Ecco L’INTERCETTAZIONE che incastra Carlo Savoia e potrebbe incastrare il sindaco Carlo Marino e Pasquale Vitale

14 Dicembre 2018 - 21:15

CASERTA (Gianluigi Guarino) Abbiamo scelto, ritenendo che la cosa abbia un senso, di pubblicare in calce a questo articolo 5 pagine, pressoché vuote inserite nell’ambito di alcuni interrogatori, a cui è stato sottoposto il super pentito Nicola Schiavone figlio di Francesco Schiavone Sandokan. 5 pagine anzi per la precisione 5 pagine e mezza che sono tutte un omissis.

5 pagine sono tante, contengono racconti lunghi ed articolati. Siccome le domande riguardano da un lato il rapporto tra Nicola Schiavone e il clan dei casalesi e Carlo Savoia, dall’altro gli appalti controllati dal clan al comune di Caserta, si capisce bene perchè nelle 5 pagine e mezza vuote sono un documento giornalisticamente rilevante che va fatto vedere, perchè è, in questo caso, si tratta di un documento importante per quello che non c’è scritto e non per quello che c’è scritto.

Poi, siccome non possiamo costringere i nostri lettori solo a riflettere deduttivamente, pubblichiamo alcune intercettazioni, alcuni passi delle ricostruzioni dei carabinieri del Noe che entrano nel cuore della vicenda sottoposta a indagine dalla Dda: la gara d’appalto da quasi 116 milioni di euro per la raccolta dei rifiuti a caserta.

Siccome ci riteniamo pienamente in grado, per il lavoro esplicitato su questi argomenti, per le ore e ore trascorse a studiare documenti e a scrivere decine e decine di articoli, di rilevare quella che è una iniziale carenza di impostazione nel meccanismo dell’indagine. Un errore che però a nostro avviso non toglie nulla alla valutazione di gravità degli indizi raccolti dagli investigatori del Noe.

Nella parte dell’informativa oggi in questione, pur riguardante questa la dimostrazione della turbativa d’asta effettuata negli uffici del comune di Caserta insieme a Carlo Savoia e Pasquale Vitale, non si fa riferimento a un dato importante: i bandi per l’appalto dei rifiuti a Caserta sono stati due. Quando a fine 2017 fu revocato il primo, CasertaCe che già ne parlava da diverse settimane, scrisse a chiare lettere che si trattava di un passaggio misterioso e inquietante, in considerazione del cospicuo importo di pubblico danaro, previsto per il pagamento delle spettanze all’impresa o al gruppo di imprese vincitrici.

E allora qualcuno potrebbe pensare che le conversazioni intercettate tra Carlo Savoia e la sua dipendente Anna Scognamiglio possano riguardare il bando pubblicato e non, come sostengono invece gli inquirenti, quello non ancora pubblicato (sarebbe comparso sull’albo pretorio, il successivo 11 gennaio 2018) ma già conosciuto in tutti i dettagli da Carlo Savoia in modo che l’operazione di sartoria, di adattamento delle offerte tecnica ed economica, potesse avvenire conoscendo prima tutti i requisiti richiesti dall’ente appaltante.

Possiamo però affermare con tranquillità, da profondi conoscitori di questa vicenda che ci sono due passaggi nelle conversazioni tra Savoia e la Scognamiglio che tagliano la testa al toro e allontanano l’ipotesi che i due stiano parlando di un qualcosa di pubblicato, di regolare, cioè del primo bando, successivamente rveocato.

Li abbiamo sottolineato con un evidenziatore rosso negli stralci documentali che pubblichiamo in calce. La Scognamiglio afferma: “(…) Perchè dentro le carte manca il contratto di servizio.

Sempre Anna Scognamiglio nella stessa conversazione del 6 novembre 2017: “Come abbiamo fatto nel vecchio, nella prima consegna…“. Ciò vuol dire chiaramente che era esistito un primo bando, considerato vecchio dalla dipendente di Savoia e un secondo bando, quello di cui i due stavano parlando, considerato nuovo. Il secondo bando era, per l’appunto, quello che sarebbe stato pubblicato l’11 gennaio e rispetto al quale Carlo Savoia e la Scognamiglio “aggiustavano”, calibravano le offerte per vincerlo sicuramente.

Circostanza confermata dalla prima frase: non poteva essere un bando pubblicato, quello privo del contratto di servizio. La Scognamiglio dice “Ce l’hanno mandato senza contratto di servizio“, ciò vuol dire che dal comune c’era stato qualcuno che aveva mandato la bozza del secondo bando, quello che poi ha portato all’aggiudicazione della gara alla Energetikambiente, impresa totalmente nel controllo di Carlo Savoia.

L’ultima parte riguarda le visite fatte a casa di Carlo Marino, in mercedes, dallo stesso Carlo Savoia insieme a Pasquale Vitale. Accade il 3 febbraio 2018 e i due, privi di documenti, scendono dopo aver parcheggiato in via De Nicola. Si guardano indietro ed attorno per diversi secondi e poi entrano nella casa del sindaco, non accorgendosi, evidentemente, che in zona c’erano i carabinieri a riprendere tutta la scena.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO