Estorsioni agli imprenditori delle pompe funebri. Pietro Ligato: dovevano rispettare il patto con zio Lubrano
17 Ottobre 2023 - 18:59
Il giudice ha sancito, inoltre, che il fratello Raffaele Antonio ha capacità di stare in giudizio.
PIGNATARO MAGGIORE. Stavolta è toccato a Pietro Ligato deporre in aula, nel processo che lo vede coinvolto con i fratelli Raffaele Antonio e Felicia e con Fabio Papa. Tutti e quattro sono accusati di estorsione, tentata estorsione e di lesioni personali, aggravati dalla finalità di agevolare il clan camorristico Lubrano-Ligato. Pietro Ligato ha parlato dei suoi “affari” con gli imprenditori nel settore delle imprese funebri. Lui avrebbe preteso che questi imprenditori rispettassero il patto siglato con lo zio Lubrano e che gli rendessero i soldi pattuiti. Ha negato qualsiasi tentativo di estorsione. Sull’episodio del pestaggio ai danni di un operaio, per il quale i quattro sono accusati di lesioni personali, Pietro Ligato ha chiarito che il fatto avvenne per vecchi problemi, mai risolti, relativi al parcheggio di un condominio. Il gup ha inoltre sancito la capacità di stare in giudizio di Raffaele Antonio Ligato, dopo la perizia super partes effettuata qualche mese fa.
L’indagine delle forze dell’ordine ha, invece, portato alla luce numerose condotte estorsive compiute, sin dal 2007, nei confronti di imprenditori operanti nel settore delle onoranze funebri in Pignataro Maggiore, i quali, subendo azioni intimidatorie, corrispondevano la somma di euro 3000 mensili, ma non solo. Le forze dell’ordine hanno anche accertato il compimento di un’ulteriore estorsione ai danni di un imprenditore di Pastorano, al quale si imponeva la consegna di un lotto del cimitero di Pignataro Maggiore oppure la somma di 18000 euro.