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Eccolo il vero tesoro dei casalesi: un reticolo di società che da Spartacus in poi mettono Roma ai piedi di Nicola Schiavone monaciello tra cessioni di rami e tonnellate di soldi drenate con false assunzioni e false consulenze

13 Luglio 2022 - 14:47

Siamo arrivati ad un punto dell’ordinanza in cui, dopo aver strutturato tutte le premesse, la Dda e il nucleo investigativo dei carabinieri di Caserta, entrano nel vivo, nel merito delle strutture economiche, delle ragioni sociali ma soprattutto delle operazioni attraverso le quali si punta a rendere illegibile, non individuabile il ruolo del primo socio di Sandokan e quello di Vincenzo Schiavone o trick, suo fratello. Enel, Rfi, tanti titoli e diritti acquisiti su gare d’appalto vengono gradualmente spostati dall’iniziale Eureka, bruciata dal processo Spartacus, ad un ampio spettro di nuove aziende attraverso la BETS di Aversa una sorta di impresa Caronte nata solo per realizzare questa grande operazione criminale, salvo scomparire, fallire, avendo esaurito la sua funzione nel 2010

 

CASAL DI PRINCIPE – La peculiarità di questa ordinanza, stiamo parlando sempre della vicenda dei grandi appalti di Rete Ferroviaria Italiana e della figura, non certo ancora del tutto disvelata di Nicola Schiavone detto monaciello, è che è costituita da passi, da stralci che si leggono bene anche da soli. Nel senso che non occorre una grande mediazione giornalistica per accrescere il livello di conoscenza di fatti e situazioni di persone molto complesse.

Se, invece, leggete lo stralcio qui in calce e lo fate con la calma dovuta, concedendovi 10 minuti, un quarto d’ora, per assorbire i passi pubblicati riga per riga, vi accorgerete che tutto sommato  la narrazione sembra complessa in quanto popolata da decine e decine di ragioni sociali di imprese, ma in realtà tutto diventa più semplice se si parte da alcuni fondamentali.

Siamo arrivati al punto riguardante la trattazione delle attività imprenditoriali propriamente dette del citato Nicola Schiavone e del fratello Vincenzo.

Attenzione, storicamente queste attività hanno un preciso, fondamentale punto di discrimine temporale e giudiziario. Si chiama Spartacus, processo Spartacus che prese inizio nel 1998 e che rappresentò il primo forse anche ultimo esempio di maxi processo al clan dei casalesi e a tutte le sue diramazioni economiche.

Prima di Spartacus, Nicola e Vincenzo Schiavone erano già molto attivi, erano già imprenditori di successo, perchè come indicava letteralmente il nome da loro scelto per la società con cui operavano, “avevano trovato” il filone d’oro, la possibilità di stare dentro al sistema dei grandi appalti pubblici, quelli delle ferrovie ma al tempo anche quelli dell’enel della Sip poi divenuta telecom eccetera.

Eureka si chiamava che significa proprio questo: prima persona dell’Aoristo del verbo greco Eurisko che significa io trovo e dunque essendo l’Aoristo il modo del passato prossimo e anche remoto, dipende dal contesto, “Eurekaaaaa” esclamava Eta Beta negli episodi di Topolino quando con la lampadina che le si accendeva sulla testa umanoide, esclamava per l’appunto “Ho trovato”, festeggiando la risoluzione di un problema scientificamente complesso.

Nicola e Vincenzo Schiavone trovarono l’America e in questa prima fase, decisiva per il decollo delle loro attività imprenditoriali e del loro conto in banca, non potette non svolgere un ruolo importante, forse addirittura fondamentale, la loro relazione diretta con il clan dei casalesi, già attiva nei tempi pionieristici, già attiva nel febbraio 1981, a pochi mesi di distanza, chissà se solo per una coincidenza, dal terremoto dell’Irpinia, e che fu sancita da quella che abbiamo definito una visura camerale che andrebbe conservata in un museo, dato che dovrebbe essere l’unica contenente il nome (ma su questo fatto cercheremo di essere più precisi nei giorni prossimi) di Francesco Schiavone Sandokan, socio della SCEN  che sta per società costruzioni edili napoletane con sede a Giugliano e partecipata per la maggior parte da imprenditori di questa città, dove Nicola Schiavone monaciello aveva trovato l’amore, sposando Teresa Maisto, i cui parenti sottoscrissero 5 mila lire a testa per entrare in una compagine di 9 soci, dunque con un capitale complessivo di 45mila lire.

Dunque, bisogna cercare nella storia di Eureka le basi costitutive dell’impero creato da Nicola Schiavone senior e, seppur in parti più modeste, dal fratello Vincenzo Schiavone o trick.

Eureka finisce a pieno titolo dentro ai capi di imputazione del processo Spartacus: Nicola se la cava e viene assolto, mentre Vincenzo Schiavone viene condannato a 2 anni di reclusione. Ma più che l’entità della condanna, conta il pezzo di motivazione che spiega: “Schiavone Vincenzo è ritenuto pienamente incluso nell’organizzazione nell’ambito del nucleo di sostegno alle molteplici attività ed interessi curati da Walter Schiavone“.

Da questa motivazione si capisce anche su quale base i  due fratelli si dividono i compiti del sostegno alle famiglie dei due fratelli Schiavone, dei due fondatori del clan: Nicola agganciato alle necessità economiche e non solo economiche della famiglia di Francesco Schiavone Sandokan, suo socio nel 1981 e anche grande amico che nel momento in cui decide di fare il camorrista a tempo pieno, lo designa quale suo principale riferimento nelle attività economiche, nel mondo degli appalti; Vincenzo Schiavone a sostegno delle necessità della famiglia di Walter Schiavone Scarface, il quale evidentemente aveva contato nel decollo delle attività economiche di Eureka.

