Estorsioni agli imprenditori delle pompe funebri. La Procura presenta appello contro la sentenza
23 Luglio 2024 - 17:15
Il procuratore generale ha impugnato la sentenza di condanna per Fabio Papa e Pietro Ligato e la sentenza di assoluzione per la sorella di quest’ultimo, Felicia, il fratello Antonio Raffaele e la madre Maria Lubrano
PIGNATARO MAGGIORE – Prenderà il via a ottobre dinanzi alla seconda sezione della Corte di Appello di Napoli il processo di secondo grado per le estorsioni del clan Ligato. Il procuratore generale ha appellato la sentenza del gup partenopeo
Lo scorso febbraio il gup Antonio Baldassarre del tribunale di Napoli si è pronunciato per i fratelli Raffaele Antonio, Felicia, Pietro Ligato, la madre Maria Lubrano e Fabio Papa, tutti accusati di estorsione, tentata estorsione e di lesioni personali, aggravati dalla finalità di agevolare il clan Lubrano-Ligato
Il giudice partenopeo ha assolto tutti gli imputati dalla contestata estorsione aggravata dalla metodologia mafiosa ai danni di due imprenditori nel settore delle onoranze funebri per non aver commesso il fatto. Pietro Ligato è stato condannato a 3 anni di reclusione per una tentata estorsione relativa a un lotto del cimitero di Pignataro Maggiore ai danni di un imprenditore di Pastorano e in concorso con Fabio Papa per lesioni personali aggravate. Fabio Papa è stato condannato a 1 anno e 2 mesi di reclusione per lesioni personali aggravate in concorso con Pietro Ligato ai danni di un operaio.
Il sostituto procuratore Simona Belluccio della Dda di Napoli aveva chiesto 15 anni di reclusione per Pietro Ligato; 10 anni e 10 mesi per Raffaele Antonio; 9 anni e 4 mesi per Felicia Ligato; 7 anni per Maria Giuseppa Lubrano madre dei Ligato a cui è contestato un episodio di estorsione in concorso con i figli maschi; 4 anni per Fabio Papa.