori le scuole medie. Rito abbreviato per D’Angelo
30 Dicembre 2019 - 19:11
SAN FELICE A CANCELLO – Sarà giudicato con rito abbreviato, a metà febbraio, Francesco D’Angelo, il 52enne di Durazzano che dallo scorso 1 aprile è in carcere con l’accusa di aver ucciso a colpi di fucile, nel pomeriggio del 31 marzo, a Durazzano, Mario Morgillo, 68 anni, e suo genero, Andrea Romano, 49 anni, entrambi di San Felice a Cancello.
Quando era comparso dinanzi al giudice per la convalida del fermo, eseguito dai carabinieri, D’Angelo non aveva risposto alle domande ma aveva rilasciato alcune dichiarazioni spontanee. Sostenendo che quel giorno, dopo pranzo, si era accorto, mentre era a bordo del suo furgone, di essere seguito dalla Ford Focus sulla quale viaggiavano Morgillo e Romano.
Preoccupato, aveva allertato i carabinieri, poi, non avendo più visto quella macchina, aveva pensato che tutto fosse tornato alla normalità. Per questo si era fermato in piazza Galilei, nei pressi di un bar e della scuola media, dove, all’improvviso, si era trovato di fronte, peraltro contromano, la Ford Focus, che il conducente – aveva aggiunto – aveva parcheggiato in modo da sbarrargli il transito.
Secondo D’Angelo, i due occupanti sarebbero scesi impugnando una pistola e lui, a quel punto, aveva fatto altrettanto, uscendo dall’abitacolo e sparando. Poi si era allontanato ed aveva fatto scattare l’allarme.
Un delitto con uno sfondo rappresentato dalla conflittualità esistente con i Morgillo, nata nell’aprile dello scorso anno, quando a Santa Maria a Vico l’allora 51enne era rimasto coinvolto in un incidente, finito al centro di un procedimento della Procura di Santa Maria Capua Vetere, con Gennaro Morgillo, allora 30enne, figlio di Mario.
I due si erano poi incrociati a distanza di alcuni mesi, quando lo stesso 30enne si era trasferito a Durazzano perché colpito dal divieto di dimora nella provincia di Caserta. Una situazione inevitabilmente complicata, rapporti tesi. Infine, la domenica prima del delitto, lo ‘scontro’ in un bar.