Già durante il processo Spartacus, inizia la smobilitazione di questa società, che continua negli ultimi anni del secolo scorso e per tutti i primi anni di questo. Quando leggerete lo stralcio vi renderete conto che la nuova società designata a rappresentare pienamente gli interessi di Nicola e Vincenzo Schiavone è la BETS con sede ad Aversa.

Ovviamente i due Schiavone, nel pieno della stagione della lotta alla struttura militare ma anche a quella economica del clan dei casalesi da parte dello stato e memori dei problemi avuti per l’inchiesta e per l’esito del processo Spartacus, si sono già organizzai in un altro modo: loro non compariranno mai ma utilizzeranno dei fedelissimi prestanome.

Nel caso di BETS i soci sono Marco Falco, un ragioniere impiegato in Eureka e Carmelo Caldieri, anche lui indagato in queta ordinanza, un super fedelissimo fin da allora di Nicola Schiavone monaciello. Noterete anche che BETS attraversa una sua prima fase in cui va a prosciugare tutte le attività più importanti e più remunerative di Eureka, diventando in pratica una Eureka 2, diventando in pratica lo strumento attraverso cui i due Schiavone si defilano formalmente per evitare sequestri e confische o altri guai tipo Spartacus, ma restano pienamente, anzi rafforzano sempre di più il loro peso nei grandi appalti delle aziende di stato.

Leggerete di tre acquisizioni di robusti, strategici, cruciali rami d’azienda di Eureka da parte di BETS. Ne citiamo solo uno, gli altri due ve li andate a leggere. Il 12 giugno del 2000 e il 26 luglio dello stesso anno, acquista dalla SPB, praticamente l’Eureka travestita in una visura nuova, ha acquistato un ramo d’azienda che gli inquirenti non sono in condizione di illustrare in quanto l’atto non è presente telematicamente.

Da un certo momento in poi, BETS avendo evidentemente completato l’azione di “trasbordo” degli assets lucrosissimi non più ospitabili nell’orami impresentabile Eureka-SPB, comincia a fare l’esatto contrario, cioè a cedere i suoi rami d’azienda, stavolta non ad una sola società, ma ad un gruppo molto ampio di sigle, a dimostrazione che Nicola senior ha capito bene che più casino si fa nel meccanismo di trasmissione da un’impresa ad un’altra, più questo viene parcellizzato, sminuzzato in varie destinazioni e maggiore è la possibilità che queste operazioni non vengono neppure percepite e dunque non monitorate.

BETS cede rami d’azienda a Sinergy, a GSC e a FFC Costruzioni Generali, per citare solo quelle che gli inquirenti hanno deciso di inserire nell’ordinanza. Noterete anche che nelle operazioni di cessione di ramo d’azienda, si innestano delle appendici, delle integrazioni legate probabilmente a errori o a dimenticanze. Ad esempio, viene integrato la cessione di ramo tra BETS e GSC la quale non aveva acquisito sostituendosi alla cedente, la titolarità e tutti i diritti sui lavori di manutenzione straordinaria del copro stradale, delle opere d’arte, degli acquedotti, nonchè di lavori similari sulla tratta linea Napoli-Potenza.

Questo, ripetiamo, solo per fare un esempio tra tanti. Il fatto che BETS avesse avuto una funzione ben precisa di società di transito è dimostrato dal fatto che questa mano mano viene dismessa nel 2010, con avvio del fallimento.

Il decennio tra il 2010 e il 2020 presenta nuovi protagonisti, nuove sigle, nuove società. Ma la sostanza è sempre la stessa e anche alcuni prestanomi, pur affiancati da nuove carte d’identità, è sempre lo stesso. E’ il tempo di Sinergy, è il tempo di Tec soprattutto. Nicola Schiavone e tutta la sua famiglia cioè anche Vincenzo, la mogie di quest’ultimo Tiziana Baldi, la propria moglie Teresa Maisto e altri li trovi puntualmente o dipendenti o consulenti.

Dunque, da un lato il sistema dei prestanomi non espone giuridicamente i due Schiavone, dall’altro questo sistema permette loro di rapportarsi come dipendente o come consulenti, con la conseguenza di una ben immaginabile distrazione degli utili trasformati in stipendi, in provvigioni, in compensi fatturati, cioè in costi.

A Napoli nell’anno 2010, manco a dirlo quando BETS tira le cuoia, viene costituita la BCS srl , società di consulenza con sede nel “salotto buono” di piazza dei Martiri. Questa società si occupa di consulenza alle aziende e immediatamente ha un gran successo, fabbricando fatturati importantissimi. Vedremo se nel prosieguo di questa ordinanza sarà anche illustrato qualcosa di più specifico dell’attività di questa società di consulenza a partire dall’identità dei clienti.

Volete scommettere che tra questi c’era anche l’intera batteria delle società controllate dagli Schiavone e che facevano man bassa degli appalti di rete ferroviaria italiana a colpi di mazzette, regali costosissimi, il tutto coperto da una inquietante affidabilità, addirittura onorabilità che pezzi dell’imprenditoria di stato, ma anche pezzi significativi della politica romana avevano attribuito a Nicola Schiavone senior?

Il resto lo potete leggere qui in calce e vi garantiamo che si tratta di contenuti molto interessanti per chi vuol capire cosa sia stato e cosa sia poi diventato il clan dei casalesi e perchè si dice fondatamente che si è trattato e forse si tratta ancora di una delle organizzazioni criminali più importanti e temibili del mondo.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA