ESCLUSIVA. L’ Antitrust boccia (e va al Tar) l’affidamento dei servizi integrati dei 104 Comuni all’ex Consorzio Idrico. Caproni di casertani leggete almeno per una volta per capire in che merdaio vivete
27 Febbraio 2024 - 19:25
Punto per punto vi spieghiamo finalmente le incredibili modalità che hanno permesso a questo vergognoso carrozzone, governato, in tutto e per tutto da Giovanni Zannini e dal suo braccio armato Pasquale Di Biasio, di aggiudicarsi una torta di centinaia di milioni di euro, Ma per L’Autorità Garante per la Concorrenza e per il Mercato l’operazione è farlocca e non rispetta i contenuti dell’articolo 192 comma 2 del codice degli appalti. IN CALCE ALL’ARTICOLO IL TESTO INTEGRALE DELLA DELIBERA
CASERTA – (Gianluigi Guarino) L’Autorità Garante per la Concorrenza e per il Mercato, comunemente definita Antitrust, mai come in questa occasione incrocia una vecchia battuta coniata da chi scrive: qui a Caserta, non ci vuole l’Antitrust ma un’autorità simile ma differente negli obiettivi, l’Antitra….stola perchè quella determinata dal Consorzio Idrico Terra di Lavoro, trasformatosi, a nostro avviso, come abbiamo scritto in decine di occasioni, illegalmente in Idrico Terra Di Lavoro spa o ITL che dir si voglia è un trastolone mastodontico realizzato con la dolosa complicità della Regione Campania del signor Vincenzo De Luca che si permette anche di dare lezioni di moralità e di buona amministrazione agli altri politici a partire da quelli che oggi governano il nostro paese.
L’Antitrust ha bollato di infamia l’affidamento prodotto dall’ente Idrico Campano, cioè da quell’organismo della Regione titolare di tutte le competenze in materia di servizio idrico integrato, all’ex consorzio idrico affinchè, in house,
Si tratta della punta dell’iceberg di quello che Giovanni Zannini, consigliere regionale di questa provincia, ha ottenuto su un terreno meramente clientelare e finalizzato a gonfiare la cassaforte elettorale di entrambi, dal signor Vincenzo De Luca. L’ Antitrust ha deliberato, lo scorso 6 febbraio, che non avendo ricevuto soddisfacenti spiegazioni e non avendo ricevuto elementi in grado di superare i pesantissimi rilievi esposti nel parere trasmesso all’Ente Idrico Campano, lo scorso 23 novembre, procederà immediatamente a presentare un ricorso al Tar chiedendo la revoca dell’affidamento all’ex consorzio idrico, al carrozzone inquietante, che ha vissuto negli ultimi anni, monopolizzati da Giovanni Zannini e dal suo braccio armato Pasquale Di Biasio, di tutti i servizi idrici integrati della provincia di Caserta fino al 2027
Non è bastata all’ Autorità Garante per la Concorrenza e per il Mercato, composta da fior di giuristi, la rassicurazione, francamente risibile e irrispettosa al limite dello sprezzante, attraverso cui l’Ente Idrico Campano lo scorso 23 gennaio ha comunicato spicciativamente all’autorità che la terrà informata sugli sviluppi della procedura, già avviata per l’estensione (ecco perchè abbiamo scritto prima “proroga incorporata”) della durata dell’affidamento fino al 2051. Una procedura attivata dall’istanza inoltrata all’EIC dall’ex consorzio o ITL che dir si voglia in quanto la durata limitata dell’affidamento, che ripetiamo scade a fine 2027, non avrebbe permesso di raggiungere gli impegni contrattuali soprattutto relativamente all’accesso al credito
Che si tratti di una barzelletta, di due imposture addizionate, messe insieme da una pariglia di complici, da un alto quella dell’ente idrico della Regione Campania, dall’altro quella dell’ex consorzio idrico, te ne accorgi andando a ritroso di qualche pagina nella lettura del contenuto documentale, che pubblichiamo integralmente in calce a questo articolo, che si chiude con l’annuncio da parte dell’authority di un ormai inevitabile ricorso al Tar.
LA GRANDE “PASTETTA” DELL’AFFIDAMENTO DELLA REGIONE ALL’ EX CONSORZIO DI TUTTI I SERVIZI IDRICI
Nella struttura di premessa, vengono ricordate, infatti, le motivazioni, addotte dall’ente idrico campano per la concessione in house della gestione dell’intero servizio idrico integrato del compartimento casertano.
Cominciamo a dire subito che il 26 ottobre 2022 l‘Ente d’Ambito Campano su proposta dell’Ente d’Ambito Provinciale, per intenderci quello presieduto dal “”‘grande”” sindaco di San Marcellino, Giovanni Zannini che non a caso lo ha messo proprio li, delibera di approvare la forma di gestione del preliminare di Piano del Distretto Caserta comprensivo del Piano economico finanziario e anche dello schema di convenzione. Questo accade con la delibera n.55 del consiglio d’ambito dell’EIC, un nanosecondo dopo a dimostrazione che il “pastettone” era già definito preordinato e concordato, lo stesso consiglio d’ambito approva la delibera 56 con la quale produce l’affidamento all’ex consorzio idrico ora ITL, del servizio idrico integrato, ciò in applicazioni della L.R. n. 15/2015”., che attenzione non è che dica che questi servizi debbano essere necessariamente affida ti a un soggetto pubblico. Perchè se così fosse stato scritto quella legge sarebbe stata impugnata davanti alla Corte Costituzionale e al cospetto dell’Unione Europea che all’articolo 101 e all’articolo 109 del Trattato sul suo (TFUE), stabilisce i principi fondamentali della concorrenza e del mercato che solo in casi particolari se non eccezionali possono essere emendati da forme di affidamento protette com’è indubbiamente l’affidamento in house realizzato dalla Regione a favore dell’ex consorzio idrico.
L’EIC impiega un anno o poco meno, avete letto bene, un anno, per trasmettere queste deliberazioni all’authority governativa per la concorrenza e per il mercato sulle cui scrivanie approdano il 25 settembre del 2023. Noi stiamo leggendo il documento dell’Antitrust un passo alla volta. Vi giuriamo che quando abbiamo scritto “nello stesso giorno” non avevamo letto che la stessa espressione, identica, è stata, probabilmente con un pizzico d’ironia, utilizzata dall’authority che sulla delibera n 55 scrive: “L ‘EIC ha approvato la forma di gestione in house. Nel medesimo giorno (testuale n.d.d.) l’EIC ha deliberato l’affidamento del SII nell’Ambito distrettuale “Caserta” alla società Idrico Terra di Lavoro S.p.A. “. L’autorità è stata più generosa di CasertaCe, visto che noi prima abbiamo scritto “nello stesso giorno, e in un nanosecondo“.
Insomma, se ci fosse dunque una parola che incrementasse quella da noi già utilizzata, “pastettone”, dovremmo tirarla fuori ora proprio alla luce di questa sottolineatura fatta dall’autority. Ma più di una pastetta grossa grossa noi non riusciamo ad immaginare e a descrivere come immagine traslata, figurata. L’idea di intercettare i finanziamenti PNRR costituirebbe il motivo di un primo affidamento, ad opera dell’EIC all’ex Consorzio Idrico, lungo 5 anni, cioè fino al 31 dicembre 2027. Al di la della beffarda istanza dell’ex consorzio idrico per allungare l’affidamento fino al 2051, l’incorporazione di questa, che per noi è di fatto una proroga, era già contenuta nell’allegato alla delibera dell’EIC. Ed è la stessa authority. In questo documento aggiuntivo, infatti, si dava conto della circostanza che nel distretto di Caserta, il servizio idrico è stato erogato, fino ad oggi, in una condizione di evidente frammentazione particolarmente nel segmento fognario-depurativo per un totale di 102 gestori attivi di cui 4 strutturati e 98 in economia. E qui la relazione EIC andrebbe commentata in questo modo: Ma voi ci siete o ci fate? Ciò perchè viene scritto chiaramente che l’ ITL spa gestiva 33 comuni della provincia di Caserta, pari al 25% della popolazione.
Bugia: all’authority andava spiegato che, non l’ITL spa, bensì il consorzio idrico, aveva gestito i 33 comuni. E gestendoli, negli anni, aveva prodotto circa 130milioni di euro di debiti con Acqua Campania cioè con il predecessore dell’EIC; alla authority andava spiegato che la governance del consorzio idrico è passata sic et simpliciter in quella di ITL spa; andava spiegato all’authority che, di questi 130milioni di debiti la Regione, con un atto scellerato, che non si capisce per quale motivo non sia finito mai all’attenzione della Corte dei Conti ne abbia cancellato quasi la metà per legge mentre l’altra metà non si capisce che fine abbia fatto in quanto oggi non si ha nessuna traccia del destino del piano di rientro.
Per cui, se l’authority vi ha “sputato in faccia”, per i motivi che vedremo, avrebbe, nel caso fosse stata messa a conoscenza di tutte queste malefatte, mandato i carabinieri, la polizia, la finanza, l’esercito l’aeronautica e la marina militare.
Quindi in poche parole l’erogazione del servizio è stata disastrosa e questo costituisce per l’EIC uno dei motivi dell’affidamento in house ad un solo soggetto. Ma all’ authority viene nascosto che uno dei motivi del disastro ha il nome e cognome di quel soggetto a cui l’EIC cambia i connotati fraudolentemente, falsamente, nella sua relazione.
LE SETTE MOTIVAZIONE DA SCOMPISCIARSI DAL RIDERE
Ora, noi che ben conosciamo, a differenza dell’authority la storia di questo autentico merdaio che si chiama consorzio idrico, luogo di ogni nefandezza, possiamo ben dire che, siccome ci siamo stufati di indignarci inutilmente avendo goduto questa gente di una clamorosa e ingiustificata impunità, prendiamo la vita in maniera più giocosa e ci prepariamo a ridere leggendo i 5 motivi, più qualche allegato complementare addotti dalla Regione Campania per l’affidamento in house del servizio idrico al Consorzio, travestito da società per azioni.
Primo punto: Facilità di controllo sulla gestione perchè l’EIC avrebbe il ruolo di generale e l’ex consorzio idrico quello di maresciallo. Aggiungiamo noi: e infatti si è visto come è stato controllato da De Luca e dai suoi il consorzio idrico dal 2015 in poi; si è visto come sono stati controllati i bilanci che da un anno all’altro hanno scritto romanzi di fantascienza come la trasformazione di un patrimonio netto di segno passivo meno 5 milioni di euro a un patrimonio netto attivo di più di 21 milioni di euro. Si è visto come la regione Campani ha tutelato gli interessi dei cittadini permettendo al consorzio di accumulare più di 130milioni di euro di debiti come è stato sacramentato in atti giudiziari, precisamente messe in mora di alcuni comuni della provincia di Caserta per crediti vantati nei confronti del consorzio, che questo giornale ha pubblicato nei mesi scorsi
Secondo motivo: la riduzione delle possibilità di contenzioso. E questo sarebbe un guaio in considerazione dei milioni e milioni di euro gettati letteralmente via a colpi di incarichi professionali esterni ad avvocaticchi sfigati, incapaci di vincere una sola causa, ma aggregati ai vari carrozzoni clientelari .
Terzo motivo: possibilità di maggiore confronto sulla qualità dei servizi. Siccome questi dell’ ITL sono esattamente gli stessi del consorzio idrico, ci può spiegare la Regione, dato che esistevano anche prima i canali di controllo dell’attività di un ente ugualmente pubblico per quale motivo si è permesso ogni sodoma e ogni gomorra e oggi invece dopo un affidamento che avviene nello stesso giorno in cui viene stabilita nella delibera precedente, la 55 rispetto alla 56, dovrebbero esistere quegli elementi istituzionali, di indipendenza di autonomia rispetto alle pressioni politiche in grado di permettere all’EIC di confrontarsi con il gestore partendo sempre da un ordine gerarchico superiore e in funzione degli interessi reali dei cittadini-utenti?
Quarto motivo: la maggiore capacità di adattamento ai mutamenti delle esigenze gestionali rispetto alle previsioni contrattuali, leggi nostra valutazione sul primo e sul terzo motivo
Quinto motivo: la destinazione degli utili a finalità pubbliche. E qui è doverosa la pubblicazione dei almeno 4 emoticon 🤣🤣🤣🤣 L’EIC, che significa sempre Ente Idrico Campano, sta alla Regione esattamente come, in proporzione, stava alla Regione Campania l’Acqua Campania. Vogliamo fare un calcolo di quante decine di milioni di euro il consorzio idrico ha bruciato in inutili nomine, affidamenti, assunzioni illegali fatte senza concorso, di consulenze etc? Oggi, Pasquale Di Biasio e Giovanni Zannini governo l’ITL spa esattamente come governavano il consorzio idrico. E siccome nessuno dei due è paragonabile neppure in scala a1miliardo a San Francesco di Assisi, prevedere una loro conversione alle ragioni di un bene comune è come trovare uno spillo tra un miliardo di chicchi di granturco giusto per non fare il solito esempio dell’ago nel pagliaio.
Veniamo ora alle due motivazioni accessorie: affidamento celere. Okay ma qui si sono superati perchè il 26 ottobre 2022 nella delibera 55 hanno stabilito che il distretto di Caserta ere adatto ad un affidamento in house e nella 56 hanno affidato tutto all’ex consorzio idrico. Più che celere una roba alla Superman, più veloce della luce. Il termine era di 90 giorni, questi non hanno impiegato neanche 90 millesimi di secondi.
L’ultima ragione è quella maggiormente comica. E qui non applichiamo emoticon altrimenti ne occorrerebbe mezza pagina: la tariffa applicata dall’ex consorzio, oltre ad essere la più economica in base ad una ricerca di mercato fatta, a cazzi loro, da quelli dell’EIC, coprirebbe tutti i costi di gestione e anche quelli di investimento per cui l’operazione fatta da coloro che hanno contribuito ad arrivare a 130milioni di debiti, sarebbe economicamente efficiente, cioè 3 euro entrano, un euro e mezzo lo spenderanno per la gestione, e un altro euro e mezzo, leggete bene, per gli investimenti. Manco un ente di un cantone svizzero, dunque, saprebbe fare meglio. E allora ci chiediamo, per quale motivo, sempre nell’ambito del pastettone, l’ex consorzio travestito da ITL spa, pochissimo tempo dopo aver ricevuto l’affidamento per 5 anni, chiede un allungamento della convenzione fino al 2051 per essere ligio all’esecuzione del contratto e poter accedere al credito bancario? A che serve, che te lo devi fare il credito bancario, i mutui, se quello che entra è esattamente uguale a quello che esce? Ci sarà un po’ di sfalsamento temporale, ma alla fine con i fornitori ti metti d’accordo e il costo degli interessi passivi diventa quasi irrilevante.
IL NO DELL’AUTHORITY E LE SUE MOTIVAZIONI E IL TRUCCO DEGLI INVESTIMENTI
Un caposaldo: il nuovo codice degli appalti ossia il familiare, naturalmente solo per i lettori più avveduti di CasertaCe, il decreto legislativo n,50 del 2016 che all’articolo 192 comma 2 così recita: “Ai fini dell’affidamento in house di un contratto avente ad oggetto servizi disponibili sul mercato in regime di concorrenza, le stazioni appaltanti effettuano preventivamente la valutazione sulla congruità economica dell’offerta dei soggetti in house, avuto riguardo all’oggetto e al valore della prestazione, dando conto nella motivazione del provvedimento di affidamento delle ragioni del mancato ricorso al mercato, nonchè dei benefici per la collettività della forma di gestione prescelta, anche con riferimento agli obiettivi di universalità e socialità di efficienza, di economicità e di qualità del servizio, nonchè di ottimale impiego delle risorse pubbliche”
Mo’ non è che ci vuole l’Antitrust per rendersi conto che nelle sommarie, frettolose, disinformate e maleducate motivazioni esposte dall’ente idrico campano manca almeno l’80% di quello che una legge fondamentale qual è il codice degli appalti impone affinchè si possa effettuare un affidamento in house di un servizio.
L‘ authority sottolinea che sia nelle delibere sia nella relazione delle EIC “mancano considerazioni circa la capacità della società affidataria di garantire gli obiettivi di qualità del servizio previsti nel preliminare di Piano d’Ambito, anche tenuto conto dei risultati pregressi di gestione e dell’importante ampliamento della scala delle operazioni previsto ogni anno fino alla scadenza dell’affidamento a fine 2027″
A riguardo, continua l’authority nel preliminare del Piano D’Ambito “emerge la totale assenza di dati sui risultati
qualitativi raggiunti dai gestori nell’Ambito distrettuale casertano nel suo complesso, con una copertura del campione spesso assai ridotta anche per gli indicatori di performance più rilevanti, quali quello relativo alle perdite idriche percentuali – per il quale i dati presenti coprono soltanto il 32,94% del campione – oppure quelli sulla qualità dell’acqua depurata e sulle interruzioni del servizio, con una copertura del 5,40%, inferiore alla soglia sufficiente a determinare un indice complessivo attendibile.”
Per questi motivi, anzi, anche p r questi motivi “la decisione – scrive ancora l’authority – assunta di gestire il SII nella modalità in house e di affidarlo alla società ITL S.p.A. non risulta pertanto adeguatamente motivata da quanto riportato nella Relazione e nelle deliberazioni adottate dall’EIC, considerando le criticità presenti nel territorio e i risultati pregressi raggiunti dalla società dal punto di vista qualitativo.”
E sapete in che cosa consiste questo grandioso piano d’investimenti citato dall’EIC quando enfaticamente e secondo noi falsamente afferma che i costi di gestione e per l’appunto d’investimento saranno coperti dal gettito delle tariffe? 230mila euro miserabili, un trucco indegno anche di un vecchio giocatore al tavolino delle tre carte alla stazione Garibaldi di Napoli. Un trucco che ovviamente l’authority bolla come un elemento che non da alcuna sicurezza nè di efficienza e nè di qualità creando una condizione di molto dubbio rispetto a ciò che è stabilito dall’articolo 192 comma 2 del codice degli appalti appena citato
Di fronte a questo pronunciamento dell’ ANAC, risalente allo scorso novembre, al cospetto della valutazione relativa alle delibere EIC, definite “carenti sotto il profilo delle ragioni circa il mancato ricorso al mercato in possibile violazione dell’articolo 192, comma 2, del d. lgs. n. 50/2016.l la regione Campania con la consueta arroganza che la connota, soprattutto da quando al suo timone c’è Vincenzo De Luca, risponde distrattamente, sprezzantemente che l’EIC metterà al corrente l’authority sulle procedure finalizzate ad attribuire tale concessione fino al 2051. In pratica risponde con una cosa che non c’azzecca nulla rispetto alla richiesta formulata dall’Antitrust. Di qui, la dura risposta e il preannuncio, come già abbiamo scritto all’inizio di questo focus del ricorso al Tar.
“L’autorità non ha ritenuto sufficienti le informazioni fornite dall’Ente Idrico Campano a far venire meno i rilievi contenuti nel proprio parere motivato, in quanto– conclude l’Antitrust – l‘EIC si limita a comunicare di aver avviato, a fronte della constatazione di concrete problematiche riscontrate dalla società affidataria nell’esecuzione del contratto, le attività finalizzate ad estendere l’affidamento fino al 2051.
Pertanto, preso atto del mancato adeguamento dell’Ente d’Ambito al parere motivato del 14 novembre 2023, trasmesso in data 23 novembre 2023, l’Autorità ha deliberato, nella riunione del 6 febbraio 2024, di proporre ricorso al TAR Campania contro le Determinazioni in oggetto.“