IL NOME. Operaio a nero muore folgorato mentre raccoglie le ciliegie. La procura vuole imprenditore a processo
29 Giugno 2024 - 13:50
CASAPULLA – Richiesta di rinvio a giudizio a firma del Pubblico Ministero del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Daniela Pannone, per l’imprenditore agricolo Aniello D’Angelo, 62 anni di Casapulla.
L’uomo, nella sua qualità di datore di lavoro, avrebbe causato la morte dell’operaio agricolo Salvatore Ferraro, per cui risponde di omicidio colposo per infortunio sul lavoro nella forma aggravata.
La sua colpa sarebbe consistita nell’inosservanza delle norme per la prevenzione degli infortuni sui luoghi di lavoro.
Dagli accertamenti eseguiti dai carabinieri, è emerso che Ferraro non era stato assunto regolarmente e perdeva la vita durante la raccolta di ciliegie in un frutteto di proprietà di D’Angelo a Castel di Sasso.
L’operaio, mentre era intento a maneggiare una scala in alluminio di circa sei metri, a posizionarla e a salirci sopra, urtava proprio con la scala contro i cavi elettrici che erano sul frutteto, rimanendo cosi folgorato e perdendo la vita in quanto la scala faceva da conduttore elettrico con i fili di alta tensione.
La Procura della Repubblica ha contestato a Aniello D’Angelo, difeso dagli avvocati Raffaele e Gaetano Crisileo, anche la violazione delle norme di sicurezza sul lavoro perché, quale datore di lavoro di lavoro, nell’affidare a Ferraro i compiti da svolgere, non ha tenuto conto delle sue capacità lavorative e delle sue condizioni di salute e di sicurezza, né lo ha sottoposto a visita medica al fine di accertarne l’idoneità sanitaria alla mansione di operatore agricolo che svolgeva.
Infine il defunto operaio, come contestato dal PM, non sarebbe stato formato e informato sui rischi della sua mansione di lavoro e del luogo in cui operava,.
Martedi 2 luglio la fissazione dell’udienza preliminare dinanzi al Giudice del Tribunale sammaritano Gaudiano in cui si costituiranno parte civile la moglie e i figli del defunto Ferraro Salvatore assistiti dall’avvocato Alfonso Iovino.