GARE FOTOCOPIA ALL’OSPEDALE DI CASERTA. E così oltre 1 MILIONE e mezzo di euro aggiudicati con modalità dubbie
3 Giugno 2025 - 10:29

CASERTA – Possiamo parlare di meccanismo ricorrente rispetto a ciò che si ripete nelle gare d’appalto dell’Azienda Ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano? A una procedura di invitati partecipano soltanto due imprese su cinque chiamate, mentre tre non rispondono all’invito. Tra le due offerte, poi, c’è una differenza importante, larga, tanto da rendere la sfida per l’aggiudicazione non esattamente esaltante.
Ne avevamo scritto solo pochi giorni fa, identica, una gara-fotocopia, in quel caso aggiudicata, dopo la partecipazione di solo due ditte su cinque invitate, una procedura ristretta possibile solo grazie alla diminuzione del valore d’appalto, scesa sotto al milione di euro, aggiudicata ad una ditta di Aversa, la Cosmo srl,
Alla garetta, che poi tanto garetta non è, considerando che la base d’asta sfiorava il milione di euro, era stata invitata anche una ditta del sindaco di San Marcellino, presidente dell’ente delle Acque casertano e candidato in pectore alla guida dell’amministrazione provinciale, Anacleto Colombiano. Vero uomo di fiducia del consigliere regionale Giovanni Zannini, non aveva poi risposto all’interpello dell’ospedale di Caserta, anche se questo non toglie nulla, a nostro avviso, sulla mancanza di opportunità che l’impresa amministrata da un politico così importante in provincia di Caserta faccia parte di procedure gestite nell’ospedale più importante di Terra di Lavoro (CLICCA E LEGGI LA NOTIZIA).
LA GARA FOTOCOPIA DA 735 MILA EURO
A poche ore di distanza dalla garetta assegnata ai Mottola, abbiamo trovato un’aggiudicazione molto simile, in questo caso per i lavori di adeguamento architettonico e impiantistico dei locali al piano -1 dell’edificio F3, dal valore d’asta di 735 mila euro, destinati all’installazione di una nuova Risonanza Magnetica finanziata con fondi PNRR, sono state invitate cinque imprese selezionate secondo criteri di economicità e rotazione.
Anche stavolta, allo stesso modo, solo due hanno risposto con offerte valide: la Saggese, di Nocera Inferiore e il Consorzio stabile del Mediterraneo, con sede a Napoli e guidato dall’afragolese Concetta Immacolata Afiero.
La Saggese, il cui rappresentante legale risponde al nome di Gennaro Apicella, ha presentato un ribasso del 27,18%, mentre il consorzio afragolese non arriva alla metà della proposta vincente, fermandosi al 13,17%.
IL PROBLEMA NON SONO I NOMI
Ci mancherebbe, gli imprenditori Apicella o Afiero non li conosciamo e non possiamo non pensare che siano grandi professionisti del mestiere. Il problema non è certo a chi è stata aggiudicata questa gara, bensì un altro.
Nella sanità campana e casertana, così come dimostrano inchieste passate e recenti (qui un esempio), storicamente non si brilla per la trasparenza e per la qualità nella gestione delle procedure di gara. Lo leggete su CasertaCe da anni ed esiste una casistica non esattamente gloriosa.
E per questo motivo siamo costretti a scrivere di due garette, una delle quali modificata proprio quel tanto che bastava per renderla una procedura ristretta (attenzione, non diciamo che questo fosse il fine, ma è stato il risultato), finite praticamente in maniera identica.
Qui a Caserta esiste un problema di addomesticamento delle procedure di gara e dei concorsi. Sono troppi gli esempi di indagini dedicate a vicende simili: Caserta città, l’amministrazione provinciale, l’Asl Caserta, Mondragone, Teverola, Calvi Risorta, eccetera, con processi in corso ed altri conclusi sì con assoluzioni, ma anche condanne, divenendo, quindi, storia.
Allarmarsi per gare-fotocopia come queste non può essere un comportamento da avvelenatore di pozzi. Sfortunatamente, siamo costretti a guardare a procedure simili con una lente, diciamo così, pessimistica.