ELEZIONI REGIONALI. Va bè, vi spieghiamo perchè Roberto Cusano ha ragione ed è il primo della sua lista e perchè questo non conta un fico secco, in quanto Campania Libera non potrà mai avere un seggio a CASERTA
24 Settembre 2020 - 10:45
Tra Prefettura e Ministero dell’Interno sono riusciti nell’impresa di inserire a Ruviano il dato della lista, ma non quelli delle preferenze ai candidati. Per cui al sindaco ne mancano circa 600, che gli consentiranno di ottenere il platonico sorpasso a Rany Pagano. Poi ci pensano le cifre residuali circoscrizionali o resti che dir si voglia, a stabilire ogni cosa
RUVIANO – (g.g.) Quei bontemponi, chiamiamoli così, tanto è inutile infierire nei confronti di una prefettura e di un ministero degli interni che hanno consegnato la Campania a una tempistica pakistana nella procedura di ufficializzazione dei risultati elettorali, si saranno scordati di spedire al Viminale, o magari saranno stati quelli del Viminale a scordarsi di inserirli, i dati delle preferenze nel comune di Ruviano. Attenzione, quasi come se si trattasse di uno scherzetto di carnevale (di qui la nostra definizione di buontemponi), sono stati inseriti i numeri riguardanti tutte le liste partecipanti, tranne uno: manco a dirlo, quella di Campania
Ma in effetti Cusano ha ragione: se, infatti, non cambia nulla nel risultato complessivo della lista Campania Libera, visto che i dati del simbolo sono stati caricati e questo raggiunge nettamente la prima posizione con 611 voti, manca totalmente l’indicazione delle preferenze con la conseguenza che il computo finale, la classifica dei candidati di questa lista risulta significativamente alterata.
Dobbiamo ragionevolmente ritenere che siccome non risulta nella storia d’Italia che il movimento Campania Libera abbia lasciato un’impronta nelle fasi topiche del Risorgimento, della Prima Guerra Mondiale, della Resistenza e del dopoguerra, se non ci fosse stato in campo Roberto Cusano, se il sindaco di Ruviano non si fosse candidato e schierato per questa compagine costruita ad hoc da De Luca, Campania Libera sarebbe arrivata tra gli ultimi, quasi sicuramente raggranellando non più di 10 o 20 voti.
Per cui, dei 611 assegnati a questo simbolo, diciamo che 600 o giù di lì si traducono in preferenze attribuite, non contabilizzate a favore di Roberto Cusano.
Ci trasferiamo un attimo nella pagina che contiene il dato aggregato su scala provinciale o circoscrizionale che dir si voglia di ognuno degli 8 candidati di Campania Libera. Non vogliamo mai pensare che qualche diavoleria informatica abbia caricato le preferenze riportate da Cusano nella sua Ruviano nel dato complessivo e non in quello comunale. D’altronde, il programma di immissione dei dati dovrebbe essere una struttura unica, con algoritmi che comunicano tra di loro, come una sorta di domino che ti porta infine alla individuazione degli eletti. Messe le mani avanti anche su questa cosa che la Prefettura di Caserta e al Viminale sono capaci di tutto e l’hanno dimostrato ampiamente negli anni, diciamo che aggiungendo 590, 580 voti a Cusano (ci manteniamo prudenti) e pochissime schede agli altri candidati, ci accorgiamo che il dato complessivo del sindaco di Ruviano tocca 3.682. Ciò gli consentirebbe di superare quello che al momento risulta il primo della lista, cioè l’ex sindaco di Casaluce Rany Pagano, attestato al momento a quota 3.470 che potrebbero diventare magari 3.480, ma non di più.
In poche parole, Cusano conquisterebbe la prima posizione ai danni di Pagano. Una vittoria platonica probabilmente legata alla volontà di attestare, al cospetto di De Luca, una capacità di consenso che poi dovrebbe permettere a Cusano di bussare senza intermediari quando ci sarà da chiedere qualcosa per il proprio comune. Comprensibile psicologicamente l’apparentemente giusta rivendicazione del sindaco di Ruviano, perfettamente inutile da un punto di vista concreto, sostanziale, visto e considerato che i 600 voti di preferenza non contabilizzati, non incidono sul risultato complessivo di Campania Libera, nel quale sono già compresi i 611 consensi conquistati a Ruviano.
Peraltro, come abbiamo dimostrato martedì, il quoziente residuale di Campania Libera non ha alcuna possibilità di sostituire, nè oggi e nè in futuro, quelli che prevalgono nell’attribuzione dei seggi. A Caserta, come si dice in gergo “elettorale”, non scatta. E non potrebbe scattare per un motivo che, modesti a parte, sappiamo solo noi e abbiamo spiegato nelle folli 48 ore della nostra diretta elettorale, non facendo mancare un solo numero ad una trasparente ripartizione dei resti realizzata molto prima, diverse ore prima della pubblicazione dei risultati ufficiali da parte del ministero. Dunque, la cifra residuale circoscrizionale frutto di un quoziente la cui definizione non vogliamo spiegare per la millesima volta, di 482,00%.
Questa cifra è inferiore a quella di Salerno. Anzi, di gran lunga inferiore perchè in quel caso il seggio di Campania Libera scatta con un 880,00%, molto prossimo, come si può ben capire, all’unità, cioè al numero 1 e per l’attribuzione del cosiddetto seggio pieno. Anche a Benevento c’è una cifra elettorale residuale più alta di 667,00%.
Benevento, però, si sa che esprime solo due seggi in totale e questi sono già attribuiti agli stellari resti della lista di Mastella, cioè Noi Campani e del Pd di Umberto Del Basso De Caro. Ma anche rimettendo il lizza il resto di Campania Libera a Caserta, quindi ridiscutendo per ipotesi l’intera attribuzione dei seggi su scala regionale, dobbiamo immediatamente battere in ritirata perchè i 6 seggi di Caserta, assegnati con i resti (i primi due, a Gennaro Oliviero e a Giovanni Zannini sono seggi pieni) non potranno non andare alla Lega con 930,00%, anche questo parente stretto di un seggio pieno, a Fratelli d’Italia con 723,00%, a Forza Italia 541,00% e ancor di più al Movimento 5 Stelle con 950,00% che sfiora letteralmente il seggio pieno e a Italia Viva con 906,00% e a Noi Campani con 812,00%.
E questa è la capienza massima degli 8 seggi casertani. Per cui, gentilmente non vi mettete a far telefonate perchè non siamo un ufficio informazioni. Ve l’abbiamo spiegato in tutti i modi e per riconoscendo la complessità della materia siamo ricorsi ad esempi che si fanno in terza elementare, e quindi non rompete le scatole: i nostri computi dei resti finiscono qui.
Se in tre mesi non siamo riusciti a farvi capire come funziona, allora, delle due l’una: o non siamo stati bravi noi a spiegare oppure la stragrande maggioranza di quelli che dicono di interessarsi alla politica e alle elezioni, è irrimediabilmente tonto oppure irrimediabilmente auto consegnatosi all’ignoranza. Indovinate un pò quello che noi pensiamo su questa domanda a risposta multipla?