QUANDO I CASALESI AMMAZZAVANO LE DONNE. “Così ammazzai la fidanzata del boss davanti a sua figlia di tre anni”. Due proiettili alla testa e la fotografia…

29 Gennaio 2022 - 10:44

CASAL DI PRINCIPE /CASTEL VOTURNO – (Tina Palomba) Il collaboratore di giustizia Pasquale Giovanni Vargas confessa il delitto di una donna. Lo si apprende nell’ultima ordinanza chiesta della Dda, pubblico ministero Vincenzo Ranieri,  e firmata dal gip Maria Luisa Miranda del Tribunale di Napoli per poi essere  eseguita dai carabinieri della Compagnia di Casal di Principe, a carico degli autori del delitto di Pasquale Santagata. “Ho ucciso Carolina Maresca” Le parole del collaboratore di giustizia Pasquale Giovanni Vargas sono nette. Una vera confessione  mentre parla di quello che sa del delitto di Santagata allora trentatreenne guardia giurata, ucciso a fucilate e a pistolettate dai fratelli  Salvatore detto “Carusiello,  e Vincenzo Cantiello  (quest’ultimo difeso dagli avvocati Carlo De Stavola e Elisabetta Carfora), mentre fumava una sigaretta  sulla spiaggia del Villaggio Coppola  quasi 34 anni fa, il 22 luglio ’88, nei pressi del parco delle Rose, su ordine di  Francesco Bidognetti, perché aveva ospitato il nipote di Bardellino, Antonio Salzillo alias Capacchione. In questo omicidio, Pasquale Giovanni Vargas assunse il ruolo di specchiettista.. L’omicidio di Carolina Maresca, invece,  fu consumato quattro anni dopo, precisamente il 4 luglio 1992, a Castel Volturno.  Secondo il racconto di Vargas,  l’ordine di ammazzarla, davanti agli occhi della figlioletta di tre anni, arrivò nell’ambito della sanguinosa faida tra gli allora ancora giovani fondatori del clan dei Casalesi, Francesco Schiavone e Francesco Bidognetti,  e il clan De Falco-Quadrano-Venosa.
E fu proprio   Francesco Bidognetti, detto “Cicciotto ‘e mezzanotte”, insieme a Francesco Schiavone Cicciariello, cugino dell’appena citato “fondatore,”, soprannominato “Sandokan”. I
 due, killer, incaricati dell’assassinio, furono Giuseppe Dell’Aversano alias “peppe ‘o diavolo” e, per l’appunto, Pasquale Giovanni Vargas. La “colpa” della donna, sorella del boss dei quartieri spagnoli Giuseppe Maresca, era stata quella di legarsi a Raffaele Venosa, nipote del boss Luigi detto “‘o cucchiere”, all’epoca dei fatti rivale di Bidognetti. La fotografia del compagno fu lasciata dai due killer sotto al corpo della della Maresca, contro cui erano stati sparati due colpi di pistola, che la raggiunsero  alla testa, mentre faceva la spesa in un negozio di alimentari. L’omicidio della Maresca ebbe una vasta eco nei media, proprio perché, a cadere vittima di quella che, senza dubbio alcuno, fu classificata  subito come un’esecuzione camorristica vera e propria consumata ai danni di una donna che era anche madre.
In effetti, Carolina Maresca  fu la seconda donna a rimanere vittima di un agguato mafioso, nel casertano.
La prima, infatti, era stata  Caterina Mancini uccisa in un agguato camorristico qualche mese prima, il 5 marzo 1992, ed il cui cadavere, crivellato da numerosi colpi, unitamente a quello di  Giuseppe De Falco, detto “barbacane”, nonché fratello dei boss Vincenzo, detto “ò fuggiasco”e  di Nunzio De Falco detto “ò lupo”, venne rinvenuto all’interno di una Fiat Uno, alla cui guida v’era proprio la Mancino, lungo l’asse mediano, in direzione di Castel Volturno.
La donna venne uccisa per non aver osservato la vedovanza e fu la prima donna vittima della camorra Casalese. Carolina Maresca, e Caterina Mancini furono vittime di amori sbagliati come tante altre donne della malavita campana le cui storie emergono in tanti processi di camorra.
Al riguardo, proprio un mese fa, è morta a 86 anni,, a Castellammare di Stabia, Pupetta Maresca, la donna che  rimase incinta e poi sposò Pasquale Simonetti, detto “Pascalone ‘e Nola”, il boss dei mercati ortofrutticoli, di cui rimase vedova pochi mesi dopo il matrimonio.
Pupetta Maresca si vendicò e mentre era in attesa del primo figlio sparò ad Antonio Esposito, mandante dell’ omicidio, e fu, condannata a 13 anni e 4 mesi di carcere.
Tempo dopo si legò sentimentalmente al boss Umberto Ammaturo dal quale ebbe due gemelli, Roberto e Antonella
 Il suo primo figlio, Pasqualino, Simonetti,, fu vittima, invece, a soli 17 anni, di lupara bianca
Il 13 febbraio 1982, in piena guerra tra Nco (Nuova camorra organizzata) e Nf (Nuova famiglia), indisse una conferenza stampa e minacciò apertamente Raffaele Cutolo (morto lo scorso anno in carcere) e la Nco: “Se per Nuova Famiglia si intende tutta quella gente che si difende dallo strapotere di quest’uomo, allora mi ritengo affiliata a questa organizzazione”. Così parlò Pupetta.
Arrestata perché si pensava avesse ordinato l’omicidio di Aldo Semerari, il criminologo e psichiatra che aveva dichiarato pazzo Cutolo, fu poi assolta da quest’accusa.
I suoi avvocati, Gennaro e Carlo Pecoraro, in. questi giorni, hanno protestato per le definizioni di “boss” e di ‘prima donna di camorra’ che le sono state attribuite dai media